La Stampa
Giovedì 5 Luglio 2001
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«Allargare questi vertici al G20»
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Ruggiero: non guardare solo ai paesi
ricchi
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Emanuele Novazio
ROMA «Perché non aggiungere al G8 anche un G20, perché non promuovere la riunione
dei capi di Stato e di governo di 20 Paesi i cui ministri finanziari già si incontrano
periodicamente, e che rientrano nei meccanismi del Fondo Monetario Internazionale? Ognuno
di loro rappresenta molti altri Paesi, e al G20 si potrebbe dunque parlare e confrontare
il massimo di nazioni possibile. Il mondo intero, quasi». E allinsegna di
«una vecchia idea personale» rilanciata dalla rovente attualità del vertice di Genova,
la prima volta di Renato Ruggiero alla Commissione Esteri della Camera presieduta da
Gustavo Selva. Perché ad illustrare questa idea è una convinzione, soprattutto: «I
vertici non devono essere soltanto riunioni fra Paesi ricchi ma devono essere sempre più
aperti agli altri, ai poveri», dice il ministro degli Esteri presentando ai 20 membri
della Commissione la via italiana al G8.
Cè spazio anche per sottolineare la preoccupazione di fronte alla crisi in Medio
Oriente e la soddisfazione per la ripresa del dialogo fra albanesi e slavi in Macedonia,
in unaudizione interrotta dopo due ore per il sovrapporsi di altri impegni e che
andrà completata nelle prossime settimane, dunque. Ma il nodo è un G8 ormai sullangolo,
adesso che allappuntamento genovese mancano due settimane appena: «Ho partecipato
ad altri sette vertici, fra gli Anni 70 e gli Anni 80», ricorda Ruggiero, «e noto oggi
un cambiamento radicale nella preparazione. Allinizio eravamo pochissimi ad
occuparcene, ma via via le dimensioni sono diventate sempre più estese».
Fino al G8 di questanno, che sotto molti aspetti è un balzo e che anche per questo
si suddividerà in più riunioni: quella dei ministri finanziari, sabato e domenica a
Roma, dedicata allesame delleconomia mondiale; e dei ministri degli Esteri, il
18 e 19. Il vertice vero e proprio sarà aperto, il 20, da una riunione inedita che darà
il segno a Genova. Lincontro, presieduto da Berlusconi, fra il Segretario generale
dellOnu Kofi Annan, il presidente di turno dellUnione Europea, il belga Guy
Verhofstadt, il presidente della Commissione Romano Prodi, i direttori generale della Fao,
dellOrganizzazione mondiale della Sanità, dellOrganizzazione del commercio
mondiale, e i rappresentanti di alcuni Paesi particolarmente significativi nel dialogo fra
ricchi e poveri: i presidenti di Nigeria, Sud Africa e Algeria (che hanno lanciato il
piano di sostegno e sviluppo africano), del Mali (lAfrica più povera) e del
Bangladesh (in rappresentanza dei 49 Paesi meno sviluppati).
«Il meccanismo non è ancora perfetto, ma non si può più dire che quello di Genova
sarà un incontro di soli ricchi. Questo vertice sarà un processo articolato, che segna
un grande cambiamento rispetto agli anni in cui i 7 grandi discutevano fra loro», spiega
Ruggiero in Commissione. Anche lagenda dei lavori coincide con quella richiesta da
Kofi Annan e concentrata sui problemi della povertà: annullamento del debito, apertura
degli scambi, costituzione di un fondo per la lotta allAids e alle malattie
epidemiche, tutti temi sui quali «lItalia è in posizione di avanguardia».
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