Manifesto 7 luglio 2001

Una città sotto pressione
Genova, irruzioni nelle case e studenti perquisiti
AUGUSTO BOSCHI - GENOVA

Vania studia ingegneria e fa il giocoliere mangiafuoco. Questa non è una colpa. Però è figlio di un'anarchica e questo invece, in una città dove la polizia fa il bello e il cattivo tempo, è sufficiente a renderlo sospetto. E così lo scorso pomeriggio gli agenti della Digos sono entrati in casa sua e di sua madre alle 15 del pomeriggio e se ne sono andati alle 3 di notte dopo aver messo a soqquadro la casa e sequestrato libri, computer, documenti e un po' di liquido infiammabile: quello che Vania usa per intrattenere la gente. Sequestrati in casa dodici ore per un po' di petrolio. Ma Vania non è l'unico ad avere avuto ospiti: le notizie viaggiano su Internet e sul forum ufficiale del G8 (www.mentelocale.it/menteforum/g8/), ecco la lettera di Max: "Sono venuti a svegliarmi a casa alle 6,30 cercando esplosivi solo perché organizzai una festa in un centro sociale". Ovviamente non li hanno trovati.
Il clima resta pesante e gli episodi si moltiplicano: ieri mattina 3.000 tute blu hanno sfilato per le vie del centro nell'ambito dello sciopero nazionale dei metalmeccanici indetto dalla Fiom/Cgil. Il tutto in mezzo a un grande spiegamento di forze. Tra i manifestanti c'era anche Gigi Malabarba, metalmeccanico dell'Alfa di Arese e capogruppo al senato di Rifondazione: "Anni di sindacato mi hanno insegnato che quando la polizia vuole controllare una manifestazione lo può fare a distanza", ha detto il parlamentare, "e il fatto che oggi poliziotti e carabinieri fossero attaccati alle costole dei lavoratori lo considero un segno molto negativo". Si può continuare: via San Luca, ore 12, sede dell'Arci. Il Gsf convoca una conferenza stampa per presentare il logo ufficiale, i percorsi delle manifestazioni del 19, 20 e 21 luglio e il programma della grande festa di domenica. All'uscita veniamo bloccati da un ragazzone con il marsupio e l'accento romano: "Che succede là sopra? Una conferenza stampa? Su cosa? Chi l'ha organizzata? Chi c'è?". "E' difficile lavorare con cinque volanti sotto le finestre e poliziotti che entrano ed escono continuamente dalla sede di un'organizzazione democratica come la nostra", dice Massimiliano Morettini, responsabile Arci, "spero solo che le forze dell'ordine si occupino anche di cose più serie". Anche per questo il Gsf ha invitato le Peace Brigades International a venire a Genova per il G8. Le brigate della pace sono un'organizzazione internazionale no-profit, apolitica e aconfessionale che si ispira a Gandhi e si occupa di tutelare con la sola presenza dei suoi osservatori i diritti civili di militanti e persone a rischio di repressione. Una risposta arriverà nei prossimi giorni, dopo le riunioni che si stanno tenendo a Torino e dopo che la sede centrale di Londra avrà deciso. Chi volesse contattare le Pbi, può farlo scrivendo all'indirizzo pbiio@gn.apc.org.
Perquisizioni e controlli anche per gli studenti dei collettivi universitari e medi che sono arrivati a Genova da mezza Italia per consegnare a Berlusconi e agli altri 7 grandi un foglio di via in quanto "persone indesiderate". "Vogliamo contrapporre alla vetrina del potere che vedremo qui a Genova una vetrina del sapere", dice Omid, studente all'università di Padova, "una vetrina che parli del sapere nel neoliberismo sia nel corso del Forum sia durante le azioni di piazza e i cortei". Quindi anche Omid prende posto sugli scaloni del palazzo che ospiterà i G8 e ascolta la lettura del documento preparato dai suoi compagni tenendo ben visibile, sopra la testa, la carta di identità: "Non abbiamo nulla da nascondere, ecco perché mostriamo a tutti i nostri documenti", dice Giulia. Gli studenti invitano chiunque voglia a mettersi in contatto con loro scrivendo agli indirizzi: studenticontrog8@virgilio.it e ccs@puntorosso.it.