Manifesto 1 luglio 2001

"Germi di un movimento futuro"
Parla Agnoletto, soddisfatto dell'incontro: "conquiste soprattutto politiche"
CINZIA GUBBINI

"Siamo riusciti a conquistare dei risultati che stando alla lettera della Costituzione sembrebbero scontati, ma che - vista la situazione - non lo erano affatto". Vittorio Agnoletto presidente della Lega italiana lotta all'aids, medico, e portavoce ufficiale del Genoa social forum, pare quasi tirare un sospiro di sollievo alla fine dell'attesissimo incontro di ieri.

Qual è secondo te la conquista più importante?

Abbiamo ottenuto che Genova sarà, oserei dire, quasi una città aperta. Rimane un giudizio negativo e estremamente critico sul fatto che alle frontiere verrà applicata la formula restrittiva per cui saranno controllati i documenti. Il 2 e 3 luglio abbiamo una riunione con le delegazioni internazionali, a cui chiederemo di fare pressioni. Comunque lanciamo un appello affinché tutti portino i documenti, per evitare problemi. Ciò non toglie che abbiamo raggiunto risultati importanti, soprattutto sul piano politico. Il Gsf è diventato un interlocutore del governo e ha tenuto.

Assistiamo alla nascita in Italia di un movimento unitario?

Questo non lo so, dico che il Gsf rappresenta un'istanza unitaria nel rispetto delle diversità. L'elemento di novità che mi sembra di cogliere è questo: consapevolezza delle diversità, ma mi verrebbe da dire, anche orgoglio delle diversità. Il Gsf è in grado di muoversi come soggetto collettivo e di esprimere una sintesi. Questa è una cosa incredibile per l'Italia dove, ad essere tenui, è sempre esistita una certa diffidenza quando non una concorrenza anche solo nel mondo associativo, figuriamoci qui dove c'è l'associazionismo classico, i centri sociali, reti internazionali, pezzi di sindacato che a volte non si parlano neanche tra di loro.

Tu sei stato scelto come l'espressione di questa sintesi. Stressante?

E' un'esperienza stancante, anche perché non faccio questo di lavoro, ma è sicuramente molto entusiasmante perché vedi spezzoni di movimento che lavorano insieme sottolineando gli aspetti di cui ciascuno è portatore. Per me è stato interessante anche dal punto di vista umano. Mi sembra che ci siano delle prospettive per un movimento futuro: non siamo insieme su un'ideologia ma su un programma. Credo che oggi possiamo rispondere con un po' più di speranza all'appello che ci è stato inviato dal Forum mondiale di San Paolo: e cioè che l'Italia sia presente nel consiglio consultivo con una sorta di forum nazionale. Ovviamente si deve ancora molto discutere, e tanto dipenderà da come andrà Genova. Faranno di tutto per dividerci, già ci hanno provato. Ma abbiamo retto. E poi il Gsf martedì discuterà le richieste avanzate sia dall'Ulivo che dai Ds per avere degli incontro con noi. Ne discuteremo insieme e capiremo che cosa fare, però è un segnale. Come è un segnale il fatto che la Fiom ha risposto positivamente alla nostra richiesta di poter intervenire ai comizi degli scioperi generali del 6 luglio.

Nessun timore?

Beh, prima di tutto, Genova deve ancora arrivare. In secondo luogo dobbiamo impegnarci affinché la gente partecipi. Il mio unico timore è che la campagna di criminalizzazione portata avanti in questi mesi possa allontanare molte persone. Invece è fondamentale che a Genova si sia in tanti, questa volta la quantità è veramente sinonimo di qualità.