Corriere della sera 19 giugno 2001
Confermato il vertice a Genova. Il premier: l’ala estremista deve essere isolata e messa in condizioni di non fare danni

«Manifestate al G8 ma senza violenze»

Berlusconi apre ai contestatori e annuncia: l’Italia cancellerà l’intero debito dei Paesi poveri

ROMA - «A Genova, il governo coglierà l'occasione per un messaggio forte sui grandi temi della modernizzazione e della lotta alla povertà». Con queste parole Silvio Berlusconi conferma in aula al Senato, durante le sue dichiarazioni programmatiche, che il summit dei Paesi maggiormente industrializzati si svolgerà, come da agenda, nel capoluogo ligure. Ma al tempo stesso il presidente del Consiglio usa il suo discorso per «cambiare» la prospettiva con la quale finora si è guardato al vertice. Lascia in seconda battuta i temi della sicurezza e rilancia sui «contenuti». Annunciando un’iniziativa senza precedenti e cioè che l’Italia rimetterà al cento per cento i debiti dei Paesi in via di sviluppo di cui siamo creditori. E proprio a partire dai temi della «lotta contro l'emarginazione e la miseria», Berlusconi lancia il ponte del dialogo con il movimento dei contestatori della globalizzazione. «Agli italiani e agli europei che dissentono, che si preparano a manifestare, in piena legittimità, a Genova - ha detto - il governo si rivolge con una sola voce, con una sola parola: siamo aperti al dialogo, purché il diritto costituzionale venga rispettato, perché il diritto di manifestare è indisponibile da parte di qualsiasi autorità».
Questa apertura non è però solo una questione di metodo democratico. Berlusconi ha aggiunto infatti: «Anche nel merito diciamo loro: riflettete, non sciupate una grande occasione. Come ho già detto a Göteborg, tutti debbono capire che i temi che vogliamo discutere nel G8 sono gli stessi che muovono e animano i cosiddetti contestatori». Dov’è allora il problema? «È che non c'è, o non c'è stata fino a ora, una linea di comunicazione tra noi e loro per far comprendere che in gran parte i loro obiettivi sono anche i nostri, sono gli obiettivi di chi ha ricevuto, democraticamente, la responsabilità di governare». E ancora insiste sul fatto che il suo governo tenterà di stabilire «uno strumento per comunicare» con i manifestanti. Un dialogo che ieri si è già avviato a livello istituzionale, visto che il presidente della Camera Pierferdinando Casini ha ricevuto una delegazione del «Forum del Terzo settore» all’insegna dell’ascolto «di tutte le voci anche di forte protesta».
C’è una sola condizione, per Berlusconi: «Tutto deve svolgersi - lo ripeto - nella più rigorosa esclusione di ogni forma di violenza e nella più gelosa tutela dell'ordine pubblico. L'ala estremista del movimento contrario alla globalizzazione deve essere isolata e messa in condizioni di non nuocere». Per tutto il periodo del vertice e per i due appuntamenti che lo precederanno e lo seguiranno a Roma: il vertice dei ministri degli Esteri e la visita del presidente americano George Bush (nella Capitale il 23 luglio). Infine, sempre a proposito dell’ordine pubblico, Berlusconi lancia un appello «anche alle opposizioni» perché si facciano carico di evitare a Genova «lo spettacolo drammatico a cui abbiamo assistito in molte città del mondo». Ma mentre dice questo tre senatori di Rifondazione issano dei foglietti in cui invitavano a «buttare a mare il G8».
Quanto al debito, la priorità di intervento del governo italiano riguarderà «soprattutto nel tormentato continente africano». Complessivamente «ventitré Paesi stanno beneficiando di una sostanziale riduzione - ha detto il presidente del Consiglio -; essa si tradurrà nella cancellazione dei crediti commerciali e di aiuto per complessivi 54 miliardi di dollari». Ma poi ha aggiunto: «L'Italia andrà oltre le intese di Colonia, con la cancellazione del 100 per cento di tutti i crediti commerciali e di aiuto».
M. Antonietta Calabrò