La Stampa
Venerdì 6 Luglio 2001

G8, scontro antiglobal-governo sugli 007
Agnoletto: fomentano violenze. Frattini: no, vi controllano
Francesco Grignetti
ROMA Botta e risposta tra Vittorio Agnoletto, portavoce dei contestatori, e il ministro Franco Frattini sull’uso della polizia e su un eventuale zampino dei servizi segreti a Genova. Il giorno dopo il fermo di Pulika Calzini, un giovane collaboratore del «Manifesto» e del settimanale «Carta», e la spettacolare perquisizione in un appartamento genovese dove poi s’è scoperto che abitava Luca Casarini, leader dei centri sociali del Nord-Est, Agnoletto se n’è uscito con un duro commento: «Governo e servizi vogliono gli incidenti. La perquisizione è stata una provocazione ingiustificata. Il capo della polizia chiarisca se l’intenzione è quella di continuare a far crescere artificialmente la tensione. Ho l’impressione che una parte del governo e dei servizi segreti stiano solo cercando di creare incidenti per non dover discutere degli argomenti che noi portiamo al centro del confronto».
Immediata e piccata la risposta di Frattini, che è ministro della Funzione pubblica, ma è anche titolare del coordinamento dei servizi segreti: «I servizi sono istituzioni democratiche del nostro Paese poste a tutela dello Stato e dei suoi cittadini e non certo fomentatori di incidenti o provocazioni. È del tutto evidente che il dialogo avviato non può prescindere dalla conoscenza di informazioni che permettano di individuare e distinguere tra i soggetti e i movimenti contrari al G8: e cioè tra coloro che legittimamente sono portatori di valori critici o alternativi, come ad esempio i rappresentanti del Genoa Social Forum, e coloro che pensano al G8 come ad un appuntamento con la violenza».
Il capo della polizia non risponde. Ma è eloquente il comunicato diramato ieri dalla questura di Genova: nel corso di una perquisizione simile a quella tanto contestata, ad un casello autostradale, è stato fermato un pulmino con cinque persone a bordo e un buon numero di «corpi contundenti e altro materiale solitamente usato per attuate iniziative violente nelle manifestazioni». I cinque sono stati denunciati a piede libero.
Sale la tensione, insomma, più passano i giorni e più ci si avvicina al vertice di Genova. Dalle parti del Genoa Social Forum hanno preso malissimo la convergenza in Parlamento tra destra e sinistra. Il fatto che l’Ulivo abbia ritirato dalla sua mozione ogni riferimento alla cosiddetta «Tobin tax», che è una bandiera del movimento, sta addirittura mettendo in forse un incontro tra Ulivo e Gsf. Rutelli è in attesa da almeno dieci giorni di conoscere la data dell’incontro. Incontro che forse non ci sarà mai.
Quel centinaio di deputati dell’Ulivo che l’altro giorno non se la sono sentita di votare la mozione di maggioranza, ieri è venuto allo scoperto con un Osservatorio istituzionale sul G8. In cento hanno anche votato l’appello dei movimenti cattolici contro la globalizzazione selvaggia. Armando Cossutta, poi, a cui non è piaciuto il voto dell’Ulivo al Parlamento europeo sul rientro dei Savoia, è ferocemente ironico: «Un’altra bella prova». Alla fine, le tensioni si ripercuotono dentro il gruppo parlamentare diessino che ieri ha discusso più di tre ore. E Tom Benettollo, presidente dell’Arci, tra i soci fondatori del Gsf, non ha dubbi che il voto incrociato sulle mozioni sia un «pasticcio politico».
Si scoprono contestatori del G8 un po’ dappertutto. Anche impensati. Sergio Billé, presidente della Confcommercio, s’è detto molto preoccupato per la sorte del protocollo di Kyoto sull’effetto-serra: «Mi è quasi venuta voglia di andare a manifestare e non è escluso che lo faccia». E intanto il sindacato dei giornalisti Fnsi si dice fortemente preoccupato, registrando «alcuni episodi avvenuti a Genova e a Roma che hanno visto giornalisti al centro di discutibili iniziative delle forze di polizia». La Fnsi chiede massima libertà di circolazione a Genova per tutti i giornalisti tv, radio e on-line.