Corriere della sera 9 luglio 2001
Berlusconi
a Genova: sono soddisfatto, i lavori vanno bene
- DAL NOSTRO INVIATO
GENOVA - Fioriscono le corti di Palazzo Ducale, e il premier si rallegra. Il verde dei
bossi, delle piante di limone e di alloro scolpito a forma di cono, dona quel tocco di
colore e di decoro a cui Silvio Berlusconi teneva tanto. Accontentato. I consigli dati
durante il primo sopralluogo genovese sono stati eseguiti alla lettera. «Molto bene,
molto bene» ripete il presidente, guardandosi attorno. Splende il sole, ma i raggi
arrivano filtrati dai velari di cotone bianco che proteggono i due cortili della storica
magione. Anche questo desiderio («laltra volta, non avevo chiesto solo piante e
fiori», dirà un po irritato ai cronisti) è stato esaudito. Affiorano così le sue
piccole manìe. Scherma di qui, scherma di là (gli spazi aperti del Ducale, ma anche il
lucernario del salone Liberty della Stazione Marittima, e il terrazzo dellufficio
personale), è ormai evidente che al capo del governo la luce piace soft. Così sia.
Ieri, secondo tour, in vista del G8. E un Berlusconi, in versione casual, il signore
in blu - pantaloni, polo, maglioncino annodato sulle spalle - che atterra a Genova di buonora.
Accompagnato dal fido Gianni Letta. Si aggiungono, poi, i responsabili della Struttura di
missione per il Vertice, Umberto Vattani e Achille Vinci Giacchi, e il prefetto Antonio Di
Giovine. Visita privata, che esclude il sindaco Giuseppe Pericu. Non invitato.
«Nessun problema - minimizza il primo cittadino -, il sopralluogo del premier riguardava
opere realizzate su incarico del ministero degli Esteri». Sono le 9 e 30 quando il
piccolo corteo arriva sul piazzale della Stazione Marittima. Passerella di fiori, le
autorità del porto (il presidente Gallanti e il direttore tecnico Pieracci) ad accogliere
gli ospiti, quindi a guidarli nelle gallerie e nei saloni della postazione a mare del G8:
cinquemila metri quadrati ristrutturati e tirati a lucido. Berlusconi cammina in lungo e
in largo, osserva ogni particolare con occhio esperto. «Molto bello il pavimento di
graniglia, ma per favore togliete quella porta di metallo...». «Già fatto, presidente.
Ne abbiamo ordinata una in legno». Per impreziosire e «riscaldare» gli ambienti, ecco
le statue e i quadri di arte moderna provenienti dalla Farnesina. Ma il premier insiste:
«Un po freddini, questi spazi così grandi». Si porrà rimedio anche a ciò. Del
resto, si è già provveduto, su sua richiesta, a schermare il lucernario con una
pellicola ad hoc. Una battuta sull«ottima climatizzazione», e il capo del governo
è già volato a Palazzo Ducale. Dove i complimenti abbondano: bene il verde ornamentale
ai lati dei cortili e della loggia al piano nobile; bene i velari che filtrano la luce;
bene i piccoli ritocchi agli addobbi dei saloni, indicati durante la prima visita. Il
presidente sosta nella Sala del Maggior Consiglio (era il luogo delle udienze pubbliche
dei dogi), e conferma: «Le riunioni più importanti del G8 si terranno qui».
Ore 11 e 30: Berlusconi appare sullingresso. Londa dei cronisti, delle
telecamere e dei curiosi lo segue; ma lui, in un lampo, viene inghiottito da un portoncino
laterale, che apre le sale della mostra «Viaggio in Italia». Folgorato, dirà: «Gli
illustri colleghi stranieri devono assolutamente vederla...». Il tempo stringe, ed è ora
di ritornare verso il porto. Tappa ai Magazzini del cotone (quartier generale dei
giornalisti), quindi, le auto del corteo puntano verso il ponte dei Mille. Durante il
percorso, il presidente si rammarica: «Che degrado, in questa zona. Mercatino di
paccottiglia, panni stesi alle finestre, edifici scrostati. Brutto spettacolo per le
delegazioni straniere...».
Il frugale spuntino di mezzodì (tartine di salmone e gamberi) viene velocemente consumato
a bordo dellEuropean Vision, la nave-alloggio dei sette grandi (Bush sarà altrove)
che partecipano al G8. Qui si svolgeranno anche i lavori del Vertice, e il premier,
durante il breve giro, si sofferma al Business Center. Nulla da eccepire. E le famose
suites? Non visitabili, perché occupate dai crocieristi. Ancora una puntata alle gallerie
della Stazione Marittima («che brutto lasfalto della rampa daccesso, non si
può mettere il porfido anche qui?»), poi Silvio Berlusconi lascia Genova. Prima di
partire, annuncia: «Se serve, torno sabato o domenica per gli ultimi consigli». «Certo,
certo» risponde, cerimonioso, lambasciatore Vattani.
|
Marisa
Fumagalli |
|