Corriere della sera 17 luglio 2001
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hamburger nel McDonalds del centro che chiuderà fino a lunedì. La gente fa
provvista di surgelati. Baget Bozzo lascia la città: «Sembra tornato il 77, cè
voglia di violenza»
Genova ha paura, ormai
scatta un allarme ogni ora: «Sembra di vivere in un film»
Sale la tensione: qualche
attrito verbale tra sindaco e questore sulla blindatura del capoluogo ligure
- DA UNO DEI NOSTRI INVIATI
GENOVA - Via XX Settembre, ore 20: lultima cena da McDonalds. Le ragazze al
banco, sotto la visiera blu, hanno visibilmente fretta di staccare. Fino a lunedì
prossimo. Sei poliziotti e lo «steward» aziendale, il fratello nero, anche dumore,
di Bud Spencer, sorvegliano che lhamburger globalizzato sia consumato senza
incidenti fino allultimo boccone. Bambinelli abbronzati esitano davanti alla lista
dei «big mac», come davanti a unoccasione forse irripetibile, alla vigilia del
ramadan delle polpette. Lastroni di polistirolo rivestiti di assi di legno mureranno
subito dopo le vetrate della cattedrale del fast food, che marca il confine fra la zona
gialla e la zona rossa. Da questa sera, dai tombini piombati della città proibita non
potrà spuntare nemmeno un topo sprovvisto di pass. I baristi ne sanno più degli
strateghi dei servizi segreti: «Siamo chiusi tutta la settimana» comunicano allaffezionata
clientela, pulendo la macchina del caffè. Ma perché, questa è soltanto zona gialla...
«Sì, ma di fronte cè la redazione del Secolo XIX : è un obiettivo
sensibile, capisce?».
Genova non tenta nemmeno di dissimulare la paura. Reagisce col buon senso che si oppone
alle inevitabili calamità naturali: di fronte a un tifone in arrivo o si cambia aria o si
rinforzano i serramenti. Cè un allarme bomba ogni ora, si discetta di esplosivi
anche nei supermercati, dove le massaie maneggiano i barattoli di pelati con una cautela
da artificieri: «Sembra di vivere in un film» strizza locchio una pensionata col
carrello stracolmo di surgelati. Aggiunge in cima alla spesa una rivista di programmi
televisivi: «Così sono a posto fino alla settimana prossima». Il film, vuole
sceglierselo lei.
Don Gianni Baget Bozzo, teologo consigliere di Berlusconi, ha deciso: «Io me ne vado in
montagna». È la sua resistenza «alla calata degli Unni. Non voglio vedere la mia città
in preda ai barbari. Tanto nessuno ascolta il bla bla dei preti». Che cosa si aspetta?
«Non vede? Mi sembra di essere tornato al 1977, cè voglia di violenza, si respira
la stessa aria che ha preceduto il terrorismo. Cè già quasi scappato il primo
morto. È quello che vogliono». Le frange estremiste? «È più di una frangia, è un
movimento organizzatissimo, che non ha un senso democratico e non ha voti. Unoccasione
come Genova non lavranno più...».
Magari non succederà nientaltro di drammatico. «Magari no, ma in ogni caso dovrei
starmene barricato in casa per tre giorni, circondato da negozi chiusi e polizia».
In effetti Genova ha un aspetto accogliente quanto Belfast subito prima della marcia degli
orangisti. Nonostante le strade asfaltate di fresco, i palazzi rinnovati, i mosaici
restaurati in Galleria Mazzini e presentati ieri dal corrucciato sindaco Giuseppe Pericu:
«Limmagine della città blindata da uno schieramento così imponente rischia di
rovinare tutto il lavoro di questi mesi» si lascia scappare uscendo dallospedale
dove è andato a visitare il carabiniere ferito. «No, mi scusi sindaco - lo raggiunge il
questore, Giuseppe Colucci - lei mi deve spiegare come facciamo allora a garantire la
sicurezza». Pericu scuote la testa: «Belin, tutta questa polizia...». Il questore si
spazientisce: «Se preferisce, lasciamo tutto aperto, però lei me lo mette per iscritto e
ognuno si assuma le sue responsabilità». I mosaici servono da calmante: «Nessuna
polemica - ridimensiona il sindaco -. Con il questore discutiamo spesso e ci unisce una
stima reciproca. Ma in questo caso le nostre esigenze si scontrano. Io avrei voluto la
disponibilità della stazione di Brignole, mentre mi hanno lasciato solo Genova Quarto. È
poco...». Il ministero dellInterno, in serata, lo accontenta: Brignole accoglierà
i 28 convogli straordinari che porteranno 25 mila manifestanti in città.
Fin troppo, per il sindacato autonomo di polizia che, dopo lattentato di ieri,
dichiara chiusa «forse definitivamente la fase diplomatica della vigilia del G8,
militarizzando di fatto il prossimo Vertice». Per il Sap «non è credibile la presa di
distanza manifestata dopo lesplosione del pacco bomba da quegli stessi elementi che
da mesi soffiano sul G8. Sta passando una pericolosa equiparazione fra polizia e Tute
Bianche, come se fosse in gioco la supremazia fra bande rivali di un qualsiasi ghetto
metropolitano».
Ma un apparato bellico non concilia gli animi, ricorda la presidente della Provincia,
Marta Vincenzi: «Dicevano i latini: se vuoi la pace, prepara la guerra. Correggeva Padre
Balducci: se vuoi la pace, prepara la pace. Genova è la città che ha perso Guido Rossa,
assassinato dai terroristi negli anni 70. Abbiamo sviluppato gli anticorpi per
superare la febbre di questa settimana».
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Elisabetta
Rosaspina |
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