Corriere della sera 22 giugno 2001
GLI «OSPITI» A SORPRESA
Un solo slogan davanti ai
100 mila fans:«Affondiamo il G8»
- MILANO - «Non voglio essere considerato ambasciatore di nessuna causa né portavoce del
cosiddetto popolo di Seattle. Io rappresento solo me stesso». Manu Chao ha voluto
rispondere così al ministro degli Esteri Ruggiero che gli aveva indirettamente lanciato
un appello. Poi però, davanti ai centomila fans che gremivano ieri sera piazza del Duomo
per il suo concerto, ha improvvisamente ceduto il palco ai ragazzi dei Centri sociali.
«Tutti a Genova, affondiamo il G8»: questo in sintesi il messaggio lanciato dalle tute
bianche attraverso i potenti altoparlanti. Insomma, Manu Chao non vuole essere
strumentalizzato dal ministro degli Esteri italiano, ma si fa da parte per dare voce ai
gruppi anti-G8. A Ruggiero, in mattinata, i cronisti avevano chiesto se il cantante - da
molti ritenuto un simbolo della lotta alla globalizzazione - potrebbe a suo avviso
facilitare il dialogo tra governanti e manifestanti in vista del G8. «Uno dei nostri
problemi - aveva spiegato il ministro - visto che io ho 71 anni, è che non abbiamo molte
volte il linguaggio dei giovani e che, quindi, spesso è difficile comunicare. Credo che
la musica sia senzaltro una delle strade adatte ad aprire il dialogo». «Questo -
aveva aggiunto - è però un atto dumiltà che dobbiamo fare noi, noi che abbiamo 71
anni, non i giovani».
Prima del concerto, informato delle dichiarazioni di Ruggiero, Manu Chao ha cominciato con
un «no comment», ma poi non si è tirato indietro: «Non voglio che nessun ministro mi
schedi come ambasciatore o pacifista. Io non mi sono mai definito né pacifista né
violento. Io sto nel mezzo. Perché i ministri non provano a parlare direttamente con i
rappresentanti delle varie associazioni che sono schierate contro la globalizzazione
anziché tirare in ballo un musicista come me? Solo perché sanno che gente come me attrae
inesorabilmente la stampa e la tv».
A Genova per il G8, comunque, Manu Chao ci andrà eccome: «Ma come privato cittadino che
non vuole mancare a un appuntamento così importante per dire che il mondo va cambiato».
Ed è sicuro che le cose non andranno lisce: «E interesse dei governi che a Genova
succeda casino. Perché i governi hanno un unico scopo: screditare il movimento
anti-globalizzazione facendolo passare per violento e irresponsabile».
«Se Genova si trasformerà in un campo di battaglia - ha aggiunto - state certi che sarà
colpa di un gruppo di provocatori manipolato proprio dai governi. Le provocazioni arrivano
sempre dalla polizia di Stato. E una tecnica consolidata e ben conosciuta. Come
dimostrano peraltro i recenti fatti di Goteborg». Poi, precisando: «Chiaro che io a
Genova andrò per manifestare in modo pacifico come la stragrande maggioranza della gente.
Ognuno lì porterà la propria esperienza e le proprie capacità: io sono musicista,
quindi potrei anche improvvisare un concerto». Quindi una riflessione: «Il movimento
anti-globalizzazione non ha bisogno di simboli individuali. Ha un unico grande simbolo: la
folla nel suo insieme». E ieri sera uno striscione volava sulla piazza attaccato ai
palloncini con il simbolo del divieto e allinterno del cerchio un grande G8.
Nessun imbarazzo per il cantante franco-spagnolo nellaccogliere linvito del
Comune di Milano, guidato da una giunta di centro-destra?. «Ho pensato a lungo prima di
accettare, proprio per questa ragione. Poi ho concluso che il Comune di Milano è solo uno
dei tanti sponsor della Festa della Musica e che essendoci avrei potuto contribuire a
celebrarla con un concerto gratuito e in uno scenario meraviglioso». Del resto erano già
noti i suoi legami con i centri sociali di Milano: «Già undici anni fa suonai al
Leoncavallo con i Mano Negra. E qualche mese fa ho fatto lo stesso al deposito Bulk. Nei
centri sociali incontro persone con cui parlare di argomenti che mi interessano e poi si
finisce sempre a suonare».
E anche ieri sera a Milano Manu ha suonato, per una folla enorme. Ha festeggiato così i
suoi 40 anni, accompagnato da papà e mamma, tenendo in piazza Duomo un concerto energico,
coloratissimo e divertentissimo, tutto giocato sul ritmo esaltante dello ska, accompagnato
dalla sua band, Radio Bemba. Poi, da un certo punto in poi, spazio sul palco ai ragazzi
del Leoncavallo, del Bulk, di via Corelli, a una delegazione di Rom, ai rappresentanti del
Genoa Social Forum.
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Gloria
Pozzi |
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