Manifesto 27 giugno 2001

 
"Vogliamo avere garanzie"
Il Genoa social forum accetta l'incontro con il governo. Ma ribadisce: vogliamo solo poter manifestare
GIORGIO SALVETTI - MILANO

" Meglio tardi che mai", con queste parole Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa social forum, accoglie l'invito del ministro degli esteri Ruggiero e del ministro degli interni Scajola all'incontro fissato per domani. "Non sarà una trattativa - precisa però Agnoletto - ma piuttosto un confronto". Il portavoce del Genoa social forum, infatti, domani andrà dai ministri con già in mano il piano completo delle iniziative, dei dibattiti e delle commissioni di discussione che verranno svolti a Genova dal movimento dei contestatori. Agnoletto spiega che prima di tutto il governo deve riconoscere il pieno diritto di manifestare. Solo dopo si potrà discutere di problemi organizzativi e di contenuti. Genova deve essere raggiungibile, non devono essere chiusi né i caselli autostradali né le stazioni, le frontiere devono rimanere aperte e deve essere possibile alloggiare in modo adeguato la grande massa dei manifestanti in arrivo (il Gsf ne prevede oltre 100 mila). "Non ha senso il dialogo - ha detto - se poi nei fatti non ci permettono di organizzare le manifestazioni".
Agnoletto ha annunciato che i manifestanti del Genoa social forum non rispetteranno il limite della cosiddetta "zona gialla", sottolineando che l'invito a disobbedire viene proprio dalle associazioni più moderate. In quella zona si svolgerà la maggior parte delle iniziative di protesta e di discussione, il divieto di manifestare nell'area metterebbe decine di migliaia di persone in una situazione di illegalità. "La zona gialla è una trappola. Sarebbe come delimitare un campo di battaglia - spiega Agnoletto - e noi la battaglia non la vogliamo, preferiamo comunicare i contenuti della nostra battaglia politica". E proprio sui contenuti raccoglie l'invito al dialogo lanciato dal ministro Ruggiero, ma ribadisce: "Non ha senso discutere dei diritti lesi nei paesi del sud del mondo se contemporaneamente non si rispetta il diritto costituzionale a manifestare".
La discussione, però, non avrebbe come interlocutore il governo ma piuttosto il parlamento e verrebbe aperta solo su richiesta del presidente della camera dopo aver consultato i gruppi parlamentari. "Se ci sono le garanzie che chiediamo - ha sottolineato Agnoletto - ci sembra più adatto il terreno del confronto istituzionale e parlamentare proposto da Casini e dai capigruppo di tutti i partiti". "Al governo chiediamo di impegnarsi nei fatti", incalza Agnoletto. "Se Ruggiero ha a cuore i problemi per cui si batte il Genoa social forum, che lanci un segno. Si impegni, ad esempio, perché l'Italia non appoggi le sanzioni del Wto contro il Brasile, colpevole di distribuire alla popolazione farmaci anti-aids gratis. Ruggiero, come ex-presidente del Wto, ha contribuito a determinare queste regole, se ora è disposto a cambiarle e discuterle è invitato alle nostre piazze tematiche a Genova. Se è interessato è invitato ufficialmente alla sessione del Genoa social forum sulla sanità. Chiediamo, però, che ci siano concessi degli spazi per discutere, noi abbiamo indicato lo spazio di Marassi da mesi. E ci troviamo ancora qui a dire: "non ci sono gli spazi"".
Domani Agnoletto sarà accompagnato da una delegazione ridotta, tre o quattro persone che lui stesso sceglierà. "E' un segno di grande fiducia e di grande unità da parte di tutte le associazioni del Gsf", spiega il portavoce. Tra i delegati ci sarà anche un rappresentante delle Tute bianche, Chiara Cassurino di Ya basta, membro del "Consiglio dei portavoce delle Tute bianche". "Cassurino sarà solo un testimone, non parlerà ma ascolterà - dice Luca Casarini, portavoce dei centri sociali del Nordest - Vittorio Agnoletto è il portavoce ufficiale riconosciuto da tutti". "Se ci dicono di andare, noi andiamo - precisa riccardo Germani di Ya Basta - faremo ciò che deciderà il Gsf". E aggiunge: "Auspichiamo che il governo, già prima dell'incontro, annunci di voler rispettare il diritto di manifestare, intanto noi non aspettiamo e ci prepariamo comunque, al di là dell'esito dell'incontro".
Oltre al programma delle iniziative di discussione, è già quasi pronto un piano logistico della protesta, con tanto di servizio di sicurezza interno anti-provocazioni. Da Roma, dove si è svolta un'assemblea cittadina per preparare insieme ai Cub (Confederazione sindacale di base) lo sciopero di cittadinanza del 20 luglio, Guido Lutrario delle Tute bianche annuncia che sono già iniziate le trattative con le ferrovie dello stato. I romani hanno chiesto quattro treni speciali, per un totale di quattromila persone. "Annunceremo pubblicamente e per tempo - spiega Agnoletto - cosa, come e quando protestare, comprese le iniziative di disobbedienza civile pacifica e non violenta. L'agenda dirà dove e quando sdraiarsi a cantare e smettere al segnale della polizia, dove invece la polizia dovrà portarci via di peso e dove cercheremo di entrare nella zona rossa. Siamo lì per prenderle, non per darle". E rilancia una proposta già avanzata in passato dal Gsf, ma che sta riprendendo prepotentemente quota in questi giorni: "Che il governo rifletta su Göteborg, che la polizia non abbia armi da fuoco".