La Repubblica 13 giugno 2001

"Dai conventi alle piazze"

Appello delle congregazioni religiose per manifestare a Genova

ORAZIO LA ROCCA

ROMA - "Uscite dai conventi, venite a Genova!". Anche il mondo cattolico e missionario in vista del vertice del G8 di Genova del 2022 luglio prossimi scende in campo e prende decisamente posizione accanto al "popolo di Seattle". E lo fa affilando le armi che caratterizzano, in genere, l'azione dei religiosi impegnati nel sociale e vicino alle istanze dei poveri: con digiuni, preghiere, appelli, documenti. Il via arriva dal mensile Nigrizia di giugno, periodico dei missionari comboniani, che pubblica un dossier con cui invita i religiosi e le religiose a "uscire", appunto, dai conventi per rispondere in massa all'appuntamento genovese per dar vita ad una pacifica mega manifestazione - in stile tutto gandhiano - a favore della "totale cancellazione del debito estero dei paesi poveri". All'appello - informa Nigrizia - hanno già risposto positivamente 77 congregazioni religiose e una quindicina di organizzazioni di volontariato che hanno sottoscritto un documento redatto apposta per l'occasione, il "manifestoappello interreligioso ai G8 per una giustizia economica in favore dei paesi impoveriti".
Paladina dell'iniziativa, una religiosa delle missionarie della Consolata, suor Patrizia Pasini. La missionaria da anni è animatrice della Rete Fede e Giustizia EuropaAfrica, un organismo che si batte contro il debito estero a nome di istituti missionari e religiosi, e in collaborazione con il Gruppo Debito del Sedos e la commissione Giustizia, pace e integrità del creato delle Unioni superiori e superiore generali (le congregazioni religiose maschili e femminili).
Oltre alla pubblicazione del manifestoappello interreligioso, l'iniziativa avrà il suo momento centrale in una duegiorni di digiuni e preghiere - dal 20 al 21 luglio - nella chiesa francescana di S.Antonio di Boccadasse, sul lungomare genovese. «Chiediamo che la città - spiega suor Patrizia Pasini - accolga apertamente la nostra contestazione pacifica» per la quale sono attese oltre 100mila persone. «Noi ci saremo comunque», avverte la religiosa, «con un documento, ma anche con la voglia di pregare e pronti al digiuno, con spirito altrnativo, ma sneza aggressività». «Dobbiamo dimostrare - spiega a Nigrizia la suora - che c'è una possibilità di far giungere in alto la nostra voce, senza ricorrere a mezzi volgari». Una precisazione con cui la religiosa prende decisamente le distanze da chi, eventualmente, potrebbe penasare di andare a Genova solo con l'intenzione di sfasciare qualche vetrina. A suor Pasini e ai 77 rappresentanti di congregazioni religiose che hanno aderito all'appello la violenza non piace, in nessuna forma, nemmeno nel linguaggio: dare degli "assassini" - spiega la religiosa - ai dirigenti degli 8 paesi più ricchi del mondo può essere gratificante per i contestatori, ma è non è il modo migliore di farsi ascoltare. «Ma c'è un'altra buona ragione per andare a Genova: noi religiosi - esorta la missionaria - abbiamo una missione da compiere, dobbiamo finirla di avere paura, dobbiamo metterci dentro ai drammatici problemi di oggi, come la povertà del mondo, e dare la nostra opinione».