GENOVA - Il dialogo tra Governo e Genoa Social Forum
si incrina. E gli Antiglobal lanciano un ultimatum: la Questura sciolga, entro
24 ore, il vincolo di sicurezza sulle aree d'accoglienza. Altrimenti, dice
Massimiliano Morettini, rappresentante del GSF, "significa che le richieste di
dialogo del Governo sono state un bluff". La sensazione
di essere stati ingannati dal Governo si fa sempre più forte, dopo l'ennesimo incontro,
tra manifestanti, questura, prefettura e provincia, concluso con l'ennesimo nulla di
fatto. "Rispetto alle indicazioni di Scajola e De Gennaro - spiega Massimiliamo
Morettini, rappresentante del GSF - non c'è stato nulla di nuovo". Che, tradotto,
significa Villa Gentile, lo stadio Carlini, l'impianto della Sciorba e due scuole che
garantiscono accoglienza per tre mila persone. "Noi ne aspettiamo 30 mila certe,
forse 35 mila - continua Morettini - gli spazi che ci hanno conesso sono assolutamente
insufficienti. Noi abbiamo indicato una serie di aree, tutte a Levante visto che a Ponente
è stato messo il veto. E chiediamo ci siano concesse dal questore. Al prefetto chiediamo
un'ordinanza che 'perquisisca' i luoghi per ordine pubblico".
Intanto, al dialogo segue l'azione. Le Tute Bianche guidate da Luca
Casarini hanno confermato, per mercoledì 4 luglio, l'occupazione del campo da calcio
Lagaccio. A pochi passi dal centro sociale Terre di Nessuno, che ospita l'officina delle
armi dell'Esercito dei sognatori, il campo diventerà un luogo in cui dormire, mangiare,
ma anche cantare e ballare, ospitando diversi concerti e manifestazioni culturali.
Alle logiche di accoglienza, poi, pensano anche gli uomini delle
forze dell'ordine. Sono già arrivanti a Genova i primi 500 dei 15 mila uomini
che "presidieranno" il capoluogo ligure per il G8 in aggiunta ai 2000
normalmente in servizio in città. Saranno in tutto 7.000 poliziotti, 5.000
carabinieri, 1.500 finanzieri, 1.200 soldati e 200 guardie forestali.
La sistemazione delle forze dell'ordine. I 15 mila
poliziotti, carabinieri e finanzieri saranno saranno sistemati all'interno di
caserme, navi e la Fiera, che diventerà una vera ''cittadella della polizia'', che
ospiterà circa 2.500 persone, con un grande dormitorio dotato di aria condizionata,
docce e impianti sportivi per i momenti di relax. Protestano, invece, gli agenti di
custodia di rinforzo al carcere di Marassi che vedono i primi normali alloggi soltanto
più affollati. Dei 40 agenti di rinforzo già arrivati (su un totale di 60
previsti), 20 sono stati collocati in una stanza con un unico bagno, per giunta privo di
porta. Mentre gli altri 20 sono stati sparsi per vari alloggi, alcuni di colleghi in
ferie.
Il blitz contro il lavoro interinale. La Rete No Global ha effettuato un
blitz in una decina di agenzie di lavoro interinale disseminate nelle maggiori
città del Sud d'Italia. Sono state occupate dagli attivisti uffici delle maggiori
società di lavoro in affitto a Napoli, Palermo, Messina, Bari, Taranto, Cosenza, Caserta
e Benevento. I contestatori chiedono che ''dal 15 al 22 di luglio, a Genova, nessuna delle
agenzie di lavoro interinale - dice il portavoce della rete No Global, Francesco Caruso -
resti aperta, altrimenti le occuperemo noi''. L'azione contro le società di lavoro in
affitto è dovuta alla visione degli antiglobalisti dell'interinale come "nuova
forma di caporalato organizzato, e noi a Genova manifestiamo anche contro l'affitto delle
persone''. Una lettera che chiede la chiusura effettiva, ed a valenza simbolica, delle
agenzie di lavoro interinale a Genova è stata spedita a tutte le società che
operano in Italia.
I comunisti napoletani. I giovani comunisti che parteciperanno alle
manifestazioni anti-globalizzazione previste a Genova in occasione del prossimo G8
intendono comunque entrare nella cosidetta zona rossa. Lo riferisce a Napoli Peppe De
Cristofaro, che per i giovani di Prc si è seduto al tavolo interlocutorio fra
Governo e sigle aderenti al controvertice. "Lo abbiamo detto sin dall'inizio -
dichiara De Cristofaro - abbiamo l'intenzione di entrare nella zona rossa, di mettere in
atto una disobbedienza civile pacifica. Parlare di zona gialla ci sembra Indicare il
limite di un campo di battaglia, ma quella che noi vogliamo attuare è una protesta
politica". Secondo l'esponente di Prc, "è probabile che ci sarà una reazione
da parte delle forze dell'ordine, ma noi siamo lì per prenderle, non per darle".
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