La Repubblica 17 luglio 2001 Scajola
accusa gli anarchici
"Analogie con altre bombe"
Ruggiero: così non si combatte la povertà
GIANLUCA LUZI
ROMA - A pochi giorni dal vertice, il pacco bomba e la minaccia delle Br fanno salire
la tensione non solo a Genova ma anche fra le forze politiche. «Un episodio gravissimo,
riconducibile a frange molto minoritarie della contestazione», lo ha definito il ministro
dell'Interno Scajola, che stasera alle otto riferirà alla Camera sull'attentato di Genova
e sulle misure di ordine pubblico alla vigilia del G8. «Tra qualche ora pensiamo di poter
dare qualche elemento in più per l'identificazione di questo gesto», promette Scajola,
ma intanto per il responsabile del Viminale il paccobomba ha un mittente dai contorni già
piuttosto precisi, almeno come area di appartenenza: l'attentato «ha delle analogie con
l'episodio avvenuto a Milano nel '99 alla caserma Musacco, rivendicato dalle frange
anarchiche insurrezionalistiche».
All'opposto, alle accuse del popolo di Seattle contro gli apparati deviati dello Stato,
dà voce il deputato di Rifondazione comunista Russo Spena che parla apertamente di
strategia della tensione: «il mio pensiero dice va immediatamente allo stragismo impunito
e al ruolo deviato dei servizi segreti» e l'attentato serve «a coloro che vogliono
creare un clima terroristico e di violenza contro il movimento che contesta il G8».
Il centrosinistra sta molto attento a non alimentare accuse senza prove ad apparati
deviati e a non lanciare l'allarme per un risorgere della strategia della tensione.
«Starei molto attento ed eviterei di usare termini come quello della strategia della
tensione», ammonisce il capogruppo Ds alla Camera Violante. «E' evidente aggiunge l'ex
presidente della Camera che sono in corso delle provocazioni nei confronti della parte
pacifica del movimento antiglobalizzazione, ma ora è il momento che tutti, governo e
manifestanti, mostrino grande senso di responsabilità». La preoccupazione di possibili
provocazioni è molto forte, tanto che il capogruppo dei senatori Ds Angius avverte che
«qualsiasi forma di violenza e di terrore isola il movimento di protesta che, in maniera
democratica e non violenta, ha annunciato la volontà di far sentire la propria voce».
Per questo «bisogna tenere i nervi molto saldi», come dice Rutelli, per «non dare
spazio a questo tipo di comportamenti».
Il centrodestra non ha dubbi: a spedire il paccobomba sono state le frange più violente
della contestazione e proprio per questo non si deve allentare il dispositivo di sicurezza
attorno al vertice. Per il vicepresidente della Camera Biondi parlare di strategia della
tensione «è una sciocchezza gigantesca, un residuato postbellico della fase
sessantottina». L'attentato è «il gesto di un vile disadattato» per il ministro Armani
e per il sottosegretario Mantovano «la sfida è quella di contenere il più possibile le
eventuali manifestazioni di violenza messe in atto da frange molto violente».
Il ministro degli Esteri Ruggiero, che da settimane ha portato avanti un difficile dialogo
con i contestatori antiglobalizzazione, non nasconde la preoccupazione alla vigilia del
G8: «Sento una violenza che cresce», avverte, e insiste nella strategia del dialogo,
perché «con la violenza non facciamo nessun passo avanti per ridurre la povertà nel
mondo» e quindi «tutti devono capire che l'unico modo per affrontare questo grande
evento è quello del dialogo».
E anche quello delle misure di sicurezza, sottolinea il ministro dell'Interno Scajola, il
quale ricorda che «lo Stato e le forze dell'ordine hanno i nervi saldi. Consentiremo ai
contestatori del G8 di poter svolgere le proprie manifestazioni, ma lo Stato e il governo
terranno alta la guardia per controllare che non si verifichino episodi di violenza». |