G8: prove generali di manifestazione

Il Nuovo 3 giugno 2001

A Torino, Milano, Genova, Firenze, Bologna, Roma e Napoli in piazza il Popolo di Seattle per chiedere di potere manifestare contro il vertice di Genova.

MILANO - Il "Popolo di Seattle" scende in piazza in Italia, nel giorno della Festa della Repubblica, in una sorta di prove generali della prevista contestazione contro il vertice del G8 in programma a Genova a luglio. Oggi le proteste, indirizzate soprattutto contro la mancanza di un piano di accoglienza per i contestatori in arrivo in Italia, sono state comunque tutte pacifiche e molto fantasiose. Per niente casuale la scelta della giornata del 2 giugno: la richiesta è infatti quella di garantire i diritti costituzionali: al dissenso e alla mobilità (in pratica contro i vincoli che si vogliono porre al raggiungimento fisico del capoluogo ligure).
   
Torino. Al grido di ''Genova città aperta. Per la libertà di espressione e manifestazione'' un piccolo corteo ha attraversato via Roma da piazza San Carlo a piazza Castello, davanti alla prefettura. Con una protesta "teatrale": alcuni giovani si sono vestiti con grandi costumi colorati trascinando un biscione raffigurante la globalizzazione che si mangia il mondo. A manifestare diverse associazioni pacifiste, Rifondazione Comunista, antimilitaristi, ambientalisti e giovani dei centri sociali.

Milano. Centri sociali, sindacati di base, associazioni antagoniste e radicali hanno manifestato anche a Milano, chiedendo ''spazi di agibilità politica'' a Genova percorrendo le vie del centro da San Babila fino a corso Monforte. Non è stato dato però il permesso di raggiungere la Prefettura. Alla testa del corteo le tute bianche del Leoncavallo.

Genova. Nella città che ospiterà il G8 si è scelto un sit-in notturno, cominciato ieri in tarda serata, da una trentina di persone davanti alla sede della Prefettura. Con un ironico brindisi finale al 2 giugno, per sottolineare l'incostituzionalità del paventato divieto di manifestare in alcune zone della città.

Bologna. Legati da una corda e imbavagliati: alcune decine di giovani si sono presentati così stamane per le vie della città, per una catena umana che è partita dalle Due Torri per attraversare piazza Maggiore e concludersi davanti alla Prefettura. Lo slogan è stato ancora: ''Genova citta' aperta''.

Firenze. Stessa scena, con un centinaio di persone che si sono raccolte davanti alla Prefettura.

Roma. Bombe sì, ma bombe alla crema: il Rage, la rete romana anti-globalizzazione economica ha portato queste "armi" davanti alla al Viminale. Ma non solo, anche fucili ad acqua e spade da cui fuoriuscivano bolle di sapone. I giovani dei centri sociali e delle associazioni hanno ricostruito poi un piccolo set con il quale hanno ricostruito idealmente il tavolo dove siederanno gli Otto Grandi. Un tavolo di plastica coperto con una tovaglia rossa, otto sedie, all'interno di una rete di protezione e alle spalle uno striscione con scritto: ''otto contro tutti, tutti contro otto''. Contro i finti presidenti sono state scagliate bombe alla crema, noccioline, spruzzi d'acqua e gas "ner-vino".
 
Napoli. La manifestazione è culminata in un sit-in nella stazione ferroviaria centrale di Napoli, dove su un treno fermo sono state esposte una bandiera tricolore e uno stendardo con i simboli e gli slogan del popolo di Seattle. Alla stazione per avvertire che loro a Genova ci arriveranno comunque, nonostante le barriere. Alla fine è stata poi occupata anche simbolicamente una locomotiva.