ROMA
- Secondo i piani, per sorvegliare il G8 è previsto limpiego di migliaia di
poliziotti, carabinieri e anche militari. Un vero e proprio esercito che ha
creato una vera e propria emergenza logistica, lungi dallessere risolta. Al momento,
se non interveranno nuove soluzioni, gli agenti saranno poco meno che ammassati in locali,
traghetti ed ex magazzini, in alcuni casi potendo disporre in pieno luglio
di non più di una doccia ogni 30 persone. Inutile dire che un po di malumore
esiste. Anzi, molto malumore.
Certo
saranno giorni impegnativi spiega Claudio Giardullo, segretario generale del
Silp-Cgil, uno dei sindacati di polizia siamo chiamati ad un impegno straordinario,
sia da un punto di vista operativo che logistico. Speriamo che la situazione che ci
troveremo di fronte alla fine sia meno preoccupante di altre che abbiamo dovuto affrontare
in passato.
Ma
come ci si sta preparando?
"Diciamo che, al momento, siamo assolutamente insoddisfatti per laspetto
logistico. Labbiamo anche sottolineato nel tavolo di confronto con lamministrazione
che si è aperto da qualche settimana. Certo, si è aperto in ritardo. Ma possiamo
discutere delle condizioni di sicurezza degli operatori e dei mezzi tecnici che saranno a
nostra disposizione.
E del fatto che, in alcuni casi, farsi una doccia sarà quasi unimpresa?
"E infatti, Lo ripeto, la situazione è del tutto insoddisfacente. Cè
molto malumore tra gli agenti. Noi stessi abbiamo verificato di persona alcune situazioni,
non abbiamo sottovalutato questo aspetto: pensi che alcuni di noi sono anche andati a
Cipro a verificare la condizione dei traghetti che nei giorni del G8 dovranno essere
portati a Genova per ospitare i nostri agenti. Non solo: nel complesso che è stato
allestito vicino alla Fiera, il rapporto tra spazio disponibile e numero di persone che
dovranno essere alloggiate è tale che, per leccessiva densità, le condizioni di
vivibilità saranno davvero precarie. Altri malumori stanno venendo da agenti che sono
già a Genova, che dovevano essere aggregati solamente per 15 giorni e che invece
continuano a rimanere lì in una situazione difficile".
La
logistica è insoddisfacente. Inoltre da giorni si parla del G8 evocando i rischi di
guerra, di terrorismo, di assalti. Non cè il rischio che dopo aver subito questo
bombardamento i poliziotti possano arrivare allappuntamento poco sereni,
con il rischio di seguire più gli impulsi che il raziocinio?
"Il rischio cè, non cè dubbio. Non cè alcuna volontà
di sottovalutarlo. Certo, alcuni segnali sul pericolo terrorismo sono reali. Ma dobbiamo
evitare assolutamente di far arrivare a Genova i poliziotti con una, chiamiamola così,
sindrome di accerchiamento, come persone chiamate a dover fronteggiare una vera e propria
guerra. Senza sottovalutare nulla, sappiamo che così non è. Per questo alcuni allarmismi
eccessivi possono solamente far aumentare lo stress degli uomini delle forze di
polizia".
Ma siete preparati? Il numero di uomini impiegati è adeguato al tipo di evento?
"Sì, siamo preparati. Anzi, rispetto al passato cè una maggiore
preparazione preventiva. Ma qualcosa mi lascia perplesso".
Cosa?
"Il coordinamento. In occasione del G8 è stato deciso di controllare tutto
da una sala operativa unica. Ma i carabinieri utilizzeranno la loro. Certo, è fuori
dubbio che faranno il massimo. Però dopo tanti discorsi sulla necessità del
coordinamento, dopo aver sostenuto che una visione unitaria aiuta ad individuare meglio i problemi e a risolverli più celermente, mi
sembra che il G8 sia unoccasione mancata".
Se
si può fare una previsione: per le forze di polizia che tipo di esperienza sarà alla
fine Genova?
"Da un punto di vista tecnico, loccasione per misurarci con una
problematica nuova e anche sperimentare nuovi mezzi. Cè la necessità di poter
dialogare con la controparte e poi siamo chiamati ad un impegno di ordine pubblico che,
però, è inserito in un contesto a rischio terrorismo. Faremo esperienza".
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