La Stampa 11 giugno 2001
In arrivo un super 007 per la sicurezza
Genova, oggi nei carrugi i drappi neri contro il G8
Roma scippa a Portofino il summit dei ministri Biasotti: è un’occasione in meno per la Liguria
Fabio Pozzo
GENOVA Dopo gli anarchici, scende in piazza anche la Rete contro8, una delle componenti del Genoa Social Forum. Oggi alle 17,30, in salita Pollaioli, terrà una distribuzione di drappi neri, quelli che i genovesi - soprattutto del centro storico - saranno invitati ad esporre alle finestre «per cercare di guastare la festa agli otto pre-potenti».
Intanto proseguono le adesioni al fronte della contestazione. Si sono schierati con il cosiddetto «popolo di Seattle» anche i missionari di 77 ordini religiosi, tra i quali anche i gesuiti, i domenicani, i comboniani e i salesiani, con l’obiettivo di mettere in discussione il modo di operare della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, nonché di chiedere agli otto Grandi la cancellazione del debito estero dei Paesi più poveri del pianeta. A Genova i religiosi presenteranno alla nazioni più industrializzate un documento articolato intitolato «Per una giustizia economica in favore dei Paesi impoveriti» e hanno pianificato preghiere, veglie e digiuni in vari punti del capoluogo ligure: sarà la loro risposta alle provocazioni del «popolo di Seattle».
Sotto il profilo politico, il G8 è il primo dei problemi urgenti del neoministro dell’Interno Claudio Scajola. Per supervisionare l’organizzazione della sicurezza è stato fatto il nome di Ansoino Andreassi, vicecapo della Polizia, esperto in antiterrorismo. Non si placano intanto le polemiche sulle dichiarazioni del consigliere comunale ds Ottaviano Cosma, per il quale esisterebbe un disegno governativo e del centrodestra «per scippare il G8 a Genova». Il primo segnale, secondo Cosma, sarebbe il trasferimento del vertice dei ministri degli esteri del 18 luglio da Portofino Vetta a Roma (per ragioni di sicurezza). ha detto il presidente della regione Sandro Biasotti: «Forse ci sono informazioni sulla sicurezza delle quali non sono a conoscenza, certo è che abbiamo appreso la decisione con grande rammarico, perché in questo modo Portofino e il Tigullio avranno un’occasione in meno sulla vetrina internazionale. Abbiamo anche cercato di resistere, ma la decisione è governativa e non c'è nulla da fare».