La Repubblica 1 luglio 2001 Accordo tra noglobal e polizia "Genova non sarà militarizzata" Ridotti i divieti nella "zona gialla". Agnoletto: bene così ALBERTO PUPPO GENOVA - Il portavoce del Genoa Social Forum, dopo cinque ore di faccia a faccia con il capo della polizia, Gianni De Gennaro, sfodera un mezzo sorriso e annuncia: «Usciamo da questa riunione moderatamente soddisfatti». Toni prudenti, che però confermano come l'incontro di ieri, per il popolo di Seattle, rappresenti un successo: Genova non sarà una città blindata, paralizzata e chiusa da ogni lato. I contestatori, al contrario, potranno raggiungerla, in treno come in pullman, manifestare, discutere e anche pernottarvi per almeno una settimana. E la stessa zona gialla perde parte della sua sacralità: vietati sempre i cortei, ma via libera a iniziative politiche e volantinaggi. Confermate le manifestazioni previste, dal 19 al 21 luglio, ma con il divieto tassativo di espandersi fino a ponente che, nessun mistero, gli antiG8 annunciano già oggi di volere aggirare con azioni di disobbedienza civile. Le note dolenti per il movimento si concludono con l'annuncio della sospensione del trattato di Schengen che obbligherà tutti i manifestanti stranieri a munirsi di documento da esibire alle frontiere. Per il resto le risposte del capo della polizia vanno forse oltre le aspettative. Il popolo di Seattle, nella settimana precedente al vertice, avrà a disposizione tre campi sportivi: Carlini e Villa Gentile, a levante, Sciorba in Valbisagno, più un discreto di numero di scuole e palestre, certe ma ancora da definire. Il "Public Forum" sulla globalizzazione che inizierà il 15 luglio troverà spazio nelle grandi aree antistanti lo stadio di Marassi, i concerti organizzati dai centri sociali, già la prossima settimana, in un altro impianto sportivo delle alture, zona Lagaccio. Nessun blocco totale della circolazione dei treni, con la stazione Brignole destinata quasi certamente a rimanere in funzione, così come, senza dubbi, quelle di Sturla, Quarto e Quinto. Chiusi i caselli di ponente, il Genoa Social Forum incassa anche la garanzia dell'apertura di quelli di levante. Insomma, un successo, ma guai a parlare di trattativa. «Non c'è stata alcuna trattativa - precisa Agnoletto - e le risposte del governo non cambiano assolutamente i termini del problema. Per noi il G8 è illegittimo e quindi cercheremo in tutti i modi di bloccarlo ricorrendo anche alla disobbedienza civile». Le «tute bianche», che temevano uno scivolamento "buonista", sono soddisfatte. C'erano anche loro, in mattinata, alla manifestazione in ricordo dei moti antifascisti del 60. I ragazzi di altri centri sociali, nel pomeriggio, si sono avvicinati minacciosi alla pizzeria in cui si erano ritrovati, dopo il non della questura al corteo, un manipolo di militanti di Forza Nuova. Si temeva lo scontro, non è successo nulla. Ma lo spiegamento di forze dell'ordine per i due appuntamenti ha già offerto a molti genovesi un assaggio di quello che accadrà nei giorni del G8. Se non è una militarizzazione vera e propria, poco ci manca. Da ieri il contingente destinato al controllo del territorio è triplicato: le pattuglie delle Volanti, da venti, sono passate a sessanta. E di sicurezza, ma anche e soprattutto di contenuti, parlano i vescovi della Liguria che hanno indirizzato una lunga lettera ai fedeli in vista del G8. «La doverosa attenzione alle esigenze della sicurezza di tutti - scrivono - e a quelle di un dialogo franco e responsabile tra le autorità e le varie espressioni della società civile. Se ne discute molto in queste settimane, ma non deve far dimenticare l'istanza fondamentale che si collega con il G8, quella cioè di dare risposta a quei molti e gravi squilibri e ingiustizie presenti nel mondo, che un'incontrollata globalizzazione acuisce enormemente.» |