Manifesto 13 luglio 2001 INTERVENTO
A Genova, con i Ds
PIERFRANCESCO MAJORINO *
" Lo scenario mondiale in cui ci prepariamo al vertice dei G8 a
Genova è uno scenario pieno di profonde ingiustizie. Il 20% della popolazione mondiale -
quella dei Paesi a capitalismo avanzato - consuma l'83% delle risorse planetarie; 11
milioni di bambini muoiono ogni anno per denutrizione e un miliardo e 300 milioni di
persone hanno meno di un dollaro al giorno per vivere. E lo scenario, invece che
migliorare, peggiora continuamente". Queste sono le parole contenute nel patto di
lavoro del Genoa social forum. Si tratta di frasi semplici, crude, che vanno dritto
al cuore del mondo in cui viviamo e di converso spiegano senza troppi "giri" i
motivi essenziali per cui a Genova in occasione del G8 sia giusto esserci, dando vita a
una mobilitazione intransigente, ricca di voci e storie diverse, che si sforzi, come è
stato fatto sin qui dai componenti del Gsf, di unire tutta quella parte di mondo
che non si rassegna di fronte alle statistiche, ai numeri, alle nuove e crescenti
disuguaglianze.
Si tratta di ragioni forti e semplici rispetto a cui è giusto scegliere. Scegliere di
esserci, dunque, partecipando alle manifestazioni nonviolente promosse dal Genoa social
forum e unendosi così a quanti, con storie e biografie diverse, hanno saputo in
questi mesi articolare un itinerario di lavoro interessante, nel tentativo di dare corpo a
una proposta ampia in grado di respingere l'idea di una generica opposizione alla
"globalizzazione", ma spostando in avanti i termini del confronto e della
mobilitazione. Se si è democratici e di sinistra, poi, essere il 21 luglio a Genova è, o
almeno dovrebbe esserlo, un fatto del tutto ovvio. Così, partendo da queste
considerazioni in superficie, ho, assieme a tanti compagni del mio partito, deciso di dare
vita al Ds global forum, una rete informale che il suo battesimo ufficiale lo
conoscerà proprio il 21 luglio, per essere presenti alle manifestazioni di Genova e a
tutti quegli appuntamenti dove si bada alla sostanza di una proposta politica che contenga
alcuni obiettivi fondanti come la cancellazione del debito dei "Paesi del Terzo
mondo", la ridefinizione di regole che permettano la partecipazione dei popoli al
governo planetario, la salvaguardia delle garanzie dei lavoratori che si misurano con il
carattere transnazionale delle relazioni tra i produttori, il ripristino del trattato di
Kyoto, l'introduzione della Tobin Tax.
Per essere a Genova dunque ma per andare oltre Genova, sfuggendo al rito di una sorta di
"turismo da supervertice" che non serve e che, lo dimostra l'esito importante di
Porto Alegre, non risponde ormai nemmeno più al desiderio di tanti di iniziare a
sostituire le ragioni, assolutamente oggettive, per cui oggi si debba essere
"contro", con i motivi forti e scatenanti per cui si debba essere "a
favore". Iniziando così a definire quella serie di diritti e regole incalpestabili
che mettano con le spalle al muro i demiurghi di un mercato mondiale che vede e provvede,
di fronte al quale servono istituzioni nazionali forti, sedi certe di decisione e
strumentazioni normative in grado di non lasciare le persone a se stesse, perfino nel
cuore dell'occidente industrializzato, davanti alle oscillazioni di un capitalismo dalle
briglie sciolte che non sa accompagnare profitto e redistribuzione delle risorse.
Essere a Genova quindi vuol dire aver voglia di fare politica, di farla con soggetti
diversi per costruire alleanze ampie fondate, anche in questi giorni, sul riconoscimento e
il rispetto reciproco, avendo la capacità di non confondersi con chi utilizzerà quelle
piazze per guadagnare, in nome di qualche vetrina sfasciata, i titoli dei telegiornali e
sapendosi ripetere che quella del G8 sarà solo una tappa.
* Coordinatore Ds Milano
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