Il Nuovo 3 luglio 2001

G8, il dialogo si incrina

Il Genoa Social Forum lancia un ultimatum: la Questura sciolga il vincolo sulle aree d'accoglienza. In arrivo 15 mila delle forze dell'ordine. La Rete No Global occupa le agenzie per il lavoro interinale.

di Melissa Bertolotti

 

GENOVA - Il dialogo tra Governo e Genoa Social Forum si incrina. E gli Antiglobal lanciano un ultimatum: la Questura sciolga, entro 24 ore, il vincolo di sicurezza sulle aree d'accoglienza. Altrimenti, dice Massimiliano Morettini, rappresentante del GSF, "significa che le richieste di dialogo del Governo sono state un bluff".

La sensazione di essere stati ingannati dal Governo si fa sempre più forte, dopo l'ennesimo incontro, tra manifestanti, questura, prefettura e provincia, concluso con l'ennesimo nulla di fatto. "Rispetto alle indicazioni di Scajola e De Gennaro - spiega Massimiliamo Morettini, rappresentante del GSF - non c'è stato nulla di nuovo". Che, tradotto, significa Villa Gentile, lo stadio Carlini, l'impianto della Sciorba e due scuole che garantiscono accoglienza per tre mila persone. "Noi ne aspettiamo 30 mila certe, forse 35 mila - continua Morettini - gli spazi che ci hanno conesso sono assolutamente insufficienti. Noi abbiamo indicato una serie di aree, tutte a Levante visto che a Ponente è stato messo il veto. E chiediamo ci siano concesse dal questore. Al prefetto chiediamo un'ordinanza che 'perquisisca' i luoghi per ordine pubblico". 

Intanto, al dialogo segue l'azione. Le Tute Bianche guidate da Luca Casarini hanno confermato, per mercoledì 4 luglio, l'occupazione del campo da calcio Lagaccio. A pochi passi dal centro sociale Terre di Nessuno, che ospita l'officina delle armi dell'Esercito dei sognatori, il campo diventerà un luogo in cui dormire, mangiare, ma anche cantare e ballare, ospitando diversi concerti e manifestazioni culturali.

Alle logiche di accoglienza, poi, pensano anche gli uomini delle forze dell'ordine. Sono già arrivanti a Genova i primi 500 dei 15 mila uomini che "presidieranno" il capoluogo ligure per il G8 in aggiunta ai 2000 normalmente in servizio in città. Saranno in tutto 7.000 poliziotti, 5.000 carabinieri, 1.500 finanzieri, 1.200 soldati e 200 guardie forestali.

La sistemazione delle forze dell'ordine. I 15 mila poliziotti, carabinieri e finanzieri saranno saranno sistemati all'interno di caserme, navi e la Fiera, che diventerà una vera ''cittadella della polizia'', che ospiterà circa 2.500 persone, con un grande dormitorio dotato di aria condizionata, docce e impianti sportivi per i momenti di relax.  Protestano, invece, gli agenti di custodia di rinforzo al carcere di Marassi che vedono i primi normali alloggi soltanto più affollati. Dei 40 agenti di rinforzo già arrivati (su un totale di 60 previsti), 20 sono stati collocati in una stanza con un unico bagno, per giunta privo di porta. Mentre gli altri 20 sono stati sparsi per vari alloggi, alcuni di colleghi in ferie.

Il blitz contro il lavoro interinale. La Rete No Global ha effettuato un blitz  in una decina di agenzie di lavoro interinale disseminate nelle maggiori città del Sud d'Italia. Sono state occupate dagli attivisti uffici delle maggiori società di lavoro in affitto a Napoli, Palermo, Messina, Bari, Taranto, Cosenza, Caserta e Benevento. I contestatori chiedono che ''dal 15 al 22 di luglio, a Genova, nessuna delle agenzie di lavoro interinale - dice il portavoce della rete No Global, Francesco Caruso - resti aperta, altrimenti le occuperemo noi''. L'azione contro le società di lavoro in affitto è dovuta alla visione degli antiglobalisti dell'interinale come "nuova forma di caporalato organizzato, e noi a Genova manifestiamo anche contro l'affitto delle persone''. Una lettera che chiede la chiusura effettiva, ed a valenza simbolica, delle agenzie di lavoro interinale a Genova è stata spedita a tutte le società che operano in Italia.

I comunisti napoletani. I giovani comunisti che parteciperanno alle manifestazioni anti-globalizzazione previste a Genova in occasione del prossimo G8 intendono comunque entrare nella cosidetta zona rossa. Lo riferisce a Napoli Peppe De Cristofaro, che per i giovani di Prc si è seduto al tavolo interlocutorio fra Governo e sigle aderenti al controvertice. "Lo abbiamo detto sin dall'inizio - dichiara De Cristofaro - abbiamo l'intenzione di entrare nella zona rossa, di mettere in atto una disobbedienza civile pacifica. Parlare di zona gialla ci sembra Indicare il limite di un campo di battaglia, ma quella che noi vogliamo attuare è una protesta politica". Secondo l'esponente di Prc, "è probabile che ci sarà una reazione da parte delle forze dell'ordine, ma noi siamo lì per prenderle, non per darle".