La Repubblica 10 luglio 2001 G8, missili a difesa dell'aeroporto Batterie di terraaria contro eventuali attentati a Genova Aumenta l'allarme terrorismo. Il leader delle tute bianche: "La nostra è guerriglia comunicativa. Così usiamo i media" E l'Africa sogna un futuro guardando al modello europeo A Lusaka Gheddafi e Kofi Annan battezzano la nuova unione nata sulle ceneri dell'Oua GIAMPAOLO CADALANU ROMA - Si avvicinano i giorni del vertice, e la tensione per possibili attentati contro il G8 aumenta a Genova. Ieri batterie di missili Spada sono state schierate a difesa dell'aeroporto Cristoforo Colombo. Il sistema - terraaria - è in dotazione all'Aeronautica e durante la guerra in Kosovo è stato schierato in difesa delle coste pugliesi da eventuali attacchi. Il pericolo è infatti rappresentato da un eventuale blitz terroristico magari con un piccolo aereo o un elicottero. E l'allarme in pieno centro nella città che ospiterà l'evento è scattato davvero per una sospetta autobomba a piazza Corvetto, vicino alla Prefettura. Gli artificieri hanno fatto brillare una minicarica sull'auto, appurando che non vi era alcun ordigno, mentre una voce maschile, che ha detto di parlare a nome delle «Nuove Brigate Rosse Europee», ha telefonato alla sede Ansa annunciando attentati al ministero della Giustizia e a personaggi internazionali e italiani. Il sedicente brigatista ha anche detto che l'ultimo giorno del vertice dei G8 sarà per le Br «una grande lotta». Gli inquirenti ritengono la telefonata di scarsa attendibilità. Ma la preoccupazione aumenta anche per gli arrivi dei primi manifestanti. Il primo assalto, ancora prima che alla zona rossa, sarà alle Ferrovie. Metà dei dimostranti arriverà infatti a Genova con treni speciali. La rete antagonista romana Rage, che riunisce 50 associazioni, ha annunciato di aver chiesto cinque convogli per portare nel capoluogo ligure almeno 5mila manifestanti. Altri 15 convogli sono stati prenotati per il 18 e 19 luglio in partenza da altre città d'Italia: in totale sono almeno ventimila contestatori che viaggeranno sui binari. «Ma non abbiamo ancora ottenuto risposta» dice Guido Lutrario portavoce della rete di Roma. «In assenza di conferme - ha aggiunto - il 18 luglio ci sarà una pacifica invasione della stazione Termini». Davanti alla sede della Banca Mondiale, Rage ha raccomandato ai manifestanti di attrezzarsi con un kit antiG8: sacco a pelo, generi di sussistenza per tre giorni e protezioni personali come casco, maschera antigas, tappetini di gomma piuma per proteggere le braccia e gambe. L'unica guerriglia per il momento è quella «comunicativa» illustrata ieri dal leader delle Tute bianche, Luca Casarini. «Non siamo una creazione dei media, anzi siamo noi a utilizzare i mezzi di informazione» ha detto, in un incontro pubblico per la presentazione dell'ultimo numero di Limes a cui hanno partecipato il direttore di Repubblica Ezio Mauro e i direttori di Tg5 e Tg7, Enrico Mentana e Gad Lerner. «La nostra è una strategia politica, sapevamo che diffondendo la notizia della dichiarazione di guerra al G8 sarebbe diventata la notizia del giorno» ha detto Casarini ringraziando la stampa per aver favorito la logica del movimento. «Siete voi - ha aggiunto - la mia arma: il messaggio che manderete in giro per il mondo durante le giornate del G8 sarà che noi non danneggeremo la città perché la vogliamo dalla nostra parte. A noi serve il consenso». Da Madrid il ministro degli Esteri Ruggiero tende una mano: »Vogliamo una globalizzazione dal volto umano». (a.g.) Due padrini d'eccezione hanno seguito la nascita dell'Unione africana in questi giorni a Lusaka. Muammar Gheddafi e Kofi Annan hanno gettato l'ultima palata di terra sull'Organizzazione dell'unità africana, sui suoi 38 anni di illusioni e delusioni, e hanno rilanciato il sogno di un continente più autonomo, capace di guardare al futuro senza incubi. Mentre i potenti del pianeta preparano il G8, i leader del continente più povero si rimboccano le maniche. Se l'Oua doveva gestire il post colonialismo, l'Ua nasce guardando al modello dell'Europa con le sue istituzioni: un parlamento, una commissione, una banca centrale, un tribunale e un mercato interno. Gli ostacoli sono le piaghe di sempre: la povertà, la guerra, l'Aids, i rifugiati. Per arrivare, ci sono strade diverse, e non è detto che il percorso proposto dai due padrini sia lo stesso. Gheddafi, protagonista, ispiratore e grande sponsor del vertice (per il quale ha versato un milione di dollari), ha riscoperto in tempi recenti una vena panafricana, correggendola con il suo pensiero antiimperialista. Annan ha introdotto ieri una visione forse più laica, attaccando la classe politica. «Le crisi del continente», ha detto il segretario dell'Onu, «sono colpa di tutti i leader africani, nessuno escluso». Per Annan la meta di «un continente caratterizzato da pace, cooperazione, progresso economico e certezza del diritto» non è vicina: l'Africa è oggi «nelle condizioni dell'Europa dopo la seconda Guerra mondiale». Così la prospettiva del «rinascimento africano» è legata ai piani della nuova organizzazione ma anche alla volontà dei singoli leader. A Lusaka si parla di un progetto denominato "Iniziativa africana", che dovrebbe riunire il Programma Millennium voluto dal sudafricano Thabo Mbeki e il piano Omega guidato dal senegalese Abdoulaye Wade. Ma la realtà dei conflitti non si lascia chiudere fuori dalla porta: i funerali di Paul Tembo, ex braccio destro del leader zambiano Frederick Chiluba poi passato all'opposizione, sono diventati spunto per la contestazione del regime. Tembo è stato assassinato venerdì scorso, mentre stava per testimoniare in un processo a esponenti del governo incriminati per corruzione. |