La Repubblica 4 luglio 2001 Le tute bianche a Berlusconi "Bloccheremo il tuo vertice" L'appello di Ciampi: più dialogo con i paesi poveri Lettera al capo del governo: "Ci proteggeremo dalla vostra violenza ma entreremo nella zona rossa" MARCO ANSALDO ROMA - Una vera e propria «dichiarazione di guerra». Un atto che vuole essere un inno alla «disobbedienza civile». Le tute bianche, una delle componenti più dure del Genoa social forum anti G8, hanno inviato ieri mattina una durissima lettera al presidente del Consiglio minacciando di bloccare il summit e ribadendo di voler superare la zona rossa dove si riuniranno gli otto Grandi. «Signor Silvio Berlusconi - esordisce la missiva - le rammentiamo che il nostro obiettivo è bloccare il vostro vertice antidemocratico e dannoso. Useremo i nostri corpi proteggendoli dalla violenza del suo esercito e violeremo la zona rossa». L'attacco a Berlusconi è diretto, senza giri di parole. «Se il mondo fosse una selva lei sarebbe Fox, la volpe. Con la sua furbizia vorrebbe far passare inosservate le restrizioni pesanti alla libertà di manifestare durante il suo vertice dei potenti dell'Ingiustizia e della Miseria. Vorrebbe far credere a tutti che il suo desiderio è dialogare con la società civile, mentre prepara gli eserciti che tenteranno di schiacciarla. Vorrebbe convincere tutti che rispetta e riconosce il Genoa social forum quando invece usa tutti i mezzi per dividerlo. La sua furbizia, signor Fox la volpe, arriva a farle dire che lei è stato eletto e noi no. Ma chi le ha dato il mandato per decidere su tutto il mondo? Questo, ci consenta, non lo spiega mai». La lettera recapitata a Roma, diventa a Genova argomento di discussione tra gli altri in una lunga riunione del Genoa Social Forum. Vittorio Agnoletto, il portavoce del movimento, spiega però che il passo non significa «una rottura del Gsf». Il documento ribadisce anzi «il ringraziamento al lavoro svolto dal forum e la fiducia del portavoce. Dice anche che le tute bianche stanno dentro al Gsf. E quando dicono che faranno disobbedienza civile - sottolinea Agnoletto - ribadiscono una posizione che è del Gsf. Non mi sembra proprio che esista una spaccatura. Le tute bianche hanno deciso di fare questa lettera per definire il loro profilo. Si tratta di una delle molteplici iniziative che stanno dentro al movimento». Dopo quattro ore di riunione il forum dichiara di uscire unito, pur nelle diverse modalità in cui ciascun gruppo esprimerà alla fine la sua protesta. In serata, al suo esordio in Parlamento, Renato Ruggiero ribadisce la linea del governo per Genova. «Il segnale è chiaro - dice il nuovo ministro degli Esteri - il G8 non è un vertice riservato ai più ricchi. Daremo visibilità alle contromanifestazioni. Genova non sarà una città blindata». E per quanto riguarda il debito estero l'Italia presenta una posizione «all'avanguardia», avendo già deciso la cancellazione dell'ammontare di 4,1 miliardi di dollari dai paesi poveri. Ruggiero ha cercato ieri un accordo per presentare una risoluzione bipartisan, votata da maggioranza e minoranza, che fissi il mandato del governo. Una soluzione a cui hanno lavorato per tutta la giornata gli sherpa di Casa delle libertà e Ulivo per il voto di oggi, con la dura opposizione di Rifondazione. «C'è convergenza tra le forze politiche - ha detto il ministro - ma in alcune mozioni vengono richiesti al governo impegni non accettabili sulla cancellazione totale dei debiti». Di G8 ha parlato ieri anche Ciampi, insistendo sulla ricerca di dialogo. «Governare la globalizzazione: questa è la nuova missione dell'Unione europea. L'imminente incontro di Genova - ha spiegato il presidente della Repubblica - mi auguro rappresenti l'inizio di un dialogo più intenso con i Paesi in via di sviluppo, costruttivo, di un dialogo per il fare». Ma occorre affrontare il problema con strumenti e mentalità nuovi. «Non si tratta solo di procedere alla cancellazione dei debiti dei paesi poveri, alla sola condizione che non siano operatori di guerra. Ma bisogna stanziare somme, e purtroppo ne occorrono di ingenti, per adeguati aiuti allo sviluppo, per fronteggiare epidemie dilaganti». |