Corriere della sera 4 giugno 2001 Il leader di Rifondazione e Frattini (Forza
Italia) avevano aperto un dialogo per salvaguardare il vertice e i cortei
Genova, centri sociali
contro Bertinotti
«Manifestare
pacificamente per il G8 è un diritto, non trattiamo con il governo»
ROMA - «Mi dispiace per
Bertinotti: abbiamo un buon rapporto con lui, ma non può decidere al posto nostro».
Questa volta nella sede di Corto Circuito c’è insofferenza nei confronti del
compagno Fausto: «Se il segretario di Rifondazione comunista, dall’alto del suo
ruolo, vuole garantire il diritto costituzionale a manifestare, faccia pure. Altrimenti,
lasci perdere». E comunque vadano le cose, avverte Gianfranco Bragaloni, sia chiara una
cosa: a Genova non accetteremo imposizioni del tipo "zona rossa", area riservata
ai potenti del G8». Nei centri sociali della capitale la notizia del dialogo tra il
forzista Franco Frattini, che sta per entrare nella squadra del governo Berlusconi, e
Fausto Bertinotti, l’idea di un tavolo di confronto per salvaguardare sia il G8 che
le manifestazioni del popolo di Seattle, incontra più di una critica. E, nel migliore dei
casi, un bel po’ di scetticismo. Alfonso Perrotta, uno dei leader di Villaggio
Globale , nel popolare quartiere di Testaccio, spiega bene perché: «Noi ci stiamo
organizzando per andare a Genova e ci andremo in ogni caso per manifestare pacificamente.
Certo, se poi chiuderanno la città le cose sia per noi e che per chi dovrà gestire l’ordine
pubblico saranno molto più complicate. Ma quella di Bertinotti mi sembra un’iniziativa
autonoma che non tiene conto della rete creata per le iniziative in programma tra il 20 e
il 22 luglio». Una rete che si chiama Genoa Social Forum , l’organismo che
raggruppa tutte le sigle, tra associazioni, movimenti, centri sociali, partiti e sindacati
(circa 400) che manifesteranno a Genova contro gli effetti negativi della globalizzazione.
Daniele Farina, leader del Leoncavallo , il 13 maggio è stato eletto consigliere
comunale a Milano nelle file di Rifondazione. Ma anche lui di fronte all’idea del
tavolo non si entusiasma: «Non sono contrario per principio. Però - confessa - non ne
capisco bene l’oggetto. Il problema non è di chi vuole manifestare, ma di chi ha
deciso di perimetrare la città per impedire al corteo di passare. Non c’è, non ci
può essere, un’autorizzazione preventiva».
Tra le associazioni che prenderanno il treno per Genova ci sono anche quelle dell’area
eco-equo-pacifista-femminista che fanno capo a Lilliput . E tra di loro milita, nel
Centro nuovo modello di sviluppo, anche Franco Gesualdi, ex alunno di don Lorenzo
Milani nella storica scuola di Barbiana: «Manifestare è un diritto: non vedo come possa
essere oggetto di contrattazioni. Poi, quando si scende in piazza, ognuno si assume le sue
responsabilità. Ma i rischi ci sono sempre e ovunque, quando si fa un corteo o in altre
occasioni: lo abbiamo visto purtroppo anche a piazza San Pietro. No, io non vedo proprio
la necessità di costituire un tavolo con i rappresentanti di Palazzo Chigi. Il nostro
obiettivo è piuttosto quello di andare in tanti a Genova in modo da bloccare i
"grandi" del G8 nella loro cittadella dorata».
A contestare con forza il metodo del confronto è anche la sinistra interna di
Rifondazione comunista. Ma per motivi tutti ideologici: «Un partito comunista non può
legittimare un governo reazionario come interlocutore politico del movimento». Il
documento è firmato da nove componenti della direzione nazionale, guidati da Marco
Ferrando. In altre parole, no all’«inciucio» di cui, a loro giudizio, sarebbe
responsabile il compagno Bertinotti. Ma, a parte la segreteria - e la maggioranza del
partito - a difendere il valore del dialogo con Frattini, avviato dal Foglio e
rilanciato da Liberazione , c’è anche un dirigente della Cgil di area
Rifondazione, come Giorgio Cremaschi: «Lo dico da sindacalista: i tavoli sono tutti
positivi. Anche perché credo che l’idea del segretario sia quella di gestirlo non
per discutere di ordine pubblico, bensì di globalizzazione. Insomma, un tavolo tutto
politico». E fa sapere che anche i metalmeccanici della Fiom saranno in forze a Genova
tra il 20 e il 22 luglio.
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