«Moderatamente soddisfatto»: Vittorio Agnoletto, luomo con gli
occhialini e il piglio da preside che fa da portavoce alla ribellione dei 100 mila, ha un
sorriso teso come un elastico sul punto di spezzarsi. Dopo circa sei ore di estenuante
trattativa, sigla così la fine del dialogo con il capo della polizia Gianni De Gennaro,
assistito dal prefetto Antonio Di Giovine e dal questore Francesco Colucci.
Politico abile, Agnoletto: racconta che il Genoa Social ha praticamente costretto
governo ed istituzioni a dire «sì» a molte delle richieste avanzate dal Genoa Social
Forum per poter organizzare la propria protesta. Ma dopo la buona notizia in questa
partita doppia della trattativa, ecco la «cattiva»: «Rimangono da risolvere questioni
per noi molto gravi», dice riferendosi ai divieti che lui e la delegazione dei 12
compagni che laccompagnava, hanno dovuto incassare. Comunque, il «dato politico è
questo: Genova non sarà una città blindata, potremo manifestare il nostro dissenso».
Il «perché» lo sintetizza con la proverbiale pacatezza, ma con laria di chi
può esibire una sorta di trofeo: «La zona gialla, quella che doveva fare da cuscinetto,
è stata abolita, almeno per quanto concerne le questioni di ordine pubblico». La
cancellazione, in altre parole, significa che in questarea, creata per fare da
cuscinetto tra la città aperta e quella proibita, si potranno tenere dibattiti e
distribuire volantini. Ma il veto di fare cortei rimane? «Abbiamo chiesto al questore di
poterli organizzare fornendo tutti gli itinerari: spetta a lui concerderli o no».
Vediamo, nel racconto di Vittorio Agnoletto, i punti «incassati» dal Gsf in questa
trattativa svoltasi in un ovattato salone della questura, mentre, negli uffici accanto,
gli uomini della Digos erano in fibrillazione per il rischio di scontri fra centri sociali
ed aderenti a Forza nuova: frontiere aperte per poter arrivare a Genova e manifestare,
abolizione della zona gialla, accoglienza ampia e dignitosa. Scendendo nei particolare sinizia
dalla stazione Brignole: pur essendo a poche centinaia di metri da Palazzo Ducale, sede
del summit, verrà lasciata aperta contrariamente a quanto stabilito sino allaltro
ieri.
La decisione di non blindare più i punti cruciali a Levante fa circolare nuovamente
una voce che nei giorni scorsi era stata sopita: potrebbe esserci lintenzione di far
svolgere i lavori del G8 non più nellex dimora del doge, ma nel Palazzo Principe
Doria. «Resteranno aperti - prosegue Agnoletto - anche i caselli autostradali di Genova
Est».
Ma la soddifazione maggiore riguarda laccoglienza. Lincontro in prefettura
è servito a sbloccare la trattativa sullarea attorno allo stadio di Marassi: ai
manifestanti non verrà destinato per realizzare la loro cittadella, limpianto
sportivo, ma il grande piazzale antistante. Il capitolo accoglienza ha, secondo i
negoziatori del Gsf, «luci ed ombre». Concesse Villa Gentile, lo stadio Carlini, il
complesso sportivo della Sciorba, scuole e palestre disseminate in vari angoli della
città, ma altre proposte a Ponente sono state bocciate senza remissione.
Per quanto riguarda le frontiere, la questione ha luci ed ombre a seconda della
disposizione danimo di chi la guarda: non saranno chiuse «per intenderci come
accadde a Ventimiglia dove i pullman ed i treni dei dimostranti italiani diretti a Nizza
vennero bloccati al confine. Tuttavia, in base ad un articolo del trattato di Schengen
sarà possibile, a discrezione delle forze dellordine, controllare i documenti di
chi vuole entrare in Italia».
E, conseguentemente, rimandare indietro gli indesiderati. Il «no» più forte il capo
della polizia lo ha sillabato quando la delegazione del Genoa Social Forum ha chiesto lautorizzazione
a manifestare e spazi per laccoglienza a Ponente: lOvest di Genova è
territorio off-limits. «Questa è per noi una limitazione grave ed inaccettabile, faremo
di tutto per modificarla» commenta il portavoce degli uomini e donne in rivolta, ma il
governo su questa richiesta mostra unintransigenza assoluta. Domandiamo: «Vi hanno
chiesto di isolare eventuali violenti?». Risposta tagliente: «No, forse hanno una volta
per tutto visionato le cassette delle nostre manifestazioni ed hanno visto che siamo
pacifici».
Adesso, Agnoletto, gli incontri «tecnici» sono conclusi: pensa che avrebbe ottenuto
di più o di meno dal precedente governo di centrosinistra? Replica diplomatica: «Diciamo
che sarebbe stato opportuno per tutti che lincontro fosse avvenuto prima. Sia, prima
delle elezioni, con il precedente esecutivo, sia con questo. Comunque, meglio tardi che
mai».
(1 luglio 2001) |