Manifesto 10 luglio 2001 IL
COMMENTO
Miracolo a Genova
FILIPPO GENTILONI
La chiesa cattolica si mette alla guida
delle schiere anticapitaliste e antiglobalizzazione? Il papa attacca i ricchi e si smarca
dai potenti? Il G8 avrebbe compiuto il miracolo? Sarebbe riuscito là dove aveva fallito
la teologia della liberazione con tutti gli Zanotelli e i poveri cristi del terzo e quarto
mondo?
I mass media hanno esaltato il discorso di domenica del papa in piazza San Pietro, mentre
i cattolici antiglobalizzazione si riunivano a Genova con la benedizione del cardinale:
niente violenza, ma niente più oppressione dei ricchi sui poveri e annullamento - totale,
non parziale - del debito dei paesi del terzo mondo. Non più chiacchiere ma fatti. Sembra
un sogno.
Che cosa è accaduto? Una svolta veramente credibile o un semplice aggiustamento, di
quelli nei quali la storia cattolica è maestra? La risposta rimanda ad alcune radici,
lontane e vicine.
Fra quelle lontane, ma non troppo, la caduta dei muri. La chiesa non ha più bisogno di
combattere a destra e a sinistra. Non esiste più il rischio che la condanna del
capitalismo la inserisca d'ufficio fra gli alleati del comunismo, come nel dopoguerra, al
tempo della teologia latinoamericana della liberazione. Ora il rischio è un altro,
contrario: che il papa appaia, soprattutto ai poveri del mondo, come una specie di
cappellano della Casa Bianca. Un rischio che il Vaticano deve evitare a tutti i costi.
Tanto più che nel mondo più povero, dall'Asia all'Africa, il successo dell'islam è
lampante. Roma rischia, ancora una volta, di apparire come la patria dei colonizzatori,
dei ricchi di occidente. Bisogna reagire, finchè si è in tempo. Il G8 può essere una
buona occasione. Soprattutto perché una gran quantità di associazioni, gruppi cattolici,
comunità anche importanti si è impegnata a favore del terzo mondo. Gli stessi
"papaboys" dell'estate scorsa a Tor Vergata. Un insieme giovane che il Vaticano
si è deciso di non reprimere, tutt'altro: potrebbe rappresentare l'avanguardia di un
cattolicesimo di domani. Pazienza se non sempre in linea né con le encicliche pontifice
né con i proclami della Casa delle Libertà.
Una svolta, dunque? E' presto per dirlo. Forse. Soprattutto se questo cattolicesimo
anticapitalistico riuscisse a prevalere sul suo contrario, ancora molto forte. Sul
cattolicesimo che stringe concordati e alleanze con tutti i potenti della terra - anche i
dittatori, come Mussolini, Franco, Pinochet - e concorda con le loro banche e con i
loro eserciti che soffocano le libertà; sul cattolicesimo che in Africa blocca le
campagne antiaids in nome di una morale rigida e formale; che costringe le donne a
rimanere in serie B.
Fatti e non parole se, come speriamo, la partecipazione cattolica alle manifestazioni di
Genova indicherà una vera svolta nei confronti del dominio del capitale internazionale e
delle sue alleanze. Il grande "peccato" del nostro secolo.
|