Manifesto 10 luglio 2001

"Noi, suore gandhiane"
La missionaria Pasini risponde al ministro Ruggiero
MIMMO DE CILLIS *

Piccola, anziana, occhialuta. Ma soprattutto volitiva, carica, determinata. Suor Patrizia Pasini, missionaria della consolata, è in prima linea nella protesta contro il G8. Anche il ministro Ruggiero se ne è accorto, e ha scritto una lettera aperta pubblicata dal Corsera. Il ministro, definendosi "cattolico praticante", esprime sconcerto per una suora che si oppone al G8, propinandole una predica sulle buone intenzioni dei grandi della terra. Ma suor Patrizia non ci sta. Ieri ha risposto al ministro con una missiva, chiarendo le ragioni profonde del suo impegno e le modalità pacifiche del suo agire. La religiosa è l'ideatrice delle giornate del 20 e 21 luglio a Sant'Antonio di Boccadasse, la chiesa di Genova dove si riuniranno 250 congregazioni missionarie di tutto il mondo a pregare e digiunare per chiedere giustizia e solidarietà.

Con quale spirito voi missionari sarete a Genova il 20 e 21 luglio?

Viviamo tra i poveri del Sud del mondo e siamo testimoni di come il debito estero e gli aggiustamenti strutturali del Fondo monetario abbiano disumanizzato e affamato le popolazioni tra cui lavoriamo. Tutti i giorni tocchiamo con mano lo sfruttamento e le ingiustizie subite da una parte dell'umanità. Seguendo il richiamo del papa, ci sentiamo attivamente coinvolti per chiedere al G8 la totale cancellazione del debito estero di questi paesi impoveriti.

Come procede la preparazione delle giornate di Boccadasse?

Tutto va a gonfie vele. Stiamo ricevendo adesioni anche da non cattolici. Siamo stupiti che il nostro invito abbia avuto una risposta così massiccia in Europa e altri continenti. Molti hanno sposato proprio questo stile di protesta, autenticamente cristiano: il digiuno e la preghiera sono provocazioni "che smuovono le montagne" ed esprimono il nostro "no" a questa globalizzazione.

Come interpreta questa mobilitazione?

E' per noi una grande novità, ci sfida ad avere più coraggio. Ci fa riflettere sulla presenza di valori nella società civile, ci fa apprezzare strumenti come il digiuno, usati da grandi uomini, quali Gandhi, per combattere le loro giuste battaglie.

Perché avete scelto come simbolo l'immagine del "Cristo campesino"?

La preghiera è il grido del povero che attraversa e giudica la nostra vita di benestanti, chiede a dio giustizia e conversione. Il "Cristo campesino" è l'icona di questa preghiera, perché è un contadino crocifisso sugli strumenti del suo lavoro e parla dell'oppressione del povero.
* Lettera 22