ROMA - Non cé solo il popolo
antiglobabilizzazione. In vista del vertice dei G8 il ministro degli Esteri Renato
Ruggiero deve anche occuparsi dei Grandi che si incontreranno a Genova. Tesse la sua tela
lex direttore generale del Wto. Lagenda delle prossime settimane é
fittissima. Il titolare della Farnesina probabilmente il 5 luglio sarà a Londra su invito
del ministro degli Esteri britannico, il 9 a Madrid dove incontrerà il suo omologo
spagnolo, poi l11 a Roma si tratterrà a colazione con il ministro degli Esteri
belga nonchè presidente di turno del Consiglio Ue.
Fin qui, tutto normale. Ma Ruggiero starebbe facendo di più, molto di più. Un ruolo di
regia, in parte dovuto e e in parte voluto, lo vedrebbe impegnato su due fronti: quello
del dialogo a tutti i costi con il popolo di Seattle e quello di primo
ambasciatore di uno dei governi degli otto grandi del mondo. Se i giorni del vertice
italiano fossero caldi solo per la temperatura estiva, allora sì che Ruggiero potrebbe
aver avuto ragione nel tessere la sua tela occupandosi pure delle ragioni interne alla
preparazione del vertice. Anche quando si parla di sicurezza, lui é presente.
Era presente al vertice di Palazzo Chigi la scorsa settimana tra il premier e il ministro
degli Interni e il Capo della Polizia. E stata la Farnesina a promuovere un incontro
con il portavoce del Genoa Social Forum e altri rappresentati del popolo
antiglobabilizzazione. E vero che al ministero degli Esteri cera anche quello
degli Interni Claudio Scajola e il Capo della Polizia De Gennaro. E vero che in
quelloccasione Ruggiero ha cercato il dialogo parlando di contenuti. Ma il problema
fondamentale per tutti resta la sicurezza. Aspetto che evoca gli episodi di guerriglia
urbana registrati anche allultimo vertice di Goteborg e che non é scisso dal come
verrà consentito di manifestare a Genova. Dallorganizzazione dellevento
dunque. Dal consentire o meno laccesso del popolo di Seattle alle zone nel piano
della sicurezza considerate ancora off-limite.
E Ruggiero lo sa bene. Come lo sa bene il Presidente della Repubblica che con il titolare
della Farnesina ha trovato fin da subito una immediata sintonia. Anche Ciampi ha voluto
incontrare il capo della Polizia. E sempre il Capo dello Stato, come ha riferito lo stesso
ministro degli Esteri, ha contribuito a promuovere per la metà di luglio, prima del
vertice, un dibattito al quale prenderanno parte nove grandi personalità con un
indiscussa autorità morale (da Mandela a Menchu, a Robinson a Athissari). Abbiamo
pensato aveva detto Ruggiero ai rappresentanti del gsf riguardo a questa iniziativa
che un incontro con queste personalità darebbe maggiore visibilità alle vostre
tesi e potrebbe aprire la via, ad esempio, ad un vostro documento, condiviso da queste
nove personalità da trasmettere agli otto Capi di stato o di governo. All'incontro di Genova fra i
rappresentati del popolo della protesta e il Capo della Polizia, Ruggiero non é
presente, ovviamente. Non é presente neppure Scajola. La tela va tessuta lentamente.
Anche se per il Gsf lincontro di oggi viene considerato lultimo,
la volontà di dialogo cè, pur nelle differenze, ovviamente.
Che
il G8 fosse un appuntamento importantissimo si sapeva già. Le Camere sono state sciolte
anticipatamente anche per consentire al futuro governo di essere nella pienezza dei poteri
proprio in vista del vertice di Genova. Lo aveva chiesto espressamente il Capo dello
Stato. Lo sa bene lattuale premier che ne sente il peso. Lo sa bene anche Ruggiero
che sembra essersi fatto carico del buon esito dellappuntamento.
Un
bilancio soddisfacente gli consentirebbe un doppio risultato: non solo per aver
contribuito al successo della organizzazione italiana del G8 (Berlusconi tirerebbe un gran
sospiro di sollievo e Ciampi ne sarebbe molto soddisfatto), ma anche per aver incassato un
risultato personale spendibile sul piano internazionale. Il suo prestigio ne
guadagnerebbe. E non poco.
Da
apprezzatissimo mediatore ai tempi dellincarico di direttore generale del Wto,
Ruggiero potrebbe fregiarsi del titolo di uomo del diaologo con il popolo
antiglobablizzazione. E lItalia potrebbe vantare il primato di essere dai tempi di
Seattle (luogo della prima protesta mondiale) il primo Paese capace di garantire uno
svolgimento normale dei vertici dei Grandi.
Un ostacolo, non da poco, potrebbe, però, far strappare la tela che sta tessendo.
Nonostante gli sforzi Ruggiero resta lontanissimo dal popolo della protesta.
E uno dei maggiori responsabili dei disastri di questa globalizzazione
ha detto del titolare della Farnesina Vittorio Agnoletto portavoce del Genoa Social Forum.
Il presidente della Lila ha anche lasciato intendere di non riconoscerlo come
interlocutore per affrontare i problemi che la globablizzazione.
Problemi
di lungo periodo che secondo Agnoletto - sarebbe meglio affrontare con altri
rappresentanti istituzionali. E da giorni chiede di incontrare i presidenti dei gruppi
parlamentari. Una richiesta alla quale starebbe lavorando anche Rifondazione comunista
(Agnoletto é stato candidato di Prc alle ultime elezioni). E questo per diversi motivi:
da una parte il partito di Bertinotti da tempo cerca sempre di più di farsi interprete
delle ragioni dei molti soggetti movimentisti dallaltra perché in questa fase
avrebbe avuto la possibilità di porsi allinterno delle istituzioni portatore di
queste istanze. E non é detto che prima del
G8 lincontro non possa avvenire. Ma per quel tempo il diritto di manifestare,
benchè garantito dalla Costituzione, dovrà essere espressamente permesso. |