Corriere della sera 24 giugno 2001

I duri del movimento mostrano il loro kit. Nuove armi alle forze dell’ordine: i carabinieri lasciano il fucile


«Elmetti e scudi, così invaderemo la zona rossa»

L’equipaggiamento costa trentamila lire: maschera antigas, gomitiere e parastinchi

DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Con la modica cifra di trentamila lire si può dare l’assalto alla cittadella del G8. Le Tute bianche genovesi giocano a carte scoperte, mostrano i loro strumenti di lavoro, ne elencano i prezzi a beneficio di giornalisti e cameramen.
«Come ci vedrete adesso, sarà come ci vedrete al vertice», dicono. «La nostra è disobbedienza civile, invaderemo la zona rossa con i nostri corpi e vi faremo vedere come». Si apre una porta della fabbrica abbandonata che ospita il centro sociale «Terra di nessuno», periferia del Lagaccio, sulle alture della città. Dopo il lancio di un fumogeno (un po’ di coreografia), escono quattro ragazzi che indossano l’attrezzatura da manifestazione. Uno di loro espone il catalogo con professionalità («L’attrezzatura suggerita per tutti quelli che vogliono partecipare»). Il kit da piazza è «semplice e alla portata di tutti»; il sughero spesso per fabbricare parastinchi e gomitiere «lo trovate nei migliori negozi specializzati», così come i corpetti nautici, «sempre utili per ogni azione di disobbedienza». Poi, qualcosa per riparare la testa dai colpi delle forze dell’ordine (che qui chiamano «forze dell’impero»). L’ideale è un elmetto antinfortunistico, ma va bene anche un casco da motociclista. Serve una maschera antigas con filtri antipolvere per metalli leggeri, il prezzo non dovrebbe superare le diecimila lire. I guanti da lavoro devono salvare le mani dalle botte «e servono per rimandare al mittente i lacrimogeni», per proteggere gli occhi dai gas meglio gli occhiali da motociclista (più aderenti, riparano meglio) di quelli da nuoto. Per gli scudi, comprare qualche metro quadro di plexiglas e poi dividerlo, ma vanno bene anche le camere d’aria dei camion. Il tutto da indossare sotto la tuta bianca in carta plastificata, che fa sudare come bestie ma ormai è qualcosa di più di un segno di riconoscimento. Il costo totale - garantiscono quelli del «Terra di nessuno» - non dovrebbe superare le trentamila lire.
Ma attenzione. Non è stata una semplice parata, quella di ieri. «È stata una scelta», dice Matteo Jade del centro sociale Zapata. Le parole sono rivolte agli avversari che stanno dietro a una scrivania («Gli unici violenti sono gli otto grandi, con Ruggiero e con gli altri non parliamo di contenuti»). Ma la dimostrazione è anche un messaggio agli avversari (in divisa) che staranno dietro una transenna. «Vi facciamo vedere quello che abbiamo - dice Jade - , e come lo useremo. Noi non nascondiamo niente». Neppure l’incertezza sul partecipare o meno all’incontro di oggi con il capo della polizia insieme al resto del Genoa Social Forum, neppure l’intenzione di fare campi di addestramento nei due campi da calcio poco lontani dal «Terra di nessuno», da considerarsi occupati a partire dal 4 di luglio. «I nostri strumenti - dice Jade - sono inoffensivi, e serviranno solo per difenderci dagli attacchi delle forze dell’impero. Nessuna violenza da parte nostra».
Gli altri, le «forze dell’impero», non possono mostrarsi. Dicono di essere pronti. La fase di addestramento delle forze dell’ordine è finita. I due poliziotti americani arrivati per spiegare come si usa il «Tolfa-jet» (il manganello vuoto, con manico a «L») sono già ripartiti.
Il nuovo sfollagente verrà utilizzato anche dai carabinieri, e questo è un debutto: niente più fucile, cioè carabina. Avranno gli scudi nuovi, «a tartaruga», piccoli e tondi (più adatti per ripararsi dalle sassaiole), usati dalla polizia giapponese e francese. Non rinunceranno a quelli quadrati, più adatti degli altri a costruire barriere mobili contro i manifestanti. Equipaggiamenti rinnovati. Solo le tute non cambieranno, per proteggersi dalle botte gli agenti indosseranno sotto alla divisa un’armatura paracolpi, con protezioni simili a quelle che usano i giocatori di football americano.
Ci saranno gli idranti, per le strade di Genova. Una ventina, presi a prestito dalla Guardia Forestale. Ogni agente avrà con sé la pistola di ordinanza, una 92 Parabellum. Nessun’altra arma. E un solo punto di contatto con i ragazzi in tuta bianca. La stessa frase, ripetuta nei giorni, che vale come una promessa reciproca: «Nessuna violenza da parte nostra».
Marco Imarisio