Corriere della sera 23 giugno 2001
SANTA MARGHERITA
I giovani industriali al
popolo di Seattle «Ora dialoghiamo»
- DAL NOSTRO INVIATO
SANTA MARGHERITA LIGURE (Genova) - Edoardo Garrone, il petroliere a capo dei giovani
industriali, sorprende la platea del convegno di Santa Margherita con una «fuga in
avanti» rispetto alle posizioni ufficiali di Confindustria. Una mano tesa al «Popolo di
Seattle» perché «con questi giovani il dialogo è lunica strada percorribile».
Ma anche «un invito a Silvio Berlusconi» affinché «si batta al G8 di Genova» per
quattro obiettivi: «Aprire i mercati ai prodotti dei Paesi più poveri; incentivare gli
investimenti; organizzare e finanziare la diffusione della tecnologia nel Sud del mondo;
stimolare la nascita di scuole, istituti di ricerca, ospedali». Più la proposta di
introdurre «una tassa mondiale sulle emissioni di gas».
Pochi giorni fa, allassemblea degli industriali di Roma, il presidente di
Confindustria Antonio DAmato aveva tessuto le lodi del liberismo di Reagan e della
signora Thatcher. Ieri Garrone ha preferito «gemellarsi» con il fotografo Salgado,
proiettando sul grande schermo non grafici e tabelle, ma immagini di bambine del Terzo
Mondo, con il viso sporco e lo sguardo triste. «Noi giovani industriali abbiamo da sempre
la funzione di introdurre nuovi temi e di spingere in avanti, sono sicuro che DAmato
condivide la nostra impostazione», ha spiegato Garrone.
Tuttavia è lo stesso leader dei giovani a rimarcare: «E la prima volta che gli
imprenditori italiani si confrontano con gli squilibri della globalizzazione». E in
effetti, parole come «povertà», «sottosviluppo», «emergenza Aids» prendono il posto
delle espressioni più frequenti nei convegni degli industriali («flessibilità»,
«pressione fiscale»). Lo «sviluppo» non è più una questione semplicemente economica,
ma chiama in causa «le regole e letica». Anzi, a un certo punto, Garrone,
riferendosi esplicitamente alle ragioni del «movimento anti-globalizzazione», si spinge
a sostenere la necessità «di un modello alternativo di sviluppo». Le basi,
naturalmente, rimangono quelle, irreversibili, del «capitalismo di mercato». Ma, nel
nuovo contesto mondiale, «sono indispensabili altri passaggi, la diffusione della
legalità, dellistruzione, della sanità». E inoltre il rispetto delle
compatibilità ambientali: «LEuropa, partendo dal protocollo di Kyoto, deve
spingere gli Stati Uniti, la Cina e lIndia ad adottare una cultura del rispetto dei
limiti».
Il nuovo corso «socialambientalista» dei giovani industriali comprende anche proposte
concreti, fra le quali «finanziare una maggiore spesa pubblica mondiale, tassando alcune
transazioni internazionali». Il sugerimento: «una tassa mondiale sul consumo di
combustibili che producono gas ad effetto serra. Unaliquota pari allo 0,5% sarebbe
sufficiente a generare un flusso di risorse pari a due volte il bilancio annuale di tutte
le Agenzie della Nazioni Unite».
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Giuseppe
Sarcina |
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