Manifesto 12 giugno 2001 Prime
vittime di supervertice
Sono gli operai edili: cantieri chiusi fino a
settembre?
AUGUSTO BOSCHI - GENOVA
Il consiglio comunale aveva approvato la delibera sullo stop ai cantieri
edili nei giorni del G8 lo scorso 17 maggio ma, nel mare di chiusure e provvedimenti per
la sicurezza degli otto grandi, era passata praticamente inosservata. Almeno fino a quando
alcune imprese edili hanno chiesto l'autorizzazione ad aprire nuovi cantieri e si sono
sentite rispondere che le concessioni di occupazione del suolo pubblico sono sospese. Non
solo nella zona rossa e in quella gialla, ma in tutta la città: 97 strade, partendo da
Pegli e arrivando a Nervi. E dal momento che la delibera non prevede disposizioni in
merito a eventuali proroghe per i cantieri già aperti, i ponteggi allestiti nelle vie in
questione dovrebbero essere smantellati addirittura nei prossimi giorni; con la
conseguenza di lasciare senza lavoro fino alla fine del summit, se non per un periodo più
ampio, migliaia di lavoratori edili.
La notizia ha provocato un vero terremoto nel mondo dell'edilizia genovese, e il primo a
protestare e a chiedere un incontro con sindaco, questore e prefetto è stato Lorenzo
Romis, presidente del Cel Aniem, il Collegio edile ligure legato all'Associazione
nazionale delle imprese edili piccole e medie: "Abbiamo già avuto un incontro con il
sindaco Giuseppe Pericu e l'assessore alla manutenzione Valter Seggi, ci hanno detto che
il numero delle strade interessate allo stop sarà inferiore a quello specificato nella
delibera. Ma intanto devono modificarla, perché se non lo fanno la situazione diventerà
inaccettabile: rischiamo di mettere gli operai in cassa integrazione per due mesi, perché
se le concessioni saranno rilasciate di nuovo a partire dal 23 luglio è anche vero che
nessun condominio fa mettere i ponteggi a fine luglio. Lo stop forzato potrebbe durare
fino a settembre". Gli imprenditori aspettano una risposta dal Comune a giorni. E se
non dovesse arrivare o se venisse ribadito alla lettera il contenuto della delibera? Alle
imprese converrebbe fare disobbedienza civile, far finta di niente e non smantellare
nulla. "Non nella zona rossa, lì capiamo che per esigenze di sicurezza i ponteggi
debbano essere buttati giù. Ma che c'entrano Pegli e Nervi?"
Impossibile fare una stima dei danni che subirebbero le aziende. Le imprese iscritte al
Collegio edile ligure sono 1300 ma solo in questi giorni si sta facendo un censimento per
capire quante di queste hanno i cantieri aperti nelle strade vietate. Così come è
difficile sapere quanti sono i lavoratori che rischiano la cassa integrazione per i
prossimi due mesi: "Avremo i dati entro la fine della settimana", dice Antonio
Perziano, segretario provinciale della Fillea. "Anche noi siamo allarmati. Il sindaco
ha buttato acqua sul fuoco e ci ha dato una versione meno pessimistica dell'impatto che
avrà questa delibera: ma resta il fatto che per il rinnovo e la concessione delle
autorizzazioni l'ultima parola spetterà comunque alla questura e che dovranno analizzare
tutti i casi uno per uno". Perché la delibera prende in considerazione cantieri in
strade lontanissime dalla zona rossa? Perché si tratta di strade dove potrebbero passare
i cortei contro il vertice, e quindi questura e prefettura hanno pensato di estendere
queste misure di sicurezza anche in zone più periferiche.
E sempre a proposito di sicurezza, si è sparsa la voce di una possibile chiusura persino
delle spiagge. In questo caso a rischiare sono gli stabilimenti balneari del levante
Genovese. Infatti la manifestazione in programma il 21 luglio dovrebbe passare lungo corso
Italia e, per evitare che in caso di scontri le spiagge possano diventare un comodo
arsenale dal quale attingere sassi, la questura potrebbe ordinare la chiusura di sdraio e
ombrelloni nei tre giorni del vertice. Questa però non è l'unica cosa che preoccupa i
gestori dei bagni, che a tal proposito hanno già inviato una lettera al prefetto: poiché
ancora non si sa nulla riguardo alle strutture di accoglienza per i centomila che verranno
a Genova, il timore è che da Boccadasse alla Foce le spiagge diventino un enorme bivacco.
Esattamente come è successo in occasione del raduno degli alpini, solo che allora si era
ancora fuori stagione.
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