Il Manifesto 27 maggio 2001 "Guerra alla guerra" L'esercito al G8? In serata Difesa e Viminale tentano la smentita. Ma ieri mattina a Genova le "tute bianche" avevavano già dichiarato guerra a Italia e Usa: "Risponderemo con i nostri corpi se verremo attaccati". E prosegue il dibattito nel vasto mondo del controvertice AUGUSTO BOSCHI - GENOVA Sono le 13 e 30, la conferenza stampa per presentare il questionario che verrà distribuito in 80 città sulle forme di resistenza da opporre in occasione del G8 di Genova è al termine. Luca Casarini, portavoce delle "tute bianche" del Nord Est, annuncia una dichiarazione importante. Legge, e quanto detto prima passa in secondo piano: "Vi annunciamo formalmente che anche noi siamo scesi sul piede di guerra". E' la risposta delle "tute bianche" alla decisione del governo di impiegare anche l'esercito per presidiare Genova nei giorni del vertice. In serata il ministero della difesa replica: "I reparti delle forze armate avranno funzione di antiterrorismo e antisabotaggio". S'accoda il Viminale: "Le forze armate non possono avere funzioni di ordine pubblico". Ma la "dichiarazione di guerra" resta. E' indirizzata ai servizi segreti, al ministero della difesa, alla presidenza del Consiglio alla presidenza della Repubblica, al Comitato nazionale per l'ordine e la sicurezza italiani; e alla direzione della Cia, al capo di stato maggiore delle forze armate Usa, all'ambasciata americana a Roma. "Se dobbiamo scegliere tra lo scontro con le vostre truppe e la rassegnazione non abbiamo dubbi: ci scontreremo", continua Casarini. Il centinaio di "tute bianche" reduci dalla marcia zapatista applaude. Alcuni si infilano il passamontagna e si fanno riprendere dalle telecamere ai fianchi del loro portavoce, mentre rilascia dichiarazioni alle tv. "E' l'unico gesto che ci resta dopo questi atteggiamenti di chiusura: questo governo di centro sinistra ha mobilitato i militari per la prima volta nella storia della repubblica per tentare di fermare una manifestazione". I ritardi e lunghi silenzi da parte del governo uscente pesano. Da oltre quattro mesi il Genoa social forum - che rappresenta 324 associazioni - chiede senza ottenere risposta che siano indicate le aree dove ospitare il controvertice e le zone di accoglienza per i 100mila attesi a Genova. Oltre, ovviamente, alle autorizzazioni per le manifestazioni che si terranno dal 20 al 22 luglio. La guerra dichiarata dalle "tute bianche" si concretizzerà nel tentativo di violare le aree off-limits, di penetrare nella "zona rossa" che delimiterà tutta l'area intorno a Palazzo Ducale, sede del vertice, in pieno centro cittadino. Il tutto senza alcuna impostazione aggressiva e militare, in modo pacifico, ma pronti a reagire nel caso di cariche della polizia. "Siamo gente pacifica - continua Casarini - ma questi signori devono rendersi conto che non possono governare il mondo in questa maniera: ci sono un miliardo di persone che vivono con meno di un dollaro al giorno; un milione di bambini che muoiono perché non hanno i vaccini. Cosa viene a dire Bush riguardo a questo? Tutto questo per noi è sufficiente per darci la forza di scontrarci anche con gli eserciti". Il problema è che se davvero le "tute bianche" cercheranno di oltrepassare la zona rossa, l'intervento delle forze dell'ordine appare scontato: "Se questi - prosegue Casarini - cominciano a bloccare le frontiere, i treni, a impedire le libertà costituzionali, se mandano l'esercito, perché dovrebbe essere pacifica? Perché noi dovremmo rassegnarci e abbassare la testa? Noi non lo faremo". Per Casarini l'essere a Genova per far sentire tutte le voci contrarie al modo di governare delle grandi potenze è qualcosa di più di un diritto. E' un obbligo nei confronti della terra: "Noi vogliamo dire che questo mondo è possibile cambiarlo e per esprimere le nostre idee abbiamo dichiarato guerra agli eserciti di occupazione italiano e americano. Noi contiamo sul fatto che la nostra gente sia disposta a venire a Genova a costo anche di scontrarsi con loro. Se ci attaccano, ci difenderemo. La dichiarazione di guerra l'hanno fatta loro per primi. Vogliono impedire di manifestare democraticamente, schierano gli eserciti e le polizie e per dire cosa? Che sono i più potenti del mondo? Lo sappiamo già". Intanto in 80 città italiane verrà distribuito il questionario. Tre le domande: "è giusto praticare la disobbedienza civile? è giusto esprimerla con l'invasione nelle zone off-limits? è giusto pensare a forme di autodifesa se la polizia cercherà di massacrarci e violerà palesemente i diritti umani?". Chi volesse rispondere può farlo anche su www.tutebianche.org. Attese 50 mila risposte. |