La Repubblica 12 luglio 2001

"Così assedieremo il G8"

Cortei e blocco della zona rossa: il piano della protesta

ALBERTO PUPPO


genova - Colorato e imprevedibile, pacifico ma determinato. E' l'assedio del G8 secondo il Genoa Social Forum. O meglio, la lunga giornata di "Liberazione della città", nella terminologia dell'ultima ora. Con le Tute bianche testa d'ariete e i pacifisti più duri a lavorare con la fantasia. Decisi comunque a superare la zona rossa che dividerà in due Genova. Accanto a loro una maggioranza di manifestanti che punteranno a bloccare gli accessi al fortino. Il tutto dalle 14 di venerdì 20 luglio. Più che una strategia comune, quella che emerge da un giorno e una notte di ininterrotto confronto è una piattaforma minima: rispetto per la città e niente violenza verso cose o persone.
Ma che nessuno venga a chiedere all'organizzazione di realizzare un servizio d'ordine per isolare "gli altri", tutti quei gruppi antagonisti che con il Forum non vogliono avere nulla da spartire. «La discussione - spiega Vittorio Agnoletto - è ancora in corso. Ma siamo tutti d'accordo che il servizio d'ordine finisce per replicare meccanismi già conosciuti e che non ci appartengono. A chi arriverà a Genova daremo indicazioni su come comportarsi, sia per le nostre azioni di disobbedienza civile, sia in caso di incidenti che nascano a causa di soggetti esterni o di agenti in borghese che si inseriscano per provocare. L'intenzione è di costruire il vuoto intorno a loro in modo che siano facilmente identificabili».
Ma come si realizzerà concretamente la protesta? «Ogni gruppo si muoverà secondo coscienza» assicura Agnoletto. Ed è chiaro che la coscienza del mondo dell'associazionismo, bellicoso più nei contenuti che nelle forme, porterà a un sitin, più simbolico che concreto, a ridosso della zona rossa. Una forma di protesta adottata dall'arcipelago della Rete Lilliput, così come da Mani Tese, Pax Christi, dalle mille strutture eque e solidali. Accanto a loro ci saranno anche molti cattolici, che sceglieranno anche la preghiera. Ma la rappresentanza cattolica, nel popolo di Seattle, è trasversale. E allora sarà facile trovare scout e magari anche qualche sacerdote tra i "gruppi di affinità", nonviolenti ma decisi a sfidare qualsiasi divieto. «Giocheremo d'astuzia» promette Carlo Schenone, pacifista storico. Magari con qualche bicicletta e la conoscenza minuziosa di tutti i segreti del centro storico. Senza disdegnare un minimo di protezioni per la schiena e le parti del corpo più esposte.
Nulla in confronto all'armamentario delle Tute bianche che, dopo avere rinunciato all'idea di utilizzare rudimentali catapulte per guidare l'assalto, studiano sistemi alternativi, magari simili a quelli della Rete noGlobal che ha annunciato esibizioni stile "Giochi senza frontiere". Accessori probabili: pinze, scale e corde per vincere le reti che blinderanno il centro storico. Le Tute bianche punteranno a sfondare in diversi punti. E saranno, assicurano, almeno diecimila. Tutte votate alla disobbedienza civile e pronte all'inevitabile reazione delle forze dell'ordine. I tre gruppi si divideranno altrettante zone del centro, mentre dovrebbe completare l'assedio i sindacati di base che si muoveranno, questura permettendo, da ponente.
Il giorno successivo scatterà la grande manifestazione che dovrebbe portare in piazza più di centomila persone. Il Genoa Social Forum chiede di sospendere ogni azione diretta fino al termine del corteo. «Quello che accadrà dopo - conclude Agnoletto - dipenderà da quanto successo nei giorni precedenti. Potremmo anche occupare una piazza e non andarcene più. Per questo è meglio che tutti mettano in conto qualche giorno supplementare a Genova.»