Manifesto 21 giugno 2001

Il dialogo, l'acqua santa
I ministri Ruggiero e Scajola annunciano la volontà di incontrare i contestatori. Era ora, replica il Genoa social forum, che però chiede garanzie precise. Sempre le stesse....

CINZIA GUBBINI - ROMA

Il governo ha finalmente avviato le consultazioni in vista del G8 genovese. Lo ha annuciato ieri il neoministro agli esteri Renato Ruggiero: "E' aperto il dialogo con il ministro Scajola per i problemi di competenza degli interni", ha spiegato durante le dichiarazioni di voto per la fiducia al governo Berlusconi. Il primo incontro tra il premier e i due ministri si svolgerà proprio domani.
Ruggiero - punta di diamante del nuovo governo, che piace alla destra ma è rispettato anche dal centrosinsitra, ed è soprattutto ex direttore generale del Wto - ha insistito sulla strada del dialogo con gli "antiglobalizzatori": "Noi vogliamo che questa manifestazione sia una tappa del progresso civile del mondo, diminuendo le ingiustizie, migliorando il tenore di vita della popolazione, riducendo i gravi problemi che ci sono ancora nel campo dei diritti umani e del diritto alla vita. Questo è il nostro obiettivo - ha dichiarato il nuovo inquilino della Farnesina - e faremo tutto il possibile per realizzarlo senza contrapposizione a nessuno, tranne alla violenza, che distrugge e non crea. La violenza non risolve i problemi e noi invece dobbiamo risolverli". Il ministro ha anche ipotizzato la possibilità di stilare un vero e proprio calendario di incontri con quello che, molto correttamente, definisce il "cosiddetto" popolo di Seattle.
E cosa ne pensa il "cosiddetto"? Il Genoa social forum mantiene la linea: apprezzamento per le "aperture" del governo, purché si specifichi in cosa consistono queste aperture. E aspetta il tavolo di oggi con Comune e Provincia per vagliare le prime proposte di accoglienza per i manifestanti uscite dall'incontro tra Scajola e il sindaco della città, Giuseppe Pericu: l'ex manicomio di Quarto, lo stadio Carlini e villa Gentile. "Noi abbiamo chiesto anche Lagaccio e lo stadio Marassi. Quest'ultimo è un luogo fondamentale, perché nelle nostre intenzioni è qui che si dovrebbero concludere i cortei del 19 e del 21 e che si dovrebbe svolgere il Public Forum", spiega Paolo del centro sociale Zapata. In un comunicato dal sapore mezzo calviniano e mezzo zapatista - "Un governo rampante e un cittadino dimezzato: siamo incontentabili e pretendiamo il possibile" - il Gsf ribadisce che è dal 12 giugno, quando inviò una lettera al neoministro degli interni Scajola, che aspetta risposte precise. "Se apertura ci deve essere, che lo sia fino in fondo - chiede il Gsf - devono garantire l'accesso alla città e l'apertura delle frontiere, non possono privarci della possibilità di dibattere sui contenuti alternativi all'agenda del vertice G8, chiediamo garanzie sulla tutela piena dei cittadini".
Intanto, mentre latita l'accoglienza per i manifestanti, a Genova continuano con fervore i lavori per accogliere gli "otto grandi". Archiviate le navi, il vertice dovrebbe svolgersi nell'ala ovest di Palazzo Ducale (sede del Comune), dove normalmente hanno sede alcuni uffici, l'archivio dei Beni culturali e la fondazione Colombo. Gli incontri plenari del summit si svolgerannno nel "Salone del maggior consiglio", mentre i "brunch" di lavoro si svolgeranno nel "Salone del minor consiglio". La delegazione italiana sarà ospitata nell'attiguo "Appartamento del doge". E' anche stato confermato che la riunione dei ministri degli esteri - uno degli incontri più significativi del G8 - si svolgerà a Roma, a villa Madama, il 18 e il 19 luglio. Per ora non si prevedono manifestazioni di contestazione nella capitale, svuotata del grosso di associazioni, centri sociali e collettivi, tutti in viaggio per Genova. E se i ministri degli esteri del gruppo degli otto preferiscono incontrarsi a Roma, la Banca mondiale ribadisce che la conferenza annuale europea sullo sviluppo economico quest'anno non si svolgerà. O meglio, si svolgerà soltanto virtualmente con un incontro "interattivo" tutto riversato su internet il 25 e 26 giugno. Il motivo principale della storica decisione è proprio il timore di proteste (ma esistono i netstrike...).
Nel frattempo continuano le pressioni da parte dei contestatori del G8 affinché anche il vertice genovese semplicemente non si tenga: lo chiedono la Confederazione dei Cobas e uno dei portavoci delle Tute bianche, il genovese Matteo Jade, che al Messaggero dichiara: "Dialogo? L'unico possibile è che il G8 non si faccia". Apprezza, invece, il tentativo governativo di confronto con gli "antiglobalizzatori" Luciano Violante, capogruppo dei Ds alla Camera che al termine dell'assemblea dei deputati dell'Ulivo ha dichiarato: "Il dialogo è una cosa giusta. Apprezziamo questo atteggiamento, lo stiamo tenendo anche noi". Prende invece apertamente le parti del movimento il deputato verde Paolo Cento, che riprendendo l'appello de il manifesto rivolge un invito ai parlamentari dell'Ulivo: "Noi che siamo "nel palazzo" dobbiamo usare tutti i nostri strumenti, anche i nostri corpi, per garantire la libertà di manifestazione contro ogni atto di repressione".