Manifesto 4 luglio 2001

Alla camera larghe intese sul G8?

Il vertice di Genova arriva alla camera e il governo cerca di sparigliare le carte. Con la regia di Renato Ruggiero va in onda infatti il tenativo di regalare al primo G8 di Silvio Berlusconi un'investitura bipartisan. Ovvero una risoluzione votata sia dalla maggioranza che dall'opposizione. "Credo vi sia una sostanziale convergenza tra la gran parte delle forze politiche" dice in aula il ministro degli esteri. Poi si spinge pił in lą, dichiarando "l'accordo di fondo del governo sulla mozione di Kyoto dell'onorevole Calzolaio". Ovvero la proposta di Ds e Margherita di impegnare l'Italia, e l'Europa, a realizzare quegli accordi anche contro le resistenze di George Bush.
Ma Ruggiero ci tiene a mettere i puntini sulle "i", e si lancia in una difesa a oltranza del "suo" Wto, definendolo addirittura "l'unica organizzazione internazionale fondata sul diritto e non sui rapporti di forza". Ma mentre l'Ulivo si riunisce a conclave per decidere se accettare la mano tesa del governo (che gią produce spaccature, sia con Rifondazione comunista che con i Verdi) da Lipsia interviene con forza Carlo Azeglio Ciampi. "Noi e gli americani siamo due distinte culture" dice il capo dello stato, chiedendo per l'Unione europea un ruolo pił forte proprio a partire dal G8 di Genova. Perché, dice, "la nuova missione dell'Europa sarą quella di governare la globalizzazione". Un processo che "sta generando, oltre a un pił alto sviluppo, squilibri economici e sociali di eccezionale portata".