La Repubblica 7 giugno 2001 Troppi varchi, accessi chiusi con barriere Zona offlimits: i "buchi" non sono 241 come sostiene Berlusconi. Ma presidiarli tutti sarà impossibile verso il g8 Una muraglia tra i vicoli BRUNO PERSANO I cinesi l'hanno costruita per difendersi dall'invasione dei mongoli. Il questore per tutelarsi dalle incursioni dei contestatori. Non sarà paragonabile a quella eretta dalla dinastia dei Ch'in, ma servirà ugualmente per mantenere lontano gli 'invasori'. Crollerà il giorno dopo la chiusura del vertice; non la potremo apprezzare, per fortuna, che tre o quattro giorni, ma sarà utile quanto lo è stata duemila anni fa la muraglia cinese. Troppe strade da controllare nel centro storco. Silvio Berlusconi ha detto che durante i G8 «dovranno essere presidiati 241 varchi». Finora le indiscrezioni parlavano di molto meno: sommando anche i vicoli, non si supera quota ottanta, forse qualche decina in più contando anche le strade del Molo. A Roma sono impegnati nella stesura della lista dei ministri e dei sottosegretari; non hanno tempo per spiegare. D'altronde la voce del padrone ha parlato chiaro: 241 ha detto Berlusconi. Li abbiamo contati uno a uno, da piazza Cavour a via Canneto il Lungo, fino a piazza Dante, via XII Ottobre, Corvetto, Nunziata e via Gramsci. Scartando l'ipotesi di organizzare piccoli eserciti per difendere ogni traversa chiusa, il questore ha pensato di chiedere la costruzione di una piccola muraglia intorno al centro. Ostacoli invalicabili, capaci di sopportare l'assalto dei facinorosi, lisci e senza appigli che favoriscano la scalata. Ostacoli fissi che chiuderanno i vicoli lungo il perimetro della zona rossa. Sarà una cortina che dividerà la città in due: da un lato gli autorizzati, dall'altra i contestatori. È per loro, o contro di loro, che prefetto e questore stanno pensando da settimane. Devono conciliare le esigenze di chi lavora o abita nel centro, con l'annunciato impegno dei manifestanti di rovinare l'incontro dei primi ministri con un'incursione a palazzo Ducale. La soluzione della muraglia genovese è la più gettonata: consente l'apertura di qualche decina di 'porte' e libera un gran numero di poliziotti e carabinieri dalla fatica di presidiare un centinaio di traverse. Il primo a sollevare dubbi sulla scelta di Genova come sede dei G8 fu proprio Silvio Berlusconi in piena campagna elettorale. La topografia del centro città è un reticolo di stradine. Nel triangolo compreso tra via San Luca, via Banchi e Macelli di Soziglia, via della Maddalena, ne abbiamo contato quarantacinque di stradine, piazzette e vicoli. Parecchi caruggi sono ingombrati da impalcature che sembrano naturali scale per raggiungere i piani alti dei palazzi. Sono state montate alla fine dell'anno scorso quando alla città era stata già assegnato il compito di organizzare il vertice e sono ancora lì, ad incentivare la fantasia di ladri e futuri contestatori. Vico Colalanza, ad esempio. È un vicolo a metà di via san Luca. L'impalcatura stringe il vicolo e si chiude sulla testa dei passanti formando un tetto posticcio, male illuminato da due lampioni pubblici. Sul cartello del cantiere, è indicata la data dei inizio dei lavori, 21 dicembre 2000, ma nessuna ipotesi sul termine del cantiere. Anche nel vicolo successivo c'è un'altra impalcatura. Vico alla torre di San Luca; è largo poco più di un metro a causa dell'impalcatura che lo chiude ai lati e sopra. C'è una sola lampada al termine del vicolo; più che una stradina del centro storico, sembra un tunnel. Dieci metri più avanti, un'altra incastellatura di ferro è stata innalzata per restaurare la facciata e il tetto del 12 di via San Luca. Inizio lavori: 2 ottobre 2000. Fine lavori: non c'è scritta. Nel vicolo Morchi che scende da via San Luca verso piazza Caricamento, i tubi Innocenti sono montati così bassi che i passanti devono abbassare la testa per non batterci contro. La scala per raggiungere i piani più alti è (nascosta?) dietro fragili lamiere ondulate. Anche ai confini della zona rossa la situazione non migliora. Percorrendo via Canneto il Lungo, all'altezza di vico Valoria, la facciata del caseggiato numero 27, è protetta da un'impalcatura che raggiunge il primo piano. La strada è così stretta che l'impalcatura sfiora le finestre dirimpetto. Un agile incursore potrebbe sgattaiolare alla caccia dei poliziotti usando forza nelle braccia e un po' di fortuna. Se poi i manifestanti usano il sacco a pelo, i rischi si moltiplicano. Passeggiando nella futura zona rossa, abbiamo contano almeno ventitré rifugi accessibili. Nascondersi oggi per colpire il giorno del vertice potrebbe essere una strategia vincente per i manifestanti. Il centro storico offre una buona dose di scappatoie. |