Corriere della sera 11 luglio 2001
IL SOCIOLOGO

Castells: il vero divario inizia quando sei connesso in Rete

Sul sito del Dipartimento del commercio americano, il digital divide occupava fino all’ottobre 2000 pagine e pagine di documenti. Negli ultimi mesi la terminologia è cambiata, la «frattura digitale» sembra colmata e il nuovo slogan è: «Verso l’inclusione». Ma resta, in America come in tutto il pianeta, un fossato forse più difficile da riempire: quello tra chi non sa e chi sa. Chi sa, una volta acceso il modem, quali informazioni cercare, dove trovarle e che cosa farci. «Perché il vero digital divide - avverte Manuel Castells - comincia quando sei connesso». Castells è considerato uno dei più importanti pensatori dell’era Internet. I suoi libri sono i breviari degli amministratori delegati della Silicon Valley, i suoi discorsi ascoltati dalle élites globali che si riuniscono a Davos. Ha scritto una monumentale trilogia, «L’Età dell’informazione», pubblicata cinque anni fa negli Stati Uniti e tradotta in tutto il mondo. Nei tre volumi e nei suoi saggi ha intuito non solo l’avvento della nuova economia e della «società delle reti», ma anche l’esplosione della protesta contro la globalizzazione.
«Le previsioni - continua Castells - ci dicono che Internet nel 2005 raggiungerà in America una diffusione dell’80%. Ma il vero problema è che l’accesso generalizzato favorisce i più scolarizzati, chi ha studiato. L’uguaglianza tecnologica finisce con l’accrescere le differenze sociali che già esistono».
Ma un fenomeno come il «Peer-to-Peer» (quello di Gnutella e Napster) potrebbe favorire un’Internet solidale, una rete dove l’élite metropolitana dei digerati aiuta i milioni di tecnoemarginati.
«Il Peer-to-Peer è l’essenza della comunicazione via Internet, primo strumento di comunicazione diretta, orizzontale, da molti a molti. La cultura della rete è caratterizzata da questa capacità di scambio cooperativo».
Nella sua trilogia lei spiega che stiamo vivendo una nuova fase del capitalismo: l’«informazionalismo».
«L’informazionalismo non è un sistema economico, ma tecnologico. Il sistema economico continua a essere il capitalismo (in effetti più che mai, perché per la prima volta l’insieme del pianeta è capitalista o è dipendente dal funzionamento dell’economia globale capitalistica). Un capitalismo che non è più industriale, ma informazionale . È fondato sulla produzione di conoscenza e sul trattamento dell’informazione come fonti essenziali di potere e di ricchezza; sulla struttura in reti d’informazione delle attività dominanti; e sull’utilizzo delle tecnologie d’informazione, basate sui microchip, come mezzo essenziale di organizzazione di tutte le attività. Ora siamo in una nuova fase dell’informazionalismo: la possibilità di trasformare la materia vivente a partire dalla capacità di manipolare i codici d’informazione genetica».
Tecnologie e globalizzazione sono percepite come tiranni da spodestare . Quale ruolo possono e devono avere gove rni e imprese ?
«Le élites d’affari e politiche sono arrivate a riconoscere che bisogna controbilanciare la globalizzazione economica con il controllo della società sull’economia e la tecnologia: e proprio strumenti come Internet potrebbero essere utilizzati per esercitare questo controllo. Il problema è che gli Stati hanno poca possibilità d’azione sui sommovimenti dell’economia e i politici sono prigionieri dell’immagine. Il risultato è un’enorme crisi di legittimità. Per ora assistiamo a un conflitto fra i mercati globali e i movimenti sociali antiglobalizzazione, senza che le istituzioni di gestione della società abbiano una presa reale sugli uni o sugli altri».
Nel suo libro più recente, «The Internet Galaxy. Reflection on Internet, Business, and Society», lei prefigura una nuova organizzazione sociale.
«La rete è il messaggio. Internet è il mezzo per introdurre la logica di rete nell’insieme dell’organizzazione sociale. Quindi, la nuova economia non è l’economia delle aziende Web, ma delle imprese che sono organizzate attraverso Internet in tutti i settori d’attività. Attorno a Internet si articolano i mercati finanziari globali, la gestione delle imprese, il rapporto impresa/clienti/fornitori, i mezzi di comunicazione e gli stessi movimenti che contestano la globalizzazione. È l’equivalente della rete elettrica nell’era industriale. Ma veicola comunicazione, ovvero l’attività fondamentale dell’organizzazione umana».


Davide Frattini