La Stampa 25 giugno 2001

 
Il Social Forum vede De Gennaro: ci ha deluso
G8: fallisce la prima prova di dialogo

 


Renato Rizzo
inviato a GENOVA

 

La trattativa è saltata praticamente prima ancora di incominciare. «L’esercito dei sognatori» s’è bruscamente svegliato in un caldo pomeriggio di rabbia: dopo due ore e mezzo di discussione il portavoce del Genoa Social Forum ed i 13 rappresentanti dei movimenti antagonisti che l’accompagnavano si sono alzati dal tavolo al primo piano della Questura. Erano le 18. Ad uno ad uno hanno salutato il capo della polizia, Gianni De Gennaro, giunto da Roma per ascoltare le loro richieste: «Grazie, prendiamo atto che lei non può darci nessuna risposta». Incontrarsi e dirsi addio.

O, almeno un arrivederci a non si sa bene quando «mentre il tempo - come spiegano gli Anti G8 - incombe e al Vertice mancano tre settimane». Alla delusione e all’«indignazione» degli uomini e delle donne in rivolta, fa da eco la lettura che di questo appuntamento dà il responsabile delle forze dell’ordine: «Assolutamente costruttivo dal nostro punto di vista», dice De Gennaro, chiarendo che altro non si poteva pretendere da «un tavolo tecnico e non politico». Ma è stato proprio questo, per il Genoa Social Forum, il motivo principe d’un fallimento.

Ecco il portavoce, Vittorio Agnoletto. Il volto più terreo del suo abito color cachi, la voce che freme, l’ex candidato di Rifondazione Comunista sillaba: «Siamo stati obbligati ad interrompere l’incontro per l’impossibilità di ottenere risposte sui punti da noi posti all’attenzione del governo». Chiedevano l’abolizione della Zona gialla, l’immenso cuscinetto che separa la città aperta da quella Proibita; pretendevano l’apertura di frontiere, stazioni e porti per consentire l’arrivo dei contestatori da ogni parte d’Italia e del mondo; si aspettavano ospitalità in campi di calcio e strutture scolastiche.

Dopo il colloquio di ieri, al quale hanno partecipato anche il vicecapo della polizia, Andreassi, ed il questore di Genova, Colucci, gli è rimasta in pugno soltanto «la disponibilità di De Gennaro a collaborare, a stimolare e a seguire questi temi. Ma prendiamo anche atto che tutti i problemi sono sospesi». Responsabile dello stallo, «il governo. Oggi è il 24 giugno e nessuno dei divieti imposti dal prefetto è stato rimosso. Pensate che la nostra richiesta di discutere con il Viminale risale all’8 febbraio». Non c’è stato secondo il popolo della protesta, nessun interesse al dialogo: «Volevamo parlare di politica - dice, in sostanza il portavoce del Genoa Social Forum -, ci hanno volutamente fatto incontrare con un tecnico che può solo dimostrarci la sua generica attenzione su vicende di principio».

E ora? Agnoletto ed il suo stato maggiore guardano ai pezzi d’un tavolo rotto, ma lasciano uno spiraglio per aprirne un altro: «Se questo dovrà accadere sarà, però, soltanto con il ministro dell’Interno. Comunque ancora aspettiamo che Scajola ci comunichi una data». Gianni De Gennaro incontrando i giornalisti fruga nelle due ore e mezzo di dialogo appena concluse e attenua i drastici giudizi espressi dai suoi interlocutori: «E’ vero, questo era un incontro di carattere tecnico, non di trattativa: comunque una serie di risposte, alcune anche concrete, sono state fornite. Altre sono state rinviate ad altri tavoli in cui definire i dettagli organizzativi».

Il tutto, ovviamente, sotto l’ombrello dei diritti imprescindibili fissati dal governo e che riguardano: «la sicurezza dei cittadini di Genova, la sicurezza dei manifestanti, quello del Vertice e delle delegazioni straniere ospiti del nostro Paese». Ma quali sono queste risposte «concrete» che la delegazione del Genoa Social Forum non avrebbe saputo cogliere? Il capo della polizia non le rivela, ma a disegnarle arrivano le indiscrezioni. Innanzitutto il governo non starebbe pensando a nessun blocco delle frontiere, semmai ad un’interpretazione restrittiva del trattato di Schengen sulla libera circolazione di persone e merci: non chiusura dei confini, ma più controlli e, semmai, l’allontanamento degli indesiderabili.

Quanto all’accoglienza, si sa che oggi De Gennaro avrà un colloquio riservato con il sindaco di Genova, Pericu, e la presidente della Provincia, Marta Vincenzi, proprio per affrontare questo argomento sotto l’aspetto sicurezza. E i cortei? Quali percorsi saranno consentiti ai manifestanti che vorranno sfilare il 19, 20 e 21 luglio? Il nodo, dicono «voci» vicine al vertice della polizia, potrà essere affrontato «solo dopo che il Genoa Social Forum ne avrà discusso a livello politico. Comunque, una cosa è ben chiara: i contestatori sanno che nessuno può o vuole impedire alla gente di raggiungere la città in quei giorni».

(25 giugno 2001)