Corriere della sera 25 giugno 2001
Il governo incontrerà il popolo di Seattle
Incarico affidato ai
ministri Ruggiero e Scajola, che prima avranno un summit con Berlusconi
- ROMA - La trattativa va avanti anche se i vertici del Viminale non sembrano aver affatto
gradito la posizione presa dai rappresentanti del Global Social Forum. Domani il ministro
dellInterno Claudio Scajola e quello degli Esteri Renato Ruggiero faranno il punto
della situazione con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Dopo, il giorno non
è stato ancora fissato, i due ministri incontreranno gli esponenti del popolo di
Seattle. La conferma arriva in serata. Il capo della polizia Gianni De Gennaro
riferisce al ministro Scajola i temi trattati nellincontro di Genova e assicura che
ci sono spiragli per andare avanti. Passano pochi minuti e dal ministero giunge la
conferma: la riunione ci sarà. Ci sarà quell«incontro politico» tanto invocato
da chi combatte contro la globalizzazione. «Sì alle manifestazioni di protesta - ha
ribadito anche ieri Ruggiero - sì al dialogo, ma un no fermo alla violenza che crea
problemi, divide anziché unire». A questo punto il problema resta quello della
contropartita. I manifestanti chiedono garanzie, ma loro che cosa sono in grado di
assicurare? Di fronte a uneventuale restringimento della zona gialla ,
possono affermare che i gruppi più estremisti, quelli del Black Bloc, non cercheranno
comunque lo scontro? I veri pericoli - la conferma arriva dalle ultime informative dei
servizi segreti - non provengono dalle associazioni pacifiste, ma dai «cani sciolti»,
dai gruppi anarchici, da quellala dura che in tutti gli altri vertici mondiali ha
scatenato la guerriglia urbana.
Sullincontro che si è tenuto ieri a Genova, il Viminale, nonostante il disappunto,
cerca di smorzare i toni. Fonti vicine al ministro parlano di «riunione costruttiva»,
sottolineano come il capo della polizia «sia riuscito ad acquisire informazioni utili per
arrivare a un punto di incontro». Ma nessuno può negare che forse ci si aspettava
qualcosa di più, almeno sulle questioni tecniche. Dunque, tutti da Berlusconi per
decidere insieme fino a che punto si può cedere senza mettere a rischio lincolumità
dei partecipanti al G8 e dei cittadini genovesi. E soprattutto per capire quali siano gli
interlocutori giusti. Del resto, mentre De Gennaro incontrava i rappresentanti del Gsf,
Carlo Schelone, che ne fa parte, affermava: «Entreremo nella zona rossa usando lastuzia
e facendo staffette con le bici. Saremo come lacqua che si infiltra con molta
facilità. Non useremo alcuna violenza ma, adoperando solo mezzi che ci sono consentiti,
come ad esempio le biciclette, cercheremo di aggirare e non di forzare i blocchi alla zona
rossa».
Varcare larea protetta è uno degli obiettivi dichiarati del popolo di Seattle .
Ma, dal punto di vista del Viminale, è anche lostacolo maggiore sulla via del
dialogo. Dal 20 al 22 luglio lItalia si troverà al centro dellattenzione
mondiale. Lapparato di sicurezza ha tutta lintenzione di garantire il perfetto
svolgimento del G8. Non a caso la questura di Genova sta cercando delle soluzioni per
rendere agevole al massimo la permanenza delle organizzazioni del Gsf durante il vertice
dei Grandi. Allo studio cè la possibilità di mettere a disposizione per laccoglienza
due campi sportivi, di cui uno a Lagaccio, proprio sopra la stazione Principe.
Linea dura ci sarà invece alle frontiere, ma questo non vuol dire «chiusura».
«Sospendere il trattato di Schengen - ribadiscono i tecnici del Viminale - vuol dire
semplicemente ripristinare il controllo dei documenti di identità. Una misura che non
vuole penalizzare i manifestanti, ma prevenire leventuale ingresso di terroristi».
Nessun ostacolo anche per quel che riguarda la possibilità di stringere la zona gialla
. Anche se si sottolinea che i manifestanti potranno sfilare soltanto allinterno
dei percorsi concordati con i responsabili dellordine pubblico e dunque non potranno
mai arrivare in prossimità di quella rossa . Non a caso, durante la riunione di
ieri, il capo della polizia ha sottolineato che tutti gli accordi sui cortei dovranno
essere presi con la questura di Genova che, dopo aver esaminato i percorsi, deciderà se
rilasciare lautorizzazione. Su quello previsto per il 20 luglio non sembrano esserci
problemi. Dovrebbe partire da Quarto e arrivare al lungomare. Quelli dei giorni seguenti
dovrebbero seguire lo stesso tracciato.
Sulla trattativa tra governo e Global Social Forum interviene anche il ministro delle
Politiche comunitarie, Rocco Buttiglione. «Siamo pronti ad aprire il dialogo politico -
assicura - ma dobbiamo evitare in ogni modo di mettere a rischio lincolumità delle
persone e questo è il problema tecnico di cui si discute. Sul piano politico bisogna
invece trovare il modo di governare la globalizzazione. Il nostro intento è quello di
garantire la più ampia libertà di manifestare compatibilmente con i problemi della
sicurezza. Per questo mi chiedo come si pensi di impedire il G8: forse buttando a mare le
persone o incendiando le piazze?». Lapidario Ignazio la Russa, capogruppo di Alleanza
nazionale alla Camera. «Se fossi un esponente di Rifondazione mi chiederei come sia
possibile che proprio il governo di destra abbia deciso di stanziare tre miliardi e aprire
il dialogo con i manifestanti. Se a questo punto cè qualcuno che continua a
boicottare lopera dellEsecutivo è solo perché non vuol arrivare a nessun
incontro e a nessun compromesso».
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Fiorenza
Sarzanini |
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