Goteborg. Non si placano le polemiche tra gli schieramenti
sullorganizzazione del G8 di Genova. Il premier Silvio Berlusconi, dopo gli
incidenti di Goteborg, conferma le sue preoccupazioni sulla scelta del capoluogo ligure
(«la città è la meno adatta a garantire la tranquillità del summit») e accusa i
governi dellUlivo: «Non potremo cambiare molto dellorganizzazione», ha detto
prima di lasciare la città svedese, «e quindi le responsabilità e i meriti non saranno
nostri ma dei governi precedenti». E appena giunto a Roma ha avuto uno scambio di vedute
con il ministro degli Interni Claudio Scajola, proprio per fare il punto della situazione.
Non sembra comunque, almeno per il momento, che nelle intenzioni di Berlusconi vi sia
lo spostamento del summit in unaltra città. Il ministro degli Esteri Renato
Ruggiero intanto getta acqua sul fuoco, dicendosi pronto al dialogo con il popolo di
Seattle, purché dai contestatori non giungano «dichiarazioni di guerra».
Ma è evidente che la tensione sta crescendo in vista dellappuntamento genovese.
Sono annunciati circa 200mila manifestanti. A Goteborg in 25mila hanno messo in ginocchio
la città e vinto la sfida con la sicurezza. Il popolo di Seattle è apparso organizzato e
deciso. E molti, sottolinea Berlusconi, avevano magliette con su scritto «prossimo
appuntamento a Genova». Per questo, ripete il presidente del Consiglio, «tutti hanno
ragione a essere preoccupati».
Le dichiarazioni di Berlusconi hanno provocato la reazione del centrosinistra: il
coordinatore dei Ds Folena le ha bollate come «irresponsabile e allarmistiche».
Rifondazione comunista ha chiesto la sospensione del summit e la convocazione, al suo
posto, dellassemblea generale dellOnu, dove, ha spiegato, potranno avere voce
anche le aree del mondo che non hanno rappresentanza nel G8. Ma la proposta di
Rifondazione è stata bocciata dal centrosinistra: con leccezione dei Verdi (che si
sono dimostrati possibilisti) le altre forze dellUlivo hanno detto di non
condividere la proposta di Bertinotti. |