La Repubblica 28 giugno 2001

Il Papa che crede nella protesta


Quando il popolo di Seattle dà il via alle manifestazioni di protesta la Chiesa cattolica dov'è, fuori o dentro il Palazzo? E' un fatto innegabile che negli ultimi tre anni, complice anche il Giubileo del 2000, nei discorsi del Papa e nei documenti dei vescovi le critiche al fenomeno della globalizzazione sono aumentate notevolmente. A volte con toni molto duri, offrendosi come sponda teorica al popolo di Seattle, variegato mondo di soggetti impegnati nella resistenza a quello che loro stessi definiscono ormai comunemente «l'Impero».
Il Papa è portavoce di un cattolicesimo che rivendica il primato di «un codice etico comune senza del quale la logica del mercato porta al relativismo», come ha ribadito alla Pontificia accademia di scienze sociali il 27 aprile, in quello che è considerato il suo intervento più vicino alle istanze del popolo di Seattle, soprattutto per la frase: «La globalizzazione ha portato con sé non solo una crescente interdipendenza delle economie e dei sistemi sociali, ma anche di nuove idee filosofiche ed etiche basate sulle nuove condizioni di lavoro e di vita introdotte in quasi tutte le parti del mondo».
(roberto rotondo)