La Repubblica 16 giugno 2001

La risposta delle donne al ‘militarismo' del G8

Oggi corteo a Genova l'opinione

IMMA VOZA BARBAROSSA*

Non si sa bene quanti appartenenti alle forze dell'ordine che prestano servizio in Puglia siano stati "allertati" (si dice cosi in gergo militare?) per l'azione antisommossa a Genova in occasione de1 G8 di luglio; la stampa tempo fa ha dato notizia di alcune migliaia di agenti già inviati a frequentare un corso rapido antisommossa nella stessa Genova. Questo con i1 vecchio governo; ora il nuovo su questo terreno vorrà fare una miglior figura con i potenti della terra sul terreno dell'ordine pubblico. In realtà le forze dell'ordine dovrebbero frequentare lunghi corsi di formazione per "tutelare" la sicurezza delle decine di migliaia di persone che verranno a Genova da tutto i1 mondo per contestare questo ennesimo meeting dei signori del mercato.
Ebbene, le contestazioni al G8 si aprin questi giorni proprio a Genova a Palazzo San Giorgio, con un evento insolito per i1 cosiddetto "popolo di Seattle", un convegno femminista con presenze internazionali e una manifestazione per le strade della città, che avrà la forma originale di una rete non virtuale, tessuta dalle centinaia di associazioni femminili che hanno partecipato alla marcia europea e mondiale delle donne nel 2000: la rete circonderà la famigerata "zona rossa" proibita ai cortei. Ma perché le donne? Per molte ragioni: la riflessione femminile e femminista nel mondo ha messo in evidenza il nesso profondo che c'è tra patriarcato, nazionalismi e militarismi: oggi in Italia inoltre con la vittoria elettorale delle destre e occorre un impegno forte delle donne nel respingere una cultura reazionaria che fa dell'attacco al corpo ed alla libertà delle donne una bandiera ideologica ed una scelta politica.
La globalizzazione, connotata come neoliberistica e fondata sulla sacralità del mercato, uccide la vita della natura e dei suoi abitanti. Milioni di bambini in Africa muoiano di Aids perché le loro madri non possono curarsi a causa del costo elevato delle medicine, mentre le bambine del sud est asiatico vengono scelte per il turismo sessuale degli agiati occidentali.
La globalizzazione non é diffusione globale di benessere ma espansione del dominio di chi detiene ricchezza e potere. A questo dominio globale la riflessione femminista, tuttavia, non oppone le piccole patrie né i recinti nazionalistici, etnici, tribali, ma la proposta di una civiltà più alta, quella della solidarietà sociale e della uguaglianza dei diritti, che o si traduce nella lotta concreta allo sfruttamento (sociale e di genere) o rimane nel giardino delle pie intenzioni e nella beneficenza. Anche la Commissione Nazionale di Parità presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri parteciperà al convegno delle donne con una delegazione del gruppo internazionale. Personalmente sono impegnata a coordinare un gruppo di lavoro su "globalizzazione, tecnologie, guerre, nuovo ordine mondiale, conflitti, razzismo". In coerenza con la critica dei militarismi e dei tradizionalismi, questo movimento politico di donne intende posizionarsi in modo critico anche rispetto ad ogni forma di militarizzazione dei cortei e alle modalità belliciste di alcune minoritarie parti del movimento, che riteniamo subalterne e speculari alle pratiche di guerra dei potenti del mondo.
*Coordinamento nazionale Forum delle donne di Rifondazione comunista