Avvenire 1 luglio 2001 «Sì al dialogo con chi
protesta, ma per ora sento parlare di zone rossa e gialla e non di globalizzazione»
«Non spegnete le luci a fine vertice»
Rutelli a Genova: l'Ulivo incontrerà giovedì il Social Forum
Elio Maraone
Nostro Inviato
GENOVA. L'Ulivo ha grande considerazione per i movimenti che contestano
pacificamente l'iperliberismo su scala mondiale, tanto che prima - giovedì prossimo - del
G8 incontrerà il Genoa Social Forum a Montecitorio. Lo annuncia Francesco Rutelli, che
intervenendo a sorpresa al convegno sulla globalizzazione organizzato dall'Autorità
portuale riconosce al «popolo di Seattle» il merito di aver «acceso i riflettori sui
temi che contano: disuguaglianza socio-economica, lavoro, ambiente, salute, istruzione».
Invece, aggiunge, il G8 rischia di rappresentare ancora gli interessi di pochi, e di
concludersi senza novità concrete: «Come un circo - osserva - alla fine potrebbe
spegnere le luci, smontare le tende e lasciare il silenzio. Fuor di metafora, l'ennesima
delusione».
Il G8 è del tutto inutile? gli chiedono. «No - è la risposta - può essere utile, ma a
patto che presti davvero attenzione al fattore umano, ai valori della persona. Stiamo a
vedere, per adesso sento parlare tanto di "zona gialla" e di "zona
rossa" a Genova, e poco o niente di una correzione di rotta della globalizzazione».
E come gestire l'ordine pubblico? «Nessun commento, riguarda il governo in carica. Però
penso, in generale, che si debba cercare il dialogo con tutte le parti ragionevoli. I
violenti andrebbero isolati con estrema severità».
Rutelli vuole evitare la polemica con Berlusconi, che si trova a Genova per valutare la
situazione, e non vuole commentare «in assenza di documenti, di leggi scritte», il piano
dei cento giorni governativo. Però scocca lo stesso una frecciata al rivale, invitando a
«non confondere i comunicati stampa ripresi da alcuni media con i fatti», e ricordando
per esempio che «l'imposta di successione per le famiglie era già stata abolita dal
centro-sinistra, mentre qui si vuole abolire quella sui patrimoni miliardari».
Cambiando registro, accenna all'«impoverimento» negli ultimi decenni delle istituzioni
multilaterali, a cominciare dall'Onu, alla «povertà» della politica (compresa quella
italiana, compresa quella del centro-sinistra), che è apparsa spesso ambigua,
rinunciataria, incapace di risolvere i problemi della persona e di governare la
globalizzazione. In interessante consonanza con il cardinale arcivescovo Dionigi
Tettamanzi che al convegno giovedì ha fatto sensazione sollecitando dai potenti impegni
«definitivi e obbliganti» su questi stessi temi, esorta il G8 a cancellare il debito dei
Paesi poveri, a lottare contro l'Aids, ad ascoltare i diseredati e la società civile.
La politica, aggiunge Rutelli, deve a sua volta ritrovare la capacità di farsi ascoltare,
di incidere positivamente sul corso della storia umana. Su questo punto, al convegno, non
va oltre. Più tardi, nell'albergo dove si svolge l'Assemblea regionale degli eletti,
insiste sulla necessità di ridare forza e compattezza all'Ulivo, di ritrovare la spinta
unitaria e, con essa, la fiducia e l'entusiasmo.
Ripete il suo slogan favorito («condurremo un'opposizione fiera, forte, leale, al
servizio dell'interesse degli italiani»), fa l'elogio di una politica «agile,
trasparente, partecipata». Schiva le domande dirette sul suo personale futuro politico,
ma i suoi appaiono i modi di un candidato alla leadership dell'opposizione. I militanti ne
appaiono consolati, corre il motto «Ripartire dalla Liguria», dove alle elezioni l'Ulivo
è andato benissimo. Qualcuno tuttavia ricorda che si tratta di una pianta a crescita
lenta, molto lenta.
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Elio Maraone
Nostro Inviato
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