G8... E i duri cominciano a giocare

Il popolo di Seattle prepara l'invasione di Genova. Per terra e per mare. «Panorama» si è infiltrato fra i ribelli e li ha seguiti da vicino mentre i servizi segreti lanciano l'allarme: il pericolo viene da autonomi e anarchici, un'alleanza di «schegge impazzite» che porta in Kurdistan, Palestina, Spagna. E gli 007 avvertono: ora il gioco si fa duro.

Panorama
di 

GIACOMO AMADORI
ELISABETTA BURBA

1/6/2001


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Gli 007 italiani hanno preparato una mappa degli anti G8. Hanno definito «rosa» l'area ambientalista-pacifista, «gialla» quella delle tute bianche che pratica la resistenza passiva. «Blu» sono gli autonomi sfascia vetrine, «neri» i violenti pronti a tutto.
Per i servizi segreti internazionali, il fronte anti G8 non sarebbe così frammentato. Alcuni ipotizzano una leadership affidata agli antagonisti Usa che hanno il merito di aver iniziato la lotta a Seattle. Sicuramente esiste una gerarchia. Con i tedeschi ai primi posti. A Berlino girano migliaia di volantini che invitano alla mobilitazione per Genova, tanto che i servizi tedeschi parlano di un grande esodo. Come quello degli estremisti di Links Ruck (Strappo a sinistra): nel rapporto 2000 del controspionaggio bavarese è definita «un'organizzazione di copertura del Sag (Gruppo dei lavoratori socialisti)». E servirebbe per infiltrare militanti nei circoli giovanili dell'Spd.

Dalla Gran Bretagna partiranno decine di militanti del movimento «Globalize resistance», che sta organizzando un treno da Calais e vari pullman da città inglesi e irlandesi. La nostra intelligence tiene sotto controllo anche gli anarchici greci. «Avrebbero manifestato l'intenzione di aderire alla protesta contro il vertice inviando a Genova una consistente rappresentanza». Ma in attesa della calata dei contestatori stranieri, il Sisde dà per certo il blocco degli «invasori» ai confini, come è successo a dicembre a Ventimiglia per i manifestanti diretti a Nizza. Una soluzione che permetterebbe di frammentare lo scontro su più fronti e restringere l'esercito dei contestatori ai soli italiani.

Già, le forze dell'ordine si augurano, anche se non lo ammettono, di trovarsi di fronte solo manifestanti nostrani del «blocco giallo» (nel quale rientrano le celebri tute bianche), che, al di là delle reboanti dichiarazioni di guerra, sembrano più goliardi che guerrieri.

«Panorama» li ha incontrati nel loro quartier generale milanese, il centro sociale Leoncavallo. L'occasione? Assistere al training di preparazione al G8, una simulazione degli scontri che avverranno il 20 luglio, quando a Genova 10 mila tute bianche di mezzo mondo si fronteggeranno con i poliziotti. Nel cortile della fabbrica occupata, con i vasi di lauro, le rose gialle e i cani neri, c'è un'atmosfera festosa. Più da concerto che da giochi di guerra... Angelo Baj, pancetta da buongustaio sotto una maglietta grigia che proclama «Sono troppo sexy per lavorare», sta infilandosi la tuta bianca. E sbuffa: «Ma qualcuno ci ha pensato che a Genova farà un caldo boia?».