Corriere della sera 27 giugno 2001

Il governo sul G8: linea dura con i violenti Domani a Roma l’incontro con i contestatori. Berlusconi andrà a Genova per un sopralluogo


Scajola e Ruggiero dal premier. «Sì al dialogo con i manifestanti ma niente trattative»

ROMA - Il governo accoglie la richiesta del Global Social Forum e convoca i rappresentanti dei contestatori per domani a Roma. Tra venerdì e sabato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi volerà invece a Genova per verificare personalmente l’apparato organizzativo e di sicurezza messo a punto in vista del G8. Dura due ore il vertice convocato a Palazzo Chigi con i ministri dell’Interno Claudio Scajola e degli Esteri Renato Ruggiero. E rilancia il dialogo con chi sta organizzando le manifestazioni di protesta contro la globalizzazione. Unica condizione: la non violenza. «La nostra linea - ribadiscono i titolari di Viminale e Farnesina - è quella della fermezza. Faremo rispettare le leggi e l’ordine pubblico con il massimo rigore». «La posizione decisa ieri - aggiunge il vicepresidente Gianfranco Fini - non credo possa essere contestata da alcuno, se non da chi ha intenzione di approfittare delle manifestazioni di dissenso per dar vita a manifestazioni di carattere violento».

LA RIUNIONE - Proseguire il confronto con i contestatori per convincerli a isolare i violenti. E’ questa la linea del governo dettata da Berlusconi. Dopo aver ascoltato la relazione del capo della polizia Gianni De Gennaro sugli incontri avuti a Genova nei giorni scorsi, il presidente ha sottolineato la necessità di andare avanti per cercare un compromesso che consenta manifestazioni pacifiche. Per questo ai rappresentanti del Global Social Forum si chiederà la massima collaborazione per tenere a distanza chi vuole trasformare i cortei in guerriglia urbana. In cambio saranno concessi spazi per l’accoglienza sia nella zona di Levante, sia in quella di Ponente. E soprattutto si valuterà l’ipotesi di restringere la zona gialla consentendo ai manifestanti di arrivare sino ai limiti.


LE CONDIZIONI - «Non ci sarà una trattativa con il Gsf. Ascolteremo le richieste del Gsf e garantiremo loro la massima visibilità per l’espressione del dissenso. Su questo daremo chiare istruzioni alle forze dell’ordine». Alla sua prima uscita ufficiale nella sala stampa di Palazzo Chigi il ministro dell’Interno Scajola detta le sue condizioni. La scelta di presentarsi davanti ai giornalisti insieme al collega degli Esteri Ruggiero non è casuale. E’ con entrambi che i contestatori devono condurre il dialogo, con loro dovranno arrivare a un compromesso per garantire, come sottolinea il titolare del Viminale, «la massima serenità ai lavori del Vertice e la sicurezza ai cittadini di Genova». Proprio ieri il ministro dell’Interno tedesco Otto Schily ha chiesto ai suoi colleghi dell’Unione Europea, con i quali si riunirà il 13 luglio, di «varare misure dure ed efficaci contro i turisti dei disordini». «I contestatori violenti - ha aggiunto - vanno fermati alle frontiere come abbiamo fatto noi in occasione degli Europei di calcio del 2000 quando siamo riusciti a tenere alla larga gli hooligans».


LE MISURE - Più volte in questi giorni si è parlato della possibilità di spostare il vertice dal Palazzo Ducale alla Zona Marittima. Una possibilità che la questura di Genova ha però già escluso, visto che nell’area non c’è la possibilità di garantire i servizi telefonici e telematici e soprattutto le apparecchiature necessarie allo svolgimento della riunione dei Grandi. L’unica alternativa, qualora ci fossero esigenze straordinarie, resta il trasferimento a bordo della nave European Vision. Ipotesi che comunque sembrano destinate a rimanere tali, visto che proprio ieri i responsabili della sicurezza hanno dato avvio al piano di preparazione del Palazzo Ducale. Da parte sua il Comune sta cercando sistemazioni alternative per i senzatetto che abitualmente vivono all’interno della zona rossa .
Fiorenza Sarzanini