Lunedì 9 Luglio 2001

PERICU SPIEGA «HO AVUTO IL DOCUMENTO DEI CATTOLICI PER I CAPI DI STATO, CERTO MOLTE COSE SONO DA CONDIVIDERE»
Il sindaco: «Sarà una città aperta»
Tutti potranno esprimersi, non fare ciò che gli pare»

IERI il sindaco, Giuseppe Pericu, ha detto che «Genova sarà una città aperta». Non gli crede quasi nessuno. Però, i cattolici sono andati via e l’hanno ringraziato: gli hanno dato un manifesto con gli 8 punti del programma da consegnare ai capi di Stato. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, invece è venuto e non l’ha incontrato; ha visitato le cose fatte («sono molto soddisfatto» ha lasciato detto) e ne ha trovate ancora da fare. Lui dice che va tutto bene. La verità è che non dev’essere mica facile fare il sindaco del G8. Signor sindaco, mancano dieci giorni al Grande Appuntamento. Lei cosa sta pensando? Speriamo che finisca in fretta? Speriamo che passi? Oppure è contento?
«Provo un senso di fierezza per tutte le cose che si stanno facendo e che si sono fatte. Il G8 finirà, ma tutto quello di buono che abbiamo fatto resterà per Genova anche dopo»
Non prova un po’ di paura per quello che può accadere?
«Un sindaco non deve avere paura»
Preoccupazione?
«Quello sì. Non siamo mica degli irresponsabili»
Lei oggi (ieri per chi legge, ndr) ha incontrato i cattolici. Con loro è d’accordo?
«Io ho partecipato alla parte finale del loro convegno. Mi hanno affidato questo manifesto perché io poi lo consegni ai capi di Stato»
E lo condivide nei suoi otto punti?
«Molti punti sono assolutamente da condividere. E’ indubbia l’affermazione della dignità della persona umana, non si può non essere d’accordo sugli effetti negativi della guerra, sulla lotta alla povertà. Ma la cosa che mi colpisce di più è che l’apertura del mercato mondiale sta avvenendo su regole che seguono troppo logiche economiche mentre ci dovrebbe essere più attenzione per le logiche politiche, di solidarietà»
Senta, sindaco. Oggi era a Genova anche Berlusconi, il capo del governo. Invece lui non l’ha incontrato...
«E perché avrei dovuto incontrarlo?»
Perché lei è il sindaco della città che ospita il vertice dei G8...
«Berlusconi ha voluto fare una visita che concerneva la presidenza con gli addetti al vertice. Non è un problema che riguarda il sindaco. Adesso ho altro da fare. Devo incontrare il prefetto»
Cosa si aspetta in questi giorni? Prevede grandi scontri?
«Evidentemente c’è chi ha interesse a massimizzare le differenze e il livello di scontro. Ma la stragrande maggioranza degli anti-G8 non è in posizione di violenza. Per questi Genova è e sarà una città aperta. Il problema della tutela della sicurezza fisica dei capi di Stato si risolve in una limitazione di una parte ristretta della città. Su un’area metropolitana che coinvolge circa novecentomila persone, solo 5-6000 saranno interessate direttamente alla cosiddetta zona rossa. Certo, per quattro giorni Genova sarà una città diversa, ma perfettamente vivibile. Sarà la prima volta in occasione di questi vertici che una città si presenterà così».
Su Genova città aperta non è che tutti sono d’accordo...
«Perché è una formula equivoca. Se per aperta si intende che chiunque fa ciò che gli pare e piace, allora no. Comunque, questa è una scelta che ha voluto il governo»
E lei no?
«E’ una scelta che non si può fare senza consenso. Bisogna essere in due, questo è evidente»
Quindi lei è pienamente d’accordo?
«Sì. Assolutamente. Anzi l’abbiamo sollecitata noi. E poi vorrei aggiungere una cosa. Si parla troppo spesso in negativo. Ma questo G8 sta assumendo caratteristiche nuove. C’è una pluralità di voci e discussioni sui problemi veri che saranno oggetto del vertice che forse mai era avvenuta prima. Oltre all’incontro di questi giorni dei cattolici, c’è stato un convegno di premi Nobel, un altro seminario di organizzazioni cattoliche internazionali, e poi tutte le iniziative dei movimenti anti G8. Nei prossimi giorni ci saranno ancora altri convegni. Qui si sta avviando una discussione ricca di molte voci diverse. Mi auguro che siano tutte occasioni di dialogo. E fino adesso è stato così»
Senta. Berlusconi andando via ha detto: hanno fatto ciò che ho chiesto. Oggi ho chiesto altre cose. Che cosa?
«Nell’incontro con il prefetto parleremo anche di questo. Non lo so»
Ma lei che cosa dice a Berlusconi?
«Che stiamo lavorando»
Solo questo?
«Stiamo facendo quello che dobbiamo fare. Non ho altro da dire»
Com’è il sindaco del G8?
«Un sindaco impegnato. Molto impegnato. Glielo garantisco»