Manifesto 30 giugno 2001 MEDIA
E MOVIMENTI
Il finto caso del treno di lusso degli
anarchici inglesi
GI. CI.
Il Times di Londra ha lanciato la sua
campagna contro gli anti-globalizzazione. Un articolo e il titolo ("G8 protesters go
first class on anarchy express") suggeriscono un'immagine precisa: hooligans
politici, ma non troppo seri, stanno arrivando a Genova con un treno di lusso. E il
quotidiano britannico chiede al governo italiano di fermarli. La verità è che il Times
trasforma fatti normali in trame oscure, usando il mestiere a piene mani. Così diventa
sospetto che il gruppo organizzatore, Globalise Resistance, si sia formato da pochi
mesi, come gli uffici import/export delle spie dell'Est; che abbia diffuso via Internet le
piantine con le zone rosse e gialle di Genova G8, quel materiale segreto pubblicato da
tutti i giornali italiani, e che i suoi membri fossero a Goteborg e alle manifestazioni
del primo maggio. La normale prassi di pagare i biglietti diventa un ambiguo maneggiare
migliaia di sterline da parte dal leader del gruppo; il treno con l'aria condizionata (ce
l'ha anche il tram numero 8 a Roma), un trasporto di lusso; la sosta a Calais in un
ipermercato, il pretesto per comprare alcolici a prezzo contenuto; l'abilità dimostrata
nell'organizzazione del treno speciale, uno strano modo di essere anarchici. Infine la
denuncia che nessuno in Gran Bretagna e in Francia è in grado di fermare il "treno
anarchico".
La storia è molto più semplice. Globalise Resistance è uno tanti gruppi post
Seattle, con sedi in Inghilterra, Scozia e Irlanda. E' formata da persone di provenienza
diversa e ha un suo sito (www.resist.org). La sua attività, fino ad oggi, è stata
quella di migliaia di altri gruppi anti-globalizzazione: campagne contro le
multinazionali, appoggio a lotte sindacali, difesa dell'ambiente e dei diritti umani,
sostegno agli zapatisti. A maggio a una loro conferenza, aperta a tutti, hanno partecipato
gruppi con retroterra diversi: Attac, l'associazione fondata in Francia da Le
Monde Diplomatique; i Verdi, che hanno avuto un risultato più che buono nelle ultime
elezioni britanniche; Drop the Debt; avvocati per i diritti umani; socialisti e
persone singole. Come accade di solito, leggi avvenimenti sportivi e Giubileo, i gruppi
hanno prenotato treni, pullman o aerei. Protestatari ma pur sempre inglesi, si sono mossi
in anticipo e hanno cercato il meglio al prezzo più basso: 120 sterline per ciascuno,
trasporto fino a Dover e traghetto per Calais compreso, 360.000 in lire italiane (la
sterlina vale circa 3.200 lire). La visita all'ipermercato in Francia era poi
indispensabile se volevano mangiare perché, a causa dell'afta, il cibo non può uscire
dalla Gran Bretagna. In ultimo, nessuno li può fermare perché, lo ricordano i poliziotti
inglesi e le ferrovie francesi, viaggiare è un loro diritto: sono europei e possono
girare in Europa come vogliono.
L'uscita del Times non è l'unica. Due pagine del Daily Mail raccontavano la
"tragedia" di una famiglia inglese con un figlio anti-globalizzazione senza
cuore e senza lavoro - l'altro figlio, per loro fortuna, era normale: agente immobiliare,
tutto casa e lavoro, taglio del prato al weekend. E ne usciranno altri. Meraviglia invece
che Repubblica e Corriere scopiazzino acriticamente il giornale di Rupert
Murdoch.
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