Corriere della sera 12 luglio 2001
L’appello
di Ciampi: a Genova pensate ai più poveri
«Dobbiamo agganciare l’Africa
all’Europa». Poi annuncia: al summit incontro con i sei Paesi meno avanzati
- DAL NOSTRO INVIATO
BRESSANONE (Bolzano) - Lo ripete da mesi, il presidente della Repubblica, con il tono di
chi si espone a garante del suo stesso appello: «Occorre governare la globalizzazione e
pensare ai Paesi poveri». E’ un invito a far maturare dal G8 di Genova una politica compassionate
, cioè concretamente caritatevole (secondo il lessico ormai dilagante del popolo di
Seattle), che Carlo Azeglio Ciampi rilancia a uso dei leader internazionali e del nostro
governo. Quest’ultima indicazione non sarebbe forse necessaria, visto che «l’Italia
ha già preso iniziative» affinché quell’appuntamento «assuma veramente le
caratteristiche di un forum dove si pensa anche alle necessità dei popoli più
bisognosi». Ma nel richiamo di oggi, che conferma la linea espressa dal ministro degli
Esteri Ruggiero, c’è pure il senso di un’estrema raccomandazione al Parlamento,
dove si è cercato invano un difficile accordo bipartisan sul mandato da affidare all’esecutivo.
A parte l’esito del negoziato tra i partiti, è chiaro comunque che per il capo dello
Stato costruire una dimensione etica intorno al vertice genovese è quasi un caso di
coscienza. In cui si sente coinvolto personalmente, come spiega nelle ultime ore della sua
visita in Alto Adige a un sacerdote di Bressanone, don Giancarlo Bertagnolli, che lo
incita ad ascoltare «il grido disperato di quanti vivono nella miseria». «Guardi che
non a caso il summit comincerà con un incontro al quale parteciperanno anche sei capi di
governo dei Paesi più in difficoltà (cioè Mali, Nigeria, Algeria, Sud Africa, Salvador,
Bangladesh; n.d.r. ). Il giorno dell’inaugurazione io stesso sarò presente
con un benvenuto in un incontro, una cena che sarà un G8 allargato pure ai maggiori
esponenti delle organizzazioni internazionali impegnate su questi problemi» (vale a dire
gli «ambasciatori» di Onu e Banca Mondiale; n.d.r. ).
Ciampi ha in mente l’evoluzione che questo periodico rendez vous tra i grandi
della terra ha avuto nel tempo: nato come foro economico, è cresciuto verso dimensioni
diverse, anche politiche, cooptando il gigante Russia. Ora, si accusa il G8 di costituire
un improprio «governo mondiale», che attraverso la globalizzazione progressivamente
cancella molte differenze preziose (identità, culture, memorie) tranne quella tra ricchi
e poveri, che anzi si accentua. E proprio qui s’inserisce la riflessione del capo
dello Stato. Per spegnere un potenziale incendio prima che divampi, la prossima settimana
a Genova.
Ma anche per chiedere agli Otto una «svolta» con un esempio concreto, quando li incita
tutti a concentrare gli sforzi sull’Africa. «Come europei dobbiamo agganciare l’Africa
all’Europa, ed evitare che questo continente vada sempre più verso la deriva dell’emarginazione».
E’ un tema che il presidente considera alla stregua di un banco di prova. E infatti
ne ha parlato diffusamente un paio di mesi fa a Roma, quando ha indicato «l’obiettivo
di eliminare il grande divario tra Nord e Sud del mondo, compiendo subito delle cose
concrete». «La comunità internazionale può e deve aiutare, deve fare di più in
assistenza materiale e in costruttivo coinvolgimento politico», aveva detto.
Dovremmo avvertirlo come «un imperativo morale» anche perché l’Africa, «in gran
parte esclusa dagli aspetti positivi dell’integrazione dell’economia mondiale,
subisce gli effetti negativi della globalizzazione delle attività illecite», ciò che è
«inaccettabile». Un panorama desolante, reso oggi ancor più drammatico dall’emergenza
dell’Aids, per la quale gli pare fondamentale costituire «un fondo mondiale» di
solidarietà. Costituirlo già dal vertice di Genova, s’intende.
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Marzio
Breda |
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