Manifesto 6 giugno 2001

Le mani di Berlusconi sul protocollo di Kyoto
Matteoli: "La Casa delle Libertà punterà sulla mediazione con gli Usa". Quasi pronto il contro-piano di Bush
TIZIANA BARRUCCI

Effetto serra, inquinamento dell'atmosfera, emissione di anitride carbonica: a casa nostra il clima diventa un affare strettamente politico. Inasprita la polemica fra il ministro dell'Ambiente Willer Bordon e il direttore generale Corrado Clini, accusato di condurre negoziati "personali", il protocollo di Kyoto assume le tinte dello scontro tra polo e opposizione. "La Casa delle Libertà punterà a cercare una mediazione con gli Satati uniti e il ministro in carica si rassegni: nei prossimi giorni ci sarà un nuovo governo. Trovo curioso che sia lui dopodomani (giovedì, ndr) in Lussemburgo a firmare documenti per conto dell'Italia", ha ribadito il probabile futuro ministro dell'Ambiente, Altero Matteoli. Gli fa eco Antonio Marzano, accreditato come ministro delle Attività produttive, che delinea la sue strategie per conciliare lo sviluppo dell'economia e dell'occupazione con i problemi dell'energia e dell'ambiente. "La posizione di Bush sul clima è frutto di una seria riflessione rispetto a posizioni ambientaliste. Sono convinto che le priorità di un governo che non voglia sacrificare il tasso di sviluppo dell'economia siano di puntare su centrali nuove e più moderne e sulla diversificazione energetica". Gli rispondono gli ambientalisti, Wwf e Legambiente in testa. Per Gianfranco Bologna il nuovo governo "deve considerare non solo i problemi che hanno gli inquinatori ma anche gli enormi danni economici che i mutamenti climatici stanno già provocando". Negli anni '90 il totale delle perdite causate da condizioni meterologiche particolari avrebbe superato infatti secondo il Wwf i 430 miliardi di dollari, più di 5 volte la cifra relativa al decennio passato.
Sulla stessa lunghezza d'onda il presidente di Legambiente, Ermete Realacci, per il quale gli obiettivi di Kyoto restano raggiungibili, attraverso una coraggiosa politica di innovazione tecnologica.
E se il direttore del ministero dell'Ambiente Clini - che a Bruxelles ha inserito le riserve alla ratifica del protocollo - si difende perché "non è vero che l'Italia ha cambiato le carte in tavola", il presidente del consiglio dimissionario ribadisce tra i traguardi del G8 quello della salvaguardia dell'ambiente "senza contraddire gli obiettivi di Kyoto, ma estendendone l'accettazione".
Intanto, mentre a Torino le regioni firmano un protocollo sulla riduzione dello smog puntando a realizzare entro il 2002 piani energetici ambientali, spunta il contro-piano statunitense sul documento di Kyoto che sarà presentato nel vertice Usa-Ue di Goteborg previsto per metà mese. Un documento molto confuso per il momento, ma pare centrato sull'adozione di impegni volontari da parte delle industrie, vendita di diritti di emissioni e sviluppo di foreste e campi per assorbire l'anitride carbonica. Un modo, secondo il Washington Post, per dimostrare agli europei che gli Usa sono preoccupati come loro per i cambiamenti climatici, pur non concordando con l'approccio di Kyoto.