La Repubblica  3 luglio 2001

G8, l'assalto del Meridione "Nessun accordo col governo"

Divisioni fra gli antagonisti. Ciampi scrive ad Annan
La rete "Sud Ribelle" non accetta il patto con il Viminale: "Niente trattative, siamo per la linea dura". Anche le tute bianche si dissociano

ANAIS GINORI


ROMA - Un po' garibaldino, un po' masaniello, Francesco Caruso impasta le parole con aria sorniona: «Sia chiaro a tutti che a Genova andiamo per fare casino. Altro che protesta: noi vogliamo proprio bloccare il G8 e invadere la zona rossa». Hacker storico di Napoli «attivista digitale» corregge lui Caruso rappresenta i cinquemila contestatori in partenza dal sud per la Liguria. E' lui, 26 anni, che organizza la mobilitazione di «Sud Ribelle», la rete di associazioni meridionali antiG8, che da tempo preoccupa il Viminale. «Con noi gli accordi non sono possibili. Nessun governo ci costringerà a trattare, tantomeno Berlusconi».
Il movimento antiG8 si divide su come gestire la protesta. Oggi il Genoa Social Forum avrà una riunione decisiva a Genova sulle modalità di contestazione al vertice, mentre il presidente Ciampi ha scritto a Kofi Annan per chiedere che nel prossimo quinquennio il segretario dell'Onu rafforzi l'impegno «nella complessa via dell'affermazione della dignità umana, della sicurezza dei popoli e dello sviluppo sostenibile». Ciampi ha lanciato un appello: «Senza unità, solidarietà e concretezza saremo succubi e non protagonisti della globalizzazione».
Ieri gli «inflessibili» del Sud, questo il nome di battaglia, hanno dimostrato cosa intendono fare durante il G8. A Napoli, Cosenza, Palermo, Messina e in altre città meridionali hanno invaso le agenzie di lavoro interinale. Gli «eurodisoccupati» hanno occupato i centri Adecco e Manpower per qualche ora. «Il lavoro interinale è un caporalato legalizzato» dice Caruso. Che spiega: «Uno degli obiettivi del movimento è ottenere il salario garantito». Il 15 luglio l'occupazione contro i contratti in affitto si ripeterà a Genova. «Obbligheremo le otto agenzie del capoluogo alla serrata».
Gli oltre trenta gruppi di «Sud Ribelle», federati nel Genoa Social Forum, non condividono la trattativa con il governo portata avanti dal portavoce Vittorio Agnoletto. «Non si possono spacciare diritti costituzionali come conquiste» è la battuta di Caruso che giovedì ha inviato a Scajola un bossolo di Sarajevo. Era, sostiene, «un messaggio pacifico per chiedere di disarmare la polizia».
A Genova invece saranno schierati 15mila poliziotti con armi e strumenti antisommossa. «Saremo disarmati, abbiamo sottoscritto il patto di nonviolenza del Genoa Social Forum» conferma Caruso. A Napoli, i noglobal verniciarono le telecamere di sorveglianza e crearono il sito beffa www.ocse.org. Il giovane masaniello, cresciuto nell'Officina 99, ricorda nei modi e nelle intenzioni Luca Casarini, il leader delle tute bianche del Nord. Ma lui non è d'accordo: «Rifiutiamo il concetto di Casarini sulla disobbedienza civile. Per noi disoccupati e precari del Sud la disobbedienza può essere solo incivile».
Oggi però i duri del movimento saranno schierati insieme. Rifiutano i controlli alle frontiere, le limitazioni della zona rossa. Si definirà così il blocco degli invasori, quelli che cercheranno di sfondare i blocchi. In questo blocco ci sono già Sud Ribelle, tute bianche, giovani comunisti del Prc. Caruso, alias striker, promette anche il 19 luglio l'arrembaggio alla portarei di Bush con la nave Odissea, una spedizione dei Mille alla conquista di Genova. Costo della crociera garibaldina: 35mila lire. Ma è già tutto esaurito.