Manifesto 10 luglio 2001 Ai
nastri di partenza
Roma, la Rage si prepara. E alla cena di
autofinanziamento spunta Manu Chao
CINZIA GUBBINI
Ultimi lampi di luce sul G8, prima che il governo italiano si ritiri nel
blindatissimo palazzo Ducale di Genova: oggi il ministro degli esteri terrà un'audizione
alla commissione affari esteri del senato, domani è la volta dell'aula di palazzo Madama
dove si discuteranno le mozioni sul G8. In contemporanea il Genoa social forum si
riunirà a Genova, per uno degli ultimi incontri prima del taglio dei nastri di partenza:
il 16 inizia il Public forum, avvio ufficiale del controvertice.
Ma come si farà a raggiungerlo? Le trattative con le Ferrovie vanno per le lunghe.
Proprio ieri Rage, la rete antiglobalizzazione economica di Roma, ha annunciato che
- se non arriveranno risposte chiare - i contestatori romani invaderanno la stazione
Termini il 18. "Abbiamo chiesto cinque treni (tre il 18, uno il 19 e uno il 20) a un
prezzo politico - ha spiegato Guido Lutrario del Corto circuito - ma non abbiamo
ancora ricevuto risposte. Da Roma dovrebbero partire 4 mila persone, purtroppo non
possiamo avere dati certi, ci basiamo sull'adesione a Rage che ha ormai raccolto
oltre 50 associazioni". Con il treno partiranno anche gli stranieri di Roma, che
parteciperanno al corteo del 19. "Chiediamo che agli immigrati non siano controllati
i documenti, visto che andiamo a protestare proprio contro le frontiere e il trattato di
Schengen", hanno spiegato gli anti-globalizzatori. Che ieri sera hanno ricevuto anche
una gradita sorpresa: alla loro cena di autofinanziamento, in via dei Volsci, è spuntato
all'improvviso il musicista Manu Chao, presente a Roma per il concerto che terrà oggi a Fiesta.
Se da Roma i Rage-isti non sanno ancora esattamente come arrivare a Genova, sanno
però cosa andare a fare. La Rete romana, infatti, ha deciso collettivamente di
disobbedire (civilmente) e di provare a violare la zona rossa il 20 luglio. Una decisione
per alcuni versi inaspettata e che caratterizza la realtà romana nel frastagliato
panorama degli antiglobalizzatori. Rage infatti non è la rete delle Tute bianche o
dei Giovani comunisti, che hanno già dichiarato da settimane l'intenzione di penetrare
nella zona rossa. Ne fanno parte l'Arci, molti comitati di quartiere, gli studenti
dell'università, la federazione romana dei Verdi e molti centri sociali che hanno seguito
percorsi diversi da quello delle Tute bianche. Anche i romani, quindi, dovranno dotarsi
del kit di protezione: gomma per riparare braccia e gambe, maschera antigas contro i
velenosissimi lacrimogeni, e il casco per riparare la testa, oggetto del contendere tra
manifestanti e questura, perché la legge vieta di indossare durante le manifestazuioni
qualsiasi cosa che possa travisare l'aspetto. Interpellata sulla questione, la questura di
Roma non ha voluto spiegare se permetterà o no alle persone "dotate" di casco
di salire sui treni. D'altronde è notizia di ieri l'evacuazione di un'ala dell'ospedale
di Bordighera, dettata dalla necessità di avere posti letto liberi in caso di scontri
durante il controvertice. E nel capoluogo ligure il nervosismo cresce: ieri gli
artificieri hanno fatto saltare in aria una macchina "sospetta" parcheggiata
davanti alla prefettura, e il centro della città è stato transennato per ore.
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