La Repubblica 19 giugno 2001

G8, il governo vuole il dialogo

Berlusconi: cancelleremo il debito, ma isoliamo i violenti
Il premier a Genova dopo la fiducia. Casini : ascoltare le voci della protesta. E Scajola incontrerà oggi gli amministratori

CLAUDIA FUSANI

ROMA - Cancellare il debito dei paesi del terzo mondo, isolare l'ala estremista dei manifestanti, dialogare, «perché il G8 sia un'occasione di lotta comune contro la povertà». Silvio Berlusconi sceglie l'aula del Senato e il discorso per la fiducia per elencare in tre punti la tattica contro la paure da G8. Il primo passo, un po' tardivo, è il dialogo. Si comincia oggi, direttamente al Viminale dove il ministro dell'Interno Claudio Scajola incontra il sindaco di Genova Giuseppe Pericu, il presidente della Regione Sandro Biasotti e della Provincia Marta Vincenzi. «E questo è solo il primo di una serie di incontri», precisa il Viminale, intendendo che i prossimi faccia a faccia saranno proprio con i leader delle varie anime del popolo di Seattle, dalle tute bianche fino al Genoa Social Forum. Si prosegue sabato quando il presidente del consiglio sarà a Genova per vedere, toccare e capire a che punto è la macchina organizzativa del vertice.
A dir la verità, la strategia del dialogo era già stata delineata sabato con le parole del ministro degli Esteri Renato Ruggiero. Ed è già cominciata ieri quando il presidente della Camera Pier Ferdinando Casini ha incontrato i rappresentanti la Rete degli organismi non governativi che sarà a luglio, a Genova, per manifestare: «E' necessario confrontarsi con chi protesta». Poi, sempre ieri, gli appelli del governatore della Banca d'Italia Antonio Fazio, del mondo cattolico e dei vescovi.
Congelata la pauraGoteborg, confermata la sede e il piano sicurezza e ordine pubblico, ora il governo lancia il dialogo e la moderazione, le armi più antiche che a volte riescono ad essere le più potenti. «Che alle parole seguano i fatti» mette le mani avanti Vittorio Agnoletto, uno dei leader del Gsf, il cartello che raccoglie ormai quasi settecento sigle del popolo noglobal. «Per il momento il governo ha avuto un comportamento schizofrenico, per militarizzare la città ha fatto quasi tutto, per dialogare invece ancora nulla. Ci permettiamo di ricordare che il tempo a disposizione è veramente poco e che il tavolo di confronto che noi chiediamo da mesi non è sui diritti - manifestare, la cittadella per il controvertice, convenzioni per l'ospitalità e libertà di movimento - ma sugli effetti della globalizzazione, dalla povertà nel mondo all'ambiente».
Tutto scritto in una lettera che il Gsf ha inviato al ministro Scajola appena insediato al Viminale e a cui il ministro intende rispondere nei prossimi giorni incontrando i leader una delegazione di leader dei noglobal. Intanto Scajola oggi studierà con i titolari degli enti pubblici liguri cosa è possibile fare e concedere ferme restando le misure di sicurezza. Perché poi in fondo organizzare l'accoglienza significa anche controllare arrivi e presenze.
Bisognerà poi conciliare lo sforzo di dialogo con una città che resterà militarizzata per motivi di sicurezza. «Perché purtroppo aggiunge il ministro Franco Frattini gli stessi manifestanti con cui cerchiamo il dialogo non riescono ad assicurarci l'isolamento dei ribelli».

-----------------------------------------------------------------------------------------------------

PRECISAZIONE SU QUESTO ARTICOLO DA PARTE DI VITTORIO AGNOLETTO

Carissimi,
vi faccio presente come l'intervista che Repubblica ha fatto a me ieri e che vedete pubblicata
oggi 19 giugno a pagina 6 (G8, il governo vuole il dialogo)  de "La Repubblica", non sia corretta.

Avevo dichiarato alla giornalista che era stato chiesto un tavolo non di trattativa, perché i
diritti sanciti dalla Costituzione non possono essere oggetto di trattativa con alcun governo
ma, bensì, un tavolo di confronto, come precisato anche nella lettera del GSF, sulle frontiere
aperte, sul funzionamento dei trasporti per raggiungere Genova, e su Genova Città Aperta.

La giornalista ha invece scritto che chiediamo un confronto sugli effetti della
globalizzazione, sulla povertà, etc. Argomenti che certo non possono essere oggetto di
trattativa tra il GSF e il Governo Berlusconi.

Faccio presente come già nei giorni scorsi la stessa giornalista sia stata protagonista di un
articolo altrettanto impreciso e destinato a creare spaccature all'interno del GSF.

La richiesta di precisazione a quel primo articolo fatta da me e anche da Stefano Lenzi non ha
portato fino ad ora a nessun risultato. Inoltre è evidente come Repubblica si distingua come un
giornale molto critico nei confronti del movimento antiglobalizzazione, nonostante la sua
posizione politica non sia di sostegno al Governo Berlusconi.

Mi chiedo se non sia importante come GSF chiedere un incontro con la direzione di Repubblica.

Vittorio Agnoletto