eDay domenica 17 giugno 2001
Gli scontri di Goteborg accendono la polemica in vista del vertice
Fiammiferi svedesi sotto il G8

Berlusconi: la responsabilità di eventuali incidenti a Genova sarà dell'Ulivo Ruggiero pronto al dialogo con i dimostranti • Bertinotti per la sospensione

Domenica 17 giugno 2001
Goteborg. Non si placano le polemiche tra gli schieramenti sull’organizzazione del G8 di Genova. Il premier Silvio Berlusconi, dopo gli incidenti di Goteborg, conferma le sue preoccupazioni sulla scelta del capoluogo ligure («la città è la meno adatta a garantire la tranquillità del summit») e accusa i governi dell’Ulivo: «Non potremo cambiare molto dell’organizzazione», ha detto prima di lasciare la città svedese, «e quindi le responsabilità e i meriti non saranno nostri ma dei governi precedenti». E appena giunto a Roma ha avuto uno scambio di vedute con il ministro degli Interni Claudio Scajola, proprio per fare il punto della situazione.

Non sembra comunque, almeno per il momento, che nelle intenzioni di Berlusconi vi sia lo spostamento del summit in un’altra città. Il ministro degli Esteri Renato Ruggiero intanto getta acqua sul fuoco, dicendosi pronto al dialogo con il popolo di Seattle, purché dai contestatori non giungano «dichiarazioni di guerra».

Ma è evidente che la tensione sta crescendo in vista dell’appuntamento genovese. Sono annunciati circa 200mila manifestanti. A Goteborg in 25mila hanno messo in ginocchio la città e vinto la sfida con la sicurezza. Il popolo di Seattle è apparso organizzato e deciso. E molti, sottolinea Berlusconi, avevano magliette con su scritto «prossimo appuntamento a Genova». Per questo, ripete il presidente del Consiglio, «tutti hanno ragione a essere preoccupati».

Le dichiarazioni di Berlusconi hanno provocato la reazione del centrosinistra: il coordinatore dei Ds Folena le ha bollate come «irresponsabile e allarmistiche». Rifondazione comunista ha chiesto la sospensione del summit e la convocazione, al suo posto, dell’assemblea generale dell’Onu, dove, ha spiegato, potranno avere voce anche le aree del mondo che non hanno rappresentanza nel G8. Ma la proposta di Rifondazione è stata bocciata dal centrosinistra: con l’eccezione dei Verdi (che si sono dimostrati possibilisti) le altre forze dell’Ulivo hanno detto di non condividere la proposta di Bertinotti.