Manifesto 6 giugno 2001 L'inutile
G8 di Amato
Il premier uscente incontra alcune Ong: sì ai
cortei, no alla cittadella
ANGELO MASTRANDREA - ROMA
Sì allo svolgimento dei cortei, no alla cittadella per il Public forum,
cui sono invitati personaggi del calibro di Nelson Mandela. Troppo vicina alla "zona
rossa", dunque troppo pericolosa. Secondo il presidente del consiglio Giuliano Amato,
nonostante le buone intenzioni degli organizzatori, potrebbero esserci seri problemi di
ordine pubblico. E' così che si consuma il passaggio di consegne sulla questione G8 tra
il vecchio e il nuovo governo, non senza qualche polemica sulle responsabilità
organizzative e con un Berlusconi che si dichiara "preoccupato" anche se non
criminalizza tutto il "popolo di Seattle" ma, chissà perché, solo "quelli
che stanno alla testa e in coda" ai cortei.
Questo il sunto di una giornata cominciata con un incontro tra Amato e le ong che si
riconoscono nel Genoa non governmental iniziative (Gng), un tavolo di
confronto con la società civile aperto dal governo proprio in vista del G8. In tutto
un'ora e un quarto di colloqui, sette interventi dei rappresentanti delle ong (tra queste,
Forum del terzo settore, Sdebitarsi, Campagna per la riforma della Banca
mondiale), due del presidente del consiglio Giuliano Amato, accompagnato dal
consigliere diplomatico uscente Francesco Olivieri e da quello entrante Giovanni
Castellaneta, richiamato dall'ambasciata in Australia per gestire il vertice. Al termine,
conferenza stampa a 360 gradi su sicurezza e ambiente, e battutine polemiche nei confronti
del centrodestra. Con qualche problema: il primo è che i rappresentanti delle ong
incontrati ieri a Palazzo Chigi non rappresentano il Genoa social forum, anche se
alcune associazioni ne fanno parte, e dunque non è con loro che andranno discusse le
modalità del controvertice; il secondo è che Giuliano Amato è ormai dimissionario, e
spetterà al nuovo governo l'ultima parola. Nuovo governo che per il momento assume le
sembianze di Silvio Berlusconi ("in mezzo a tante persone che vogliono compostamente
manifestare le loro opinioni, qualche provocatore ci sarà senz'altro e se si scatenano
gli scontri, allora finisce che anche qualcuno dei pacifici finisce per arrabbiarsi")
e del presidente della commissione di controllo sui servizi segreti Franco Frattini, che
rilancia le responsabilità per un eventuale fallimento sul centrosinistra, che ha
organizzato il vertice. Quanto al documento approvato dal Genoa social forum (lo si
può leggere a fianco), si rifiuta ogni violenza contro la città e le persone, cittadini
e poliziotti.
Dal punto di vista sostanziale, dunque, l'incontro di ieri a Palazzo Chigi è servito a
ben poco. Vittorio Agnoletto, portavoce del Genoa social forum, taglia corto:
"Questa è sabbia che si disperde al vento. Siamo mesi che chiediamo un incontro
senza ricevere risposte".
I rappresentanti del Gng hanno consegnato al premier un documento di 90 pagine -
redatto da quattro centri studi (Cespi, Ipalmo, Iceps e Iai) -
che sintetizza alcune campagne portate avanti dalla società civile. Documento che però
non si sa se finirà sul tavolo degli otto grandi nelle giornate genovesi, nè nelle
cartelle degli sherpa incaricati di preparare i materiali di discussione.
Su specifica richiesta, il presidente del consiglio ha poi confermato che esprimere il
dissenso è legittimo, nei limiti di una protesta pacifica. Ma niente cittadella, perché
nessuno, "né voi né le forze di polizia", sarebbe in grado di garantire che
non accada qualcosa di brutto. Per Agnoletto, "le affermazioni di principio non
spostano di un millimetro la questione. Noi abbiamo chiesto un tavolo di confronto e non
abbiamo ottenuto alcuna risposta. Non vogliamo inserirci in questo balletto tra il governo
entrante e quello uscente". Balletto in cui è entrato, ieri sera, anche Silvio
Berlusconi che, all'assemblea dei deputati di Forza Italia, si è dichiarato
"preoccupato" perché ci sono ben 241 possibili varchi d'accesso alla "zona
rossa" da presidiare. Il futuro premier è stato informato della situazione dal
segretario generale della Farnesina Umberto Vattani, che ieri ha compiuto un sopralluogo a
Genova. Al termine l'alto funzionario ha comunque escluso che il vertice possa essere
spostato altrove, su una portaerei o in un'altra città.
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