La Stampa
Mercoledì 6 Giugno 2001

Berlusconi: sono preoccupato per il G8
BALCXXXXFrattini portavoce delle accuse del centrodestra
«L’attuale esecutivo non ha avuto rapporti con le organizzazioni non governative nella preparazione del vertice di Genova»
«Il mio governo costretto a gestire le scelte infelici di altri»

ROMA
«Sto studiando, mi sto occupando di politica estera. E sono molto preoccupato per il G8». Silvio Belusconi, uscendo dalla Camera, non nasconde di guardare con apprensione al vertice che i Grandi terranno a fine luglio. Genova è, da settimane, porto di nebbie dove si rincorrono polemiche, annunci, voci di guerra e di pace. Su cui s’appuntano gli sguardi inquieti dei servizi dell’intero pianeta. «Sono molto preoccupato» ammette il prossimo presidente del Consiglio. Parlando ai suoi deputati, si sarebbe soffermato in un’analisi minuziosa dell’eterogeneo popolo di Seattle: «In mezzo ai cortei ci sono i pacifisti veri. Il problema sono quelli che stanno in testa e in coda. In mezzo a tante persone che vogliono compostamente manifestare le loro opinioni, qualche provocatore ci sarà senz’altro. Se cominciano gli scontri, allora qualcuno dei pacifici finirà per arrabbiarsi».
Rischio di reazione a catena, per il leader della maggioranza che dimostra d’aver esaminato nei minimi particolari il dossier-Genova: la difficoltà sta nel controllare «i 241 accessi» che costellano la città proibita. In ogni caso il futuro esecutivo mette le mani avanti: «Comunque vadano le cose - osserva Berlusconi - non ci saranno meriti o demeriti del governo della Casa delle libertà chiamato a gestire la scelta infelice di altri». La frase è pesante replica a quanto sostiene Giuliano Amato che denuncia un tentativo «arbitrario» da parte della nuova maggioranza di scaricare sull’attuale governo e sul suo capo eventuali carenze nell’organizzazione del G8. Bersaglio della frecciata, Franco Frattini il quale avrebbe sostenuto che l’esecutivo non ha avuto rapporti con le organizzazioni non governative nella preparazione del vertice. «Affermare queste cose - è la risposta di Amato - è come dire che non ho moglie». Poi scende sul personale e ricorda che Frattini è stato suo consigliere giuridico e, prima, suo ex allievo: «E’ un bravo ragazzo, ma nel fare politica usa toni maldestri. Inizialmente, leggendo i giornali, ho pensato. "Povero Franco, non è informato". Poi ho valutato che, sotto, ci sia un intervento politico al quale si deve replicare con forza». E la replica è questa: «Si guardi bene» dal compiere il gesto «assolutamente arbitrario» di scaricare sul governo uscente le «responsabilità». Come, del resto, lo stesso Amato eviterà d’attribuire eventuali problemi a quello di Berlusconi.
Immediata la reazione di Frattini: «Il nostro scopo non è quello di scaricare responsabilità e problemi, ma far sì che il G8 si svolga nella maniera migliore possibile. Le mie critiche riguardavano il ritardo nel rispondere alle richieste delle associazioni politiche sociali e del Genoa Social Forum che non avevano e non hanno ottenutonotizie su spazi e luoghi per cortei e manifestazioni».
Ma, a margine della polemica, anche Amato dimostra d’essere preoccupato: spiega che i luoghi sono ancora in discussione perché quello richiesto dagli Anti G8 è a rischio «infiltrazione» da parte di gruppi o persone con intenzioni violente. Il premier confida d’aver suggerito al suo successore: «Guarda, Silvio, è bene che strade e piazze siano occupate da organizzazioni pacifiche. Lui non mi ha detto il contrario e mi ha ascoltato». Il portavoce del Genoa Social Forum, Vittorio Agnoletto guarda con rabbia a questo «rimpallo» tra attuale e futuro presidente del Consiglio: «Ciò che può dire o promettere ora un premier in scadenza, sono parole al vento con il peso d’una piuma. Il prefetto di Genova assicura che non può darci risposte fino a che non avrà indicazioni dal prossimo governo. Abbiamo chiesto un incontro con il leader della maggioranza, ma non sappiamo ancora niente». Che cosa gli chiedereste? «Fatto salvo il diritto costituzionale a manifestare, vorremmo tre garanzie: che non si chiudano le frontiere; che la città sia aperta ed accogliente per chi vuole protestare senza violenza; che funzioni la rete dei trasporti per quanti devono raggiungere Genova».
In attesa dell’eventuale colloquio con il futuro presidente del Consiglio, qualche indicazione arriva dall’ambasciatore Umberto Vattani: «Il nuovo capo del governo darà la sua impronta ai lavori del summit e il dialogo con le organizzazioni non governative sui temi che i G8 discurteranno sarà sicuramente favorito». Secondo il diplomatico molte «ogn» pongono problemi «non dissimili da quelli che discuterà il vertice e noi crediamo che ci sia da parte loro un interesse a conoscere gli orientamenti che il governo italiano assumerà nelle discussioni». Vattani crede in una sorta di miracolo: «La contestazione ha senso se c’è antinomia. Con ogni probabilità si riuscirà a dimostrare che, su questi temi per i quali è necessario una forte collaborazione internazionale, la contraddizione non c’è».